In seguito a un’annata complessa, marcata da semine tardive e condizioni climatiche sfavorevoli, gli agricoltori del Veneto si preparano per la nuova stagione della bieticoltura. Nel contesto di sfide e opportunità, l’obiettivo è ripristinare le superfici coltivate e massimizzare la produzione. Una recente riunione della sezione di prodotto bieticola di Confagricoltura Veneto ha gettato luce sulle prospettive per il futuro e sull’importanza di questo settore per l’economia locale.
L’andamento della bieticoltura nel 2023
Il 2023 ha presentato difficoltà significative per la coltivazione delle barbabietole da zucchero, principalmente dovute a semine ritardate causate da piogge abbondanti e temperature elevate durante l’estate. Questo ha portato a una produzione inferiore rispetto agli anni precedenti, creando una certa preoccupazione tra gli agricoltori. Carlo Pasti, presidente della sezione di Confagricoltura Veneto, ha commentato che, nonostante la partenza lenta per il 2024, c’è un forte impegno per far rinascere questa coltura storica nel territorio veneto.
A livello regionale, l’auspicio è di tornare a investire su una superficie di circa 7.000-8.000 ettari, come era accaduto all’inizio del 2023. I territori principali interessati sono quelli di Rovigo, Padova e Venezia, dove la bieticoltura ha tradizionalmente trovato terreno fertile. Questa coltura non solo rappresenta un’opportunità economica, ma anche una scelta strategica per l’organizzazione aziendale e le rotazioni colturali che favoriscono la sostenibilità dell’intero sistema agricolo.
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Potenzialità e sviluppi per il settore bieticolo
Giovanni Tamburini, presidente nazionale della sezione bieticola di Confagricoltura, ha evidenziato la necessità di ampliare la superficie dedicata alla bieticoltura per garantire un’adeguata attività nei due zuccherifici italiani rimasti, situati a Pontelongo e Minerbio. Il presidente ha sottolineato come, nonostante la flessione nei prezzi dello zucchero prevista per il 2024, l’industria sta cercando di valorizzare il prodotto made in Italy. Tamburini ha espresso un ottimismo riguardo ai contratti stipulati con le industrie che intendono investire nella qualità dei propri prodotti.
Particolare attenzione viene riservata allo zuccherificio di Pontelongo che, per garantire efficienza operativa, dovrà ricevere principalmente bietole provenienti dalle aree venete e dall’Alto Ferrarese. Questo aiuto locale non solo ridurrà i costi di trasporto, ma creerà un legame più stretto tra agricoltori e industria, favorendo così un equilibrio vantaggioso per tutte le parti coinvolte.
Ricerca e innovazione nella bieticoltura
Il futuro della bieticoltura veneta passa anche attraverso la ricerca e l’innovazione. Giovanni Campagna, referente dell’area Sperimentazione di Coprob, ha messo in evidenza i progressi nel testare nuove varietà di bietole che potrebbero garantirne una maggiore resistenza ai mutamenti climatici e agli attacchi fungini. Queste nuove varietà potrebbero rendere la coltivazione più redditizia e sostenibile nel lungo termine.
Confagricoltura sottolinea l’importanza di incrementare gli investimenti nel settore della ricerca per sviluppare nuovi principi attivi per la difesa fitosanitaria. Gli agricoltori si aspettano un impegno maggiore da parte dei fondi pubblici e privati per supportare queste iniziative, affinché il settore possa evolversi e rispondere alle sfide future in un clima agricolo in continua evoluzione.
In questo scenario di sfide e opportunità, la fiducia degli agricoltori veneti è rivolta a una stagione di ripresa e crescita per la bieticoltura, ritenuta cruciale non solo per l’economia locale, ma anche per la sostenibilità ambientale dell’intero settore agricolo.