Il recente attacco israeliano su Gaza che ha colpito anche la chiesa della Sacra Famiglia ha scatenato una reazione immediata da parte del governo italiano. La premier Giorgia Meloni ha espresso senza esitazioni la propria condanna per gli attacchi contro la popolazione civile a Gaza. Parallelamente, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avviato contatti diretti con Tel Aviv per sollecitare un fermo delle ostilità. La posizione dell’Italia si inserisce in un contesto internazionale complesso, con reazioni contrastanti da parte delle altre cancellerie europee e Stati Uniti.
La posizione degli Stati Uniti e le reazioni internazionali al raid
Il governo americano è entrato in scena attraverso la telefonata del presidente Donald Trump al premier israeliano Netanyahu, in cui si parla di un «errore» nel bombardamento della chiesa. La portavoce della Casa Bianca, Caroline Leavitt, ha confermato l’impegno dell’amministrazione Usa per fermare gli attacchi sulla Striscia di Gaza. Il segretario di Stato Marco Rubio ha coordinato un colloquio con Tajani, manifestando volontà di arrestare la carneficina.
Nonostante queste aperture, non pare che Washington abbia ancora fatto passi concreti per esercitare pressioni significative su Netanyahu. La coalizione internazionale rimane divisa sulle modalità di reazione e sulle possibili sanzioni o misure diplomatiche da adottare. Nel frattempo, l’Italia si mantiene in prima fila nel chiedere chiarimenti e protezione per le comunità civili, in particolare quelle cristiane presenti nella Striscia.
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I contatti diplomatici e la richiesta di un cessate il fuoco immediato
Subito dopo la presa di posizione di Palazzo Chigi è partita una telefonata diplomatica tra il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani e il collega israeliano Saar. Tajani ha ribadito la condanna del governo italiano per gli attacchi che coinvolgono civili innocenti e ha richiesto con urgenza un cessate il fuoco. Ha inoltre assicurato la disponibilità italiana a fornire soccorso nella zona, tramite il contatto diretto con padre Gabriel Romanelli, figura chiave della comunità cristiana locale colpita dal raid.
Dal lato israeliano sono arrivate parole di «profondo dolore» per i danni alla chiesa della Sacra Famiglia e per le vittime civili. Le autorità di Tel Aviv hanno chiarito però che non hanno mai intenzione di colpire siti religiosi e che stanno esaminando i fatti con un’indagine aperta e trasparente. L’Italia si affida a queste rassicurazioni, anche se emerge un clima di difficoltà nel spingere Israele verso un rapido stop delle operazioni militari, complici le divisioni in seno alla comunità internazionale.
La reazione di giorgia meloni e del governo italiano ai raid su gaza
Giorgia Meloni ha condannato con fermezza i bombardamenti che hanno colpito, tra gli altri, anche la chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, definendo inaccettabili gli attacchi contro i civili che si susseguono da mesi. La premier ha sottolineato che nessuna operazione militare può giustificare la distruzione e il dolore provocati dalla campagna israeliana nella Striscia di Gaza. Al momento non risultano contatti diretti tra Meloni e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
L’atteggiamento del governo italiano si distingue per la chiarezza, a differenza di alcune istituzioni europee che hanno mantenuto un profilo basso. Il silenzio dei vertici di Bruxelles è stato superato soltanto dalla Francia, che ha chiesto uno stop immediato ai bombardamenti. Il silenzio delle istituzioni comunitarie ha lasciato spazio alle singole cancellerie di gestire autonomamente le reazioni, mentre in Italia la Lega resta prudente, forse condizionata dalle immagini della visita di Salvini a Netanyahu a febbraio 2025.
Il sostegno parlamentare al governo e l’impegno per le comunità cristiane
Il disagio del governo si percepisce anche all’interno della maggioranza. I presidenti delle Camere, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, hanno chiesto solidarietà e unità di fronte alla tragedia. I partiti della coalizione – Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi Moderati e Udc – si sono schierati al fianco della premier Meloni e di Antonio Tajani.
Nei loro interventi parlamentari, Meloni e Tajani hanno ribadito l’impegno italiano nel proteggere le comunità cristiane presenti a Gaza, con un’attenzione particolare al sostegno del lavoro di padre Gabriel Romanelli. Il governo punta infatti a mantenere questo dialogo aperto anche in un momento difficile e a garantire assistenza sul territorio, pur dovendo fare i conti con le pressioni internazionali e le difficoltà di mediazione sul conflitto israelo-palestinese.
Le accuse delle opposizioni politiche italiane verso la maggioranza
Nel dibattito parlamentare italiano, le opposizioni hanno contestato duramente l’esecutivo guidato da Meloni. La segretaria del Pd Elly Schlein ha accusato il governo di ipocrisia, ricordando che durante la crisi il Parlamento ha respinto una mozione per sospendere il Memorandum d’intesa tra Italia e Israele, proposta dai dem insieme a M5s e Avs.
Altri esponenti come Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno usato termini simili per denunciare l’incoerenza della maggioranza. Matteo Renzi ha parlato di «tragica follia» e ha rimarcato le promesse non mantenute di pace da parte degli attori internazionali. Carlo Calenda ha definito gli eventi uno «scempio criminale» e ha chiesto l’introduzione di misure punitive individuali contro Netanyahu.
Il confronto resta acceso, segno della difficoltà che il governo incontra nel conciliare la solidarietà alle vittime e la gestione delle relazioni diplomatiche con Israele.