L’Area marina protetta delle Cinque Terre vive un momento cruciale nel recupero della posidonia oceanica, un ecosistema marino fondamentale per il benessere del Mar Mediterraneo. Il progetto “Green Sea“, che vede la luce grazie alla collaborazione dell’International School for Scientific Diving, dell’Università di Genova e del sostegno della Fondazione Deutsche Bank Italia, si propone di riportare la vita nelle praterie sottomarine compromesse. Questa iniziativa rientra in una serie di sforzi volti a combattere i gravi cambiamenti climatici e a proteggere la biodiversità, elementi indispensabili per un futuro sostenibile.
La piantagione di talee di posidonia a Monterosso
Recentemente, i ricercatori hanno avviato le prime fasi di questo ambizioso progetto, piantando le talee di posidonia oceanica nella prateria sotto il livello del mare di Monterosso al Mare, una delle più importanti del levante ligure. È interessante notare che questa area è stata oggetto di studi approfonditi fin dagli anni ’80, il che evidenzia l’importanza storica e scientifica del sito. La scelta di Monterosso non è casuale: la località è nota per la sua biodiversità e per il suo ecosistema marino, che sta subendo forti pressioni a causa dell’attività umana e dei cambiamenti ambientali.
Le talee di posidonia sono state raccolte da piante sradicate in modo naturale, un approccio sostenibile che consente di utilizzare risorse già disponibili nel contesto locale. Il recupero e il reimpianto di queste piante sono visibili segni di un crescente impegno verso la conservazione marina. Il team di esperti, oltre a piantare, monitorerà e raccoglierà dati sulle condizioni atmosferiche e marine per garantire che le nuove piante abbiano la possibilità di attecchire e prosperare.
L’importanza ecologica della posidonia oceanica
La posidonia oceanica riveste un ruolo chiave nella salute degli ecosistemi marini. Questa pianta non è solo una risorsa vitale per il legame tra fauna e flora, ma svolge anche operazioni cruciali per il controllo dell’erosione costiera. Ogni metro quadrato di posidonia può produrre fino a 20 litri di ossigeno al giorno, un contributo significativo alla qualità dell’acqua e all’aria che respiriamo.
In aggiunta, le praterie di posidonia sono un habitat ideale per molte specie marine, offrendo riparo e nutrimento. Nel corso dell’anno, un ettaro di posidonia è capace di generare circa 20 tonnellate di sostanza organica, richiamando quindi una biodiversità incredibile. Mantenere queste aree sane significa lavorare per un ecosistema marino equilibrato e vitale, capace di affrontare le sfide future.
Tecniche innovative di riforestazione subacquea
L’intervento si avvale di tecniche innovative di riforestazione subacquea, cercando di adottare metodi testati in contesti terrestri. I biologi hanno realizzato biostuoie biodegradabili in fibra di cocco, ancorando manualmente le talee di posidonia su queste strutture. Questo metodo evita l’uso di materiali artificiali e migliora l’impatto ambientale dell’operazione. Ogni biostuoia è progettata per contenere nuclei ognuno composto da venti talee, creando un sistema che favorisce l’espansione della pianta nel tempo.
Le radici di queste piante si stabilizzeranno nel giro di qualche mese, ma il lavoro del team non finisce qui. Il monitoraggio sarà fondamentale: per almeno due anni, gli esperti osserveranno lo sviluppo delle piante piantate, verificando i progressi e apportando eventuali correzioni al piano di intervento. Questo approccio attento e metodico garantirà che il progetto “Green Sea” non si limiti a piantare ma sappia effettivamente rigenerare la vita nel mare.
Obiettivi futuri del progetto
Il progetto non ha obiettivi a breve termine; mira a ideare nuove tecniche di riforestazione della posidonia oceanica e a scoprire le condizioni ottimali per il reimpianto delle piante nel loro habitat naturale. I ricercatori sono impegnati a comprendere meglio quali profondità siano più favorevoli per la crescita delle talee, un passo importante per rendere questi interventi replicabili in altre aree colpite dal degrado marino. Le analisi scientifiche condotte durante il progetto offriranno spunti utili per le future iniziative di conservazione in tutto il Mediterraneo, creando un modello di gestione sostenibile per la flora marina.
La riforestazione della posidonia oceanica rappresenta quindi una speranza concreta per la salute dei mari e per la salvaguardia della biodiversità, offrendo un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, università e fondazioni private. Il futuro del progetto appare promettente, e con l’impegno collettivo si può guardare a una rigenerazione autentica degli ecosistemi marini.