Gabriele Gravina indagato per autoriciclaggio: la procura generale di Cassazione trasferisce il caso

Gabriele Gravina indagato per autoriciclaggio: la procura generale di Cassazione trasferisce il caso

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, è sotto indagine per autoriciclaggio. La Procura di Sulmona esamina le accuse legate a operazioni sospette e irregolarità finanziarie.
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Gabriele Gravina indagato per autoriciclaggio: la procura generale di Cassazione trasferisce il caso - Gaeta.it

La situazione giuridica intorno a Gabriele Gravina, presidente della FIGC, si complica ulteriormente con l’elaborazione di un’indagine per autoriciclaggio. La procura generale di Cassazione ha deciso di trasferire il fascicolo alla Procura di Sulmona, competente dal punto di vista territoriale. Questo trasferimento nasce dalla richiesta presentata dai legali di Gravina, segnando un ulteriore capitolo in una vicenda iniziata nel marzo del 2023.

L’inchiesta e le accuse nei confronti di Gravina

L’indagine su Gabriele Gravina è stata avviata in seguito a un impulso della Procura nazionale Antimafia, con l’obiettivo di fare luce su presunti illeciti legati a operazioni di dossieraggio. Queste attività hanno coinvolto vari soggetti, tra cui Pasquale Striano, creando il terreno fertile per l’accusa di autoriciclaggio che ora pende sul presidente della FIGC. A inizio dicembre, i pubblici ministeri di Roma hanno notificato a Gravina la chiusura delle indagini preliminari, un passaggio che potrebbe preludere a un eventuale rinvio a giudizio.

Le irregolarità citate includono la compravendita di una raccolta di libri antichi nella disponibilità dello stesso Gravina. Questo aspetto non è di poco conto, dato che il valore economico delle operazioni sospette potrebbe rivelarsi significativo e giustificare le indagini in corso. Il 19 novembre scorso, il tribunale del Riesame aveva già respinto l’appello della Procura riguardante il sequestro preventivo di 140 mila euro nei confronti del numero uno della FIGC, un fatto che inasprisce ulteriormente la situazione.

La competenza territoriale e il ruolo della Procura di Sulmona

Il trasferimento dell’indagine alla Procura di Sulmona avviene per motivi di competenza territoriale. L’ufficio giudiziario di Sulmona ha giurisdizione su Castel di Sangro, località dove ha sede la filiale della banca che ha accreditato i fondi al centro della controversia. Questo particolare giuridico complica ulteriormente il quadro, dimostrando come le procedure legali possano avere risvolti intricati a livello di giurisdizione e competenza.

Il dibattito legale intorno a queste questioni è complesso e potrebbe influenzare l’andamento del caso. I legali di Gravina sono già al lavoro per difendere il loro cliente dai gravi addebiti, mentre la Procura di Sulmona si prepara a esaminare gli atti e a seguire i procedimenti formali necessari.

Le prossime fasi dell’inchiesta

Mentre gli avvocati e i pubblici ministeri si preparano per il successivo passo legale, l’attenzione rimane alta attorno a questa inchiesta che coinvolge figure di spicco nello sport italiano. La facile visibilità mediatica della vicenda non la rende solo una questione legale, ma anche un tema di dibattito pubblico, portando sia i tifosi che gli esperti a interrogarsi sull’integrità delle istituzioni.

Con la Procura di Sulmona ora coinvolta, è atteso un approfondimento dei fatti e delle evidenze raccolte finora. I prossimi sviluppi potrebbero riservare colpi di scena e ulteriori informazioni sui dettagli delle presunte irregolarità, in particolare per quanto riguarda le transazioni sui beni di Gravina e le reali conseguenze di queste operazioni finanziarie. La vicenda non è destinata a svanire rapidamente dai riflettori, continuando a essere oggetto di attenzione e analisi da parte della stampa e dell’opinione pubblica. L’epilogo di questa storia è ancora incerto, con le prossime udienze che promettono di portare alla luce nuovi dettagli e di definire il futuro di Gravina nel mondo del calcio italiano.

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