Il governo italiano ha presentato il 25 luglio a Roma ColtivaItalia, un piano con otto punti e un investimento di un miliardo di euro per sostenere l’agricoltura nazionale. L’obiettivo principale è ridurre la dipendenza dall’estero, favorire l’occupazione giovanile nel mondo rurale e sostenere l’innovazione tecnologica nel comparto agricolo. Questa iniziativa arriva in un periodo delicato, in cui le proposte della nuova Politica agricola comune e il fondo unico europeo sollevano tensioni a livello nazionale.
La strategia coltivaitalia: obiettivi e ambiti di intervento
ColtivaItalia mira a rilanciare l’agricoltura italiana attraverso un programma articolato attorno a otto punti chiave. Tra questi spiccano la volontà di aumentare l’autonomia alimentare del Paese e di favorire un sistema agricolo più vivace soprattutto nelle aree rurali, troppe volte marginalizzate negli ultimi decenni. Il progetto prevede anche interventi mirati per rafforzare settori come il frumento, l’allevamento e la produzione di olio, settori strategici per l’economia agricola italiana.
L’impiego di un significativo budget da un miliardo di euro consente al governo di agire direttamente su infrastrutture, formazione e sostegno operativo agli agricoltori, con una particolare attenzione alle giovani generazioni che si avvicinano al lavoro agricolo. Questo sforzo si affianca a un piano per migliorare la produttività agroalimentare, che passa anche per una revisione dei sistemi di gestione e controllo delle risorse agricole.
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Le politiche messe in campo intendono coordinarsi in modo cooperativo con le istituzioni europee, evitando sovrapposizioni di competenze o conflitti sulle risorse. Si punta a un modello di sussidiarietà che, partendo da iniziative locali e nazionali, raccolga sinergie utili a livello comunitario. Questa visione mira a trasformare l’agricoltura italiana in un modello di riferimento in Europa.
La trasformazione di agea in ageait fra innovazione e trasparenza
Un passaggio centrale del piano riguarda la trasformazione dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura in Agenzia per l’Agricoltura e l’Innovazione, abbreviata in Ageait. Questo cambiamento rappresenta una svolta importante nella gestione dei dati agricoli italiani, incrementando l’efficienza e la sicurezza delle informazioni utilizzate anche per la distribuzione dei fondi.
Ageait dovrà garantire una maggiore trasparenza nelle filiere agroalimentari, così che i consumatori italiani possano conoscere con precisione l’origine e le caratteristiche dei prodotti acquistati. La tracciabilità e la fiducia nella filiera contribuiscono a costruire una catena più resistente, capace di rispondere alle sfide logistiche, climatiche e commerciali presenti oggi nel mercato.
L’innovazione in questo contesto non riguarda solo la tecnologia, ma anche i processi amministrativi e di controllo, con un impatto diretto sull’intera filiera produttiva. La riorganizzazione di Agea in Ageait consentirà tempi di risposta più rapidi e costi amministrativi contenuti, elementi essenziali per mantenere competitività nelle produzioni agricole italiane.
Il ruolo del crea per la ricerca e le sfide climatiche future
Il potenziamento del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria è un altro fronte su cui si concentra ColtivaItalia. Il CREA è impegnato nello studio e nella sperimentazione di nuove tecniche agricole, sostenibilità ambientale e adattamento ai cambiamenti climatici. Il piano prevede di fornire alla struttura risorse più consistenti, riconoscendo il suo ruolo cruciale per il settore.
Le sfide climatiche mettono pressione sulle produzioni agricole, richiedono nuovi metodi di coltivazione e strumenti per prevenire fenomeni come la siccità o le malattie delle piante. La ricerca promossa dal CREA supporterà gli agricoltori con soluzioni concrete, sperimentate sul campo e adattate alle diverse realtà regionali italiane.
Inoltre, il rafforzamento di CREA favorisce una migliore collaborazione tra mondo scientifico e produttivo, creando un canale diretto per trasferire conoscenze e innovazioni. Questo rapporto è vitale per permettere all’Italia di mantenere una posizione rilevante nella competizione globale sul piano agricolo e agroalimentare.
Legacoop agroalimentare e la cooperazione come leva per il rilancio
Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, ha commentato favorevolmente la strategia annunciata dal ministro Lollobrigida. Ha sottolineato che la collaborazione tra cooperative può valorizzare gli interventi già previsti, soprattutto nei settori indicati come fondamentali dal piano. La cooperazione, secondo Maretti, può amplificare gli effetti positivi degli investimenti portando a una maggiore coesione e capacità operativa delle aziende agricole.
Lo sviluppo di modelli cooperativi aiuta a superare limiti strutturali del sistema italiano, come la frammentazione delle aziende e la difficoltà di accesso a risorse e innovazioni. Un’azione collettiva favorisce la condivisione delle competenze e degli investimenti, riducendo i costi e migliorando la qualità produttiva.
La posizione di Legacoop invita a una reciproca collaborazione fra istituzioni nazionali ed europee, basata su una sussidiarietà reale e non su rivalità. In questo senso, il piano nazionale può diventare uno stimolo per l’insieme delle politiche agricole europee, modificate per meglio rispondere alle necessità dei territori e alle aspettative degli operatori agricoli.