Alla Spezia, negli spogliatoi dedicati agli infermieri dell’ospedale sant’andrea si riscontrano problemi gravi e persistenti da tempo. Muri con muffa, infiltrazioni d’acqua, intonaco che si sgretola, armadietti arrugginiti e servizi igienici rattoppati con nastro adesivo raccontano una realtà di malcustodia. A portare alla luce questa situazione è stato davide natale, segretario ligure e consigliere regionale del partito democratico, che ha presentato un’interrogazione alla giunta Bucci. Il nodo centrale riguarda la necessità di interventi strutturali e definitivi per garantire un ambiente adeguato a chi opera in un ruolo fondamentale per la sanità pubblica.
La denuncia di davide natale sui problemi degli spogliatoi dell’ospedale sant’andrea
Le condizioni degli spogliatoi destinati agli infermieri nell’ospedale sant’andrea della spezia da tempo denunciano uno stato di degrado incompatibile con un luogo di lavoro. Secondo davide natale, i locali mostrano segni evidenti di incuria: muffa diffusa sulle pareti, infiltrazioni che compromettono l’intonaco e armadietti corrotti dalla ruggine si sommano a servizi igienici fatiscenti tenuti insieme da riparazioni provvisorie con nastro adesivo. Un quadro che rivela non solo l’esigenza di interventi urgenti, ma anche una mancata attenzione nel lungo periodo da parte delle autorità competenti.
Le condizioni precarie evidenziate da natale
Natale sottolinea come la situazione non sia stata risolta da rimedi temporanei o interventi di mera superficialità. L’ospedale, afferma, sembra abbandonato a se stesso, con spazi di lavoro per il personale infermieristico decisamente poco dignitosi. La denuncia va oltre la semplice critica: punta a sollecitare risposte precise da parte della giunta della regione liguria e delle amministrazioni locali, che dovrebbero mettere a disposizione risorse e piani di intervento puntuali per rimettere in sicurezza e decoro gli ambienti.
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Le reazioni della giunta bucci e gli interventi limitati sul breve termine
In aula il problema è stato affrontato anche dall’assessore, che ha ammesso come gli interventi fatti finora — come l’applicazione di prodotti antimuffa, la tinteggiatura delle pareti e il rattoppo della guaina impermeabile — offrano soltanto una soluzione temporanea. Queste azioni, pur migliorando l’aspetto estetico e limitando i danni immediati, non eliminano le cause profonde del degrado. L’assessore ha inoltre confidato di aver pensato che sarebbe stato meno costoso sostituire interamente gli spogliatoi con nuovi locali adeguati.
Consapevolezza del problema ma assenza di interventi risolutivi
L’ammissione aiuta a comprendere che non manca la consapevolezza del problema. Eppure, da oltre un decennio, la gestione regionale e cittadina non ha messo in fila progetti strutturali risolutivi. C’è un evidente ritardo nella programmazione e nella gestione delle risorse, che finisce per penalizzare soprattutto il personale infermieristico. Questi ambienti, utilizzati quotidianamente da chi assiste e cura, non garantiscono la sicurezza e l’igiene necessarie.
La richiesta di soluzioni definitive per garantire dignità ai lavoratori sanitari
davide natale insiste nel chiedere un cambio di passo deciso. L’invito è rivolto a chi governa la regione liguria, la città della spezia e la sua provincia, affinché le priorità vengano fissate con chiarezza. La spesa teorica per sostituire gli spogliatoi con nuovi locali è stata ritenuta vantaggiosa rispetto ai continui rattoppi infruttuosi.
Impegno reale e progettualità precisa
A questo punto, oltre alle interrogazioni parlamentari, serve un impegno reale per individuare una soluzione definitiva. Gli spogliatoi devono garantire un ambiente salubre e sicuro, così da rispettare il lavoro degli infermieri impegnati in una delle attività più delicate all’interno dell’ospedale sant’andrea. Occorrono non solo disponibilità economiche ma anche una progettualità precisa, per evitare che situazioni del genere continuino a ripetersi e peggiorino.
A spezia resta la pressione costante sulle istituzioni coinvolte: ogni giorno che passa senza risposte concrete alimenta un malessere diffuso tra gli operatori sanitari e la comunità locale.