Generation Z e l'intelligenza artificiale: i giovani puntano su salute e ricerca

Generation Z e l’intelligenza artificiale: i giovani puntano su salute e ricerca

La Generazione Z mostra fiducia nell’intelligenza artificiale per migliorare ricerca e medicina, auspicando un equilibrio tra innovazione tecnologica e contatto umano nelle cure sanitarie.
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Generation Z e l'intelligenza artificiale: i giovani puntano su salute e ricerca - Gaeta.it

La Generazione Z manifesta una chiara fiducia nell’intelligenza artificiale e nel suo potenziale impatto sui settori della ricerca scientifica e della medicina. Secondo uno studio condotto da SWG per Johnson & Johnson, il 68% dei giovani vede la ricerca come il campo che trarrà maggiori vantaggi dall’AI, mentre il 66% si aspetta un cambiamento positivo anche nella medicina. Con una gestione e un’organizzazione più rapide e personalizzate della sanità, i giovani credono che la tecnologia possa apportare significativi miglioramenti, ma non a scapito del contatto umano fondamentale nelle cure.

Impatti attesi dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario

I dati raccolti dalla ricerca rivelano che il 61% dei giovani ritiene che l’AI renderà la sanità più veloce, il 57% più organizzata e il 50% efficace e personalizzata. Questa fiducia si traduce in un atteggiamento positivo verso l’adozione delle tecnologie in ambito sanitario. Tuttavia, i giovani non vogliono eliminare il contatto umano: il 61% manifesta la necessità di mantenere un approccio empatico nella medicina, insieme a una richiesta per i professionisti di salute di sviluppare pensiero critico per integrare le innovazioni tecnologiche nel loro lavoro quotidiano.

Questi risultati pongono in evidenza l’importanza di bilanciare tra innovazione e umanità nel campo sanitario, con i giovani che esprimono una forte volontà di beneficiare delle nuove tecnologie senza rinunciare alla relazione umana con medici e operatori sanitari. L’AI potrebbe, quindi, diventare un alleato nel miglioramento delle pratiche mediche, ma non deve sostituire il valore del contatto personale.

Fattore J: un’iniziativa per ispirare i giovani

Per avvicinare i giovani a una comprensione più profonda del futuro della medicina, è stata avviata la quinta edizione di “Fattore J“. Questo progetto, frutto della collaborazione tra Johnson & Johnson e Fondazione Mondo Digitale Ets, con il supporto dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, mira a collegare gli studenti delle scuole superiori con esperti del settore sanitario. La grande novità di questa edizione è rappresentata da eventi territoriali presso alcuni tra i principali ospedali e policlinici universitari nelle regioni Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Campania.

In questi eventi, gli studenti avranno l’opportunità di apprendere direttamente da professionisti, scoprendo come la ricerca e l’AI stiano rivoluzionando il modo in cui si affronta la salute. Inoltre, i volontari di Johnson & Johnson offriranno esperienze pratiche come visite a siti produttivi, dove i ragazzi potranno osservare il processo di sviluppo e produzione dei farmaci, rendendo tangibile il legame tra innovazione e assistenza sanitaria.

L’atteggiamento dei giovani verso l’intelligenza artificiale

Nonostante la maggior parte dei giovani affermi di avere già una conoscenza sull’uso dell’AI in sanità, il loro interesse ad approfondire il tema rimane alto, con il 65% che desidera saperne di più. A questa apertura verso l’AI si accompagnano opinioni favorevoli sul suo utilizzo in contesti come diagnosi istantanee e chirurgia a distanza . Inoltre, molti sono convinti che l’AI possa avere un ruolo nel trattamento di malattie rare e nella lotta contro il cancro .

Tuttavia, non mancano i dubbi. Circa un terzo dei giovani interpellati vede alcune innovazioni come “fantascienza”. Il 37% esprime scetticismo riguardo alla diagnosi precoce dei tumori tramite analisi automatizzata delle immagini medicali, mentre il 33% non si fida dell’utilizzo di modelli predittivi per situazioni sanitarie. Ciò evidenzia un’importante area di disinformazione e la necessità di ulteriore formazione e sensibilizzazione per consolidare la fiducia dei giovani nell’AI.

Eventi di lancio e personaggi coinvolti

L’incontro di apertura di “Fattore J“, tenutosi presso l’INT di Milano, ha visto la partecipazione di importanti esponenti istituzionali e scientifici. Tra gli ospiti c’erano Emanuele Monti, presidente della Commissione Welfare della Regione Lombardia, e Carlo Nicora, direttore generale dell’INT, che hanno sottolineato l’importanza di un impegno collettivo per formare i giovani verso un uso etico e responsabile delle tecnologie. Monti ha esclamato che l’innovazione deve stimolare curiosità, ma anche comportare una responsabilità sociale, mentre Galmozzi ha posto l’accento sull’importanza della ricerca oncologica, invitando i giovani a esplorare e avvicinarsi al mondo scientifico.

La voce di Johnson & Johnson ha trovato espressione in Mario Sturion, che ha ribadito il ruolo dell’innovazione come motore di cambiamento. Il suo messaggio è chiaro: i giovani devono diventare i protagonisti della salute del futuro, e la tecnologia deve essere vista come un’opportunità per migliorare la vita delle persone. Infine, Mirta Michilli ha evidenziato come “Fattore J” rappresenti non solo un’opportunità formativa, ma un processo di innovazione sociale, volto a costruire una cultura della salute inclusiva e partecipativa per tutti.

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