Giacomo Boni a cento anni dalla morte, l'archeologo che rivelò i segreti di Roma antica

Giacomo Boni a cento anni dalla morte, l’archeologo che rivelò i segreti di Roma antica

Giacomo Boni, archeologo veneziano e senatore del Regno nominato da Benito Mussolini, ha rivoluzionato lo studio della Roma antica con il metodo stratigrafico e la valorizzazione del foro romano.
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Lo speciale di Rai Storia celebra Giacomo Boni, archeologo pionieristico che ha riportato alla luce le origini di Roma, valorizzando il patrimonio storico attraverso scavi innovativi e una profonda passione culturale. - Gaeta.it

Giacomo Boni rappresenta una figura fondamentale per l’archeologia italiana, specialmente per lo studio della Roma antica. Nel centenario della sua scomparsa, Rai Storia dedica uno speciale che racconta la sua vita e la sua opera, centrando l’attenzione sul suo contributo pionieristico nello scavo e nella narrazione della città eterna primitiva. Boni non solo ha scavato la storia, ma ha saputo anche trasmetterla, restituito alla società il patrimonio nascosto sotto il suolo di Roma.

La ricerca della Roma delle origini: la missione di Giacomo Boni

Giacomo Boni dedicò la sua vita a riportare alla luce la Roma più antica, quella che precede l’epoca imperiale e che ha plasmato la storia millenaria della città. Il suo impegno era rivolto a riscoprire come Roma fosse nata e si fosse evoluta, restituendo ai suoi contemporanei la dimensione profonda delle radici della civiltà romana. Boni non considerava semplicemente l’archeologia come un mestiere, ma come una vera e propria missione culturale e civile. Era convinto che conoscere le origini di Roma significasse aiutare l’Italia a recuperare la propria identità e a difendere il patrimonio con consapevolezza.

La sua più nota attività di scavo riguardò il foro romano, luogo simbolo di potere e vita pubblica nell’antichità. Nel perseguire questo obiettivo adottò il metodo stratigrafico, ancora poco utilizzato all’epoca in Italia. Questo approccio, che consiste nello studio degli strati di terreno accumulati nel tempo, consentiva di ricostruire la storia della città basandosi su dati precisi e inconfutabili. Proprio sul colle Palatino, cuore pulsante delle origini di Roma, Boni lavorò con passione fino agli ultimi giorni della sua vita.

La carriera e il riconoscimento internazionale di un archeologo veneziano

Nato a Venezia, Giacomo Boni trovò nella sua città natale il terreno fertile per coltivare molteplici interessi scientifici. Venezia, allora in fase di trasformazione, fu per lui scuola di architettura, botanica e restauro. Boni partecipò ai dibattiti culturali della sua epoca e incrociò le strade di numerosi intellettuali italiani e stranieri. I suoi viaggi lo portarono in numerose regioni italiane, dove catalogò e mise in risalto tesori spesso dimenticati o ignoti ai più.

Il suo lavoro lo rese una personalità riconosciuta oltre i confini nazionali, tanto che nel 1923 fu nominato senatore del Regno da Benito Mussolini, un riconoscimento ufficiale per il suo apporto allo studio e alla tutela del patrimonio storico italiano. Ma il suo successo si misura soprattutto nel metodo e nella tenacia con cui condusse gli scavi e gli studi. Non smise mai di esplorare, inventariare e raccontare, facendo della ricerca archeologica uno strumento per far conoscere la storia reale e tangibile di Roma.

Lo speciale Rai Storia: un omaggio a Boni e al suo metodo di lavoro

Il documentario “Giacomo Boni, l’archeologo del foro romano“, diretto da Marzia Marzolla con il racconto di Ilaria Scala, si propone di ripercorrere la vita e la carriera di Boni a cento anni dalla sua morte, avvenuta a Roma il 10 luglio 1925. Lo speciale, trasmesso il 12 maggio alle 21.10 su Rai Storia, fa parte della serie “Italia. Viaggio nella bellezza” e vuole riportare lo spettatore a quel periodo in cui la disciplina archeologica italiana prendeva corpo e slancio.

La trasmissione mette in luce i molteplici interessi di Boni, la sua ricerca costante e le tappe fondamentali delle sue scoperte archeologiche, soprattutto quelle legate al foro romano e al colle Palatino. La figura di Boni emerge come quella di un archeologo rigido ma appassionato, capace di insegnare a leggere la storia attraverso ciò che resta nascosto sotto terra. Lo speciale sottolinea anche come Boni visse in prima persona le relazioni culturali con l’Europa e la sua dedizione al recupero e alla tutela del patrimonio.

Con questo omaggio, Rai Storia offre al pubblico un’occasione per scoprire o riscoprire un protagonista della storia italiana, al centro di una stagione cruciale per la valorizzazione dei beni archeologici del paese. Il lavoro di Boni non si esaurisce negli scavi, ma si estende alla capacità di raccontare una storia che altrimenti sarebbe rimasta chiusa nel passato.

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