Furto e smembramento di auto: arrestati 25 componenti di un’organizzazione a Cerignola e Bat

Furto e smembramento di auto: arrestati 25 componenti di un’organizzazione a Cerignola e Bat

La polizia e la procura di Trani arrestano 25 membri di una rete criminale specializzata nel furto e smembramento di auto e furgoni rubati tra Cerignola e Barletta-Andria-Trani, smantellando un’organizzazione strutturata.
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Una rete criminale specializzata nel furto e smontaggio di auto e furgoni rubati tra Cerignola e Barletta-Andria-Trani è stata smantellata con l’arresto di 25 persone grazie all’operazione "Stolen II" condotta da polizia e procura. - Gaeta.it

Una rete criminale specializzata nel furto e nella vendita all’ingrosso di pezzi ricavati da auto e furgoni rubati ha subito un colpo importante. L’operazione condotta da polizia e procura ha portato all’arresto di 25 persone, considerate al centro di questa attività illegale che si protrasse per oltre due anni tra Cerignola e la provincia di Barletta-Andria-Trani. I dettagli mostrano un’organizzazione strutturata con decine di membri pronti a intervenire in simultanea.

Caratteristiche dell’organizzazione e modalità operative

L’associazione a delinquere disponeva di almeno venti squadre operative capaci di rubare più veicoli nel giro di pochi minuti. Ogni giorno venivano sottratti fino a sette mezzi tra auto e furgoni. I veicoli venivano immediatamente trasferiti in due autorimesse situate a Cerignola. Da lì venivano spostati in campagne limitrofe nella zona di Trani per essere smembrati.

Gli affiliati svolgevano ruoli ben definiti: alcuni guidavano i mezzi e incassavano fino a 150 euro per ogni trasferimento, altri si occupavano dello smontaggio e del confezionamento dei pezzi ricavati. Il materiale ottenuto veniva poi commercializzato sul mercato nazionale e spesso inviato anche all’estero, segnalando una filiera di riciclaggio ormai strutturata oltre i confini locali.

Questa organizzazione criminosa ha operato indisturbata grazie a tecniche di comunicazione studiate appositamente per sfuggire alle indagini, come l’uso di utenze usa e getta e la costante cancellazione dei messaggi. Il ricorso a questi accorgimenti ha profondamente complicato il lavoro degli inquirenti.

Indagini e operazione stolen ii: la risposta delle forze dell’ordine

L’operazione “Stolen II” è scaturita da approfondimenti condotti a seguito di un’indagine precedente, risalente a giugno 2024, che aveva portato a 26 misure cautelari. Coinvolgendo Squadra mobile di Andria e Foggia, Sco, commissariato di Cerignola, il coordinamento affidato alla Procura di Trani ha permesso di ricostruire con precisione il metodo criminale e la catena di complicità.

L’indagine ha toccato il suo momento di massimo rischio quando la polizia ha tentato una perquisizione e i sospetti hanno risposto con una fuga spericolata. Quattro agenti sono rimasti feriti negli scontri con i fuggitivi, sottolineando la pericolosità della situazione e la determinazione del gruppo criminale.

L’arresto degli odierni 25 membri conferma come la rete fosse ancora attiva e ben organizzata. Oltre agli arrestati, si contano decine di provvedimenti e arresti in flagranza, segno di un lavoro investigativo costante e rigoroso. Il questore di Bat ha voluto mettere in evidenza che, “nonostante l’aumento nazionale di tale tipo di reati, in questa provincia la tendenza si è invertita grazie a queste operazioni.”

Il ruolo della procura di trani e ricostruzione della filiera illegale

Il procuratore Renato Nitti ha descritto l’organizzazione come una vera e propria “industria del crimine con una miriade di ruoli ben distribuiti.” Ogni elemento della catena otteneva una remunerazione commisurata al proprio compito. Non si trattava di azioni isolate ma di una pianificazione che coinvolgeva più settori, dal furto vero e proprio fino allo smembramento e alla spedizione dei pezzi.

La strategia investigativa

La strategia degli investigatori si è basata sulla ricostruzione integrale della filiera: i furti venivano eseguiti simultaneamente, i mezzi portati nelle officine per lo smontaggio si trovavano in diverse località e i pezzi venivano imballati e spediti anche all’estero, rendendo difficile risalire ai responsabili.

La scelta del gruppo di cancellare tutte le comunicazioni e usare numeri telefonici temporanei ha rallentato le indagini, ma non ha impedito agli investigatori di raccogliere prove sufficienti per smantellare la rete. La responsabilità di 25 persone in questa fase conferma l’efficacia del lavoro svolto sul campo.

Il risultato raggiunto testimonia la complessità delle reti criminali in ambito locale e nazionale e la capacità delle forze dell’ordine di intervenire anche contro organizzazioni che adottano sistemi sofisticati per eludere i controlli.

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