Nel 2007 una garza impiegata nelle analisi del caso Andrea Sempio ha suscitato dubbi riguardo la sua integrità. L’avvocato di Sempio ha sottolineato nuove considerazioni sul possibile stato di contaminazione del materiale che ha fatto emergere profili genetici inattesi. La questione riguarda i test svolti su quel campione e le conseguenze che hanno avuto sull’indagine.
La funzione originaria della garza e il suo uso nel 2007
La garza in questione veniva usata durante l’autopsia come strumento per individuare la presenza di liquido seminale nel cavo orale della vittima. L’elemento principale è che in quel periodo si trattava di un materiale non sterile, destinato alla raccolta di tracce biologiche ma con un utilizzo limitato. Questo aspetto fa emergere una serie di criticità sul trattamento e sulle analisi successive.
Il ruolo dell’avvocato e le manipolazioni del materiale
Secondo l’avvocato di Andrea Sempio, la garza è stata sottoposta a manipolazioni che ne hanno alterato il contenuto originale. “Prima di qualsiasi esame, il materiale avrebbe dovuto essere gestito con strumenti e procedure rigorose per evitare contaminazioni.” Invece, essendo un supporto non sterile e utilizzato per scopi diversi da quelli attuali, la sua esposizione a più persone ha sovrapposto vari profili genetici.
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Contaminazioni e profili genetici rilevati sulla garza
Le dichiarazioni riportano che diverse persone hanno toccato la garza e ciò ha portato a identificare profili genetici non riconducibili alla vittima o al sospettato principale. Tra questi spicca il nome di Ferrari, ausiliario del medico legale che ha condotto l’autopsia, il cui DNA è stato evidenziato sul materiale.
Questa scoperta mette in luce che la traccia genetica non è univoca né chiara. Anzi, il profilo attribuito all’“Ignoto 3”, che sarebbe stato uno degli elementi chiave nell’inchiesta, risulta composto in parte dal DNA di Ferrari e in parte da materiale di origine sconosciuta. Questo genera incertezza sull’attendibilità delle prove emerse da quella garza.
La molteplicità di contatti con il campione ha complicato la possibilità di identificare con esattezza i responsabili o di escludere errori nelle indagini. Ogni passaggio ha aumentato il rischio di alterazioni o aggiunte non controllate di componenti biologici estranei.
La complessità della traccia genetica
“La garza contaminata impedisce di isolare il profilo genetico originale,” spiega l’avvocato, sottolineando come ciò possa invalidare interpretazioni sulle prove.
Implicazioni sul processo e sull’interpretazione delle prove
Il dubbio sollevato sull’integrità della garza utilizzata apre scenari complicati nell’esame delle prove raccolte a suo tempo. Gli elementi genetici sono fondamentali nelle indagini su crimini violenti e una contaminazione può compromettere l’intera catena probatoria.
L’avvocato di Sempio ha puntato i riflettori proprio su questo punto, sostenendo che la garza non possa essere usata come supporto per una valutazione definitiva. “Se la traccia attribuita a un terzo soggetto è mista e non isolata, l’intera analisi perde credibilità.”
Questo tipo di situazione richiede una revisione delle modalità con cui sono stati condotti gli esami, con possibili effetti sul corso dell’indagine e sulle decisioni giudiziarie. La presenza di DNA estraneo e l’incertezza sulle identità coinvolte suggeriscono che alcune conclusioni potrebbero dover essere riesaminate con attenzione.
Ruolo degli operatori e criteri di gestione del materiale probatorio
Il punto centrale riguarda anche chi ha avuto accesso al materiale e le procedure adottate per conservarlo e maneggiarlo. Il fatto che l’ausiliario Ferrari sia risultato tra i diversi profili trovati sulla garza suggerisce che l’ambiente di lavoro e la catena di custodia hanno presentato lacune.
Una corretta gestione delle prove deve garantire la separazione e la protezione da interferenze esterne. Nel caso di materiale biologico, questo significa evitare contatti diretti non necessari, usare dispositivi di protezione e rispettare protocolli di sterilità per mantenere la validità dell’esame.
Criticità nella catena di custodia
La mancanza di queste accortezze può compromettere la fiducia nel risultato. L’avvocato ha chiarito come “il contatto diretto di molte persone sullo stesso campione renda difficile risalire all’origine precisa di ogni traccia.” In un’indagine di carattere medico-legale questo dettaglio costituisce un grave problema.
Per il futuro, questo caso fa riflettere sulla necessità di adottare sistemi più rigorosi nel trattamento dei reperti, evitando di compromettere elementi decisivi per la ricostruzione dei fatti.