Furto al cimitero di Oropa: rubata l'effige del Medaglie d'Oro Costantino Crosa, un atto vile

Furto al cimitero di Oropa: rubata l’effige del Medaglie d’Oro Costantino Crosa, un atto vile

Furto dell’effige del Capitano Costantino Crosa al cimitero di Oropa provoca indignazione a Biella, colpendo la memoria storica e l’identità della comunità in vista dell’adunata nazionale degli Alpini.
Furto Al Cimitero Di Oropa3A Ru Furto Al Cimitero Di Oropa3A Ru
Furto al cimitero di Oropa: rubata l'effige del Medaglie d'Oro Costantino Crosa, un atto vile - Gaeta.it

Un furto a dir poco inaccettabile ha scosso la comunità di Biella e non solo: nel cimitero di Oropa, un luogo di intensa devozione e memoria, è stata trafugata l’effige in bronzo del Capitano Costantino Crosa, insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare. Questo atto ignobile non ha ferito soltanto il cuore degli Alpini, ma ha scatenato l’indignazione di tutta la cittadinanza, che considera il cimitero un vero e proprio santuario di ricordi, particolarmente significativo in un periodo in cui la sezione biellese dell’Associazione Nazionale Alpini si appresta a organizzare l’adunata nazionale degli Alpini, prevista dal 9 all’11 maggio.

Il furto e la reazione della comunità

La denuncia del grave episodio è giunta dalla sezione Alpini di Biella, i cui membri hanno espresso un profondo sdegno nei confronti di un atto che definiscono “una vergogna e un insulto” alla memoria di coloro che hanno sacrificato la vita per la patria. L’effige del Capitano Crosa, simbolo di coraggio e dedizione, è stata sottratta in un modo particolarmente brutale, suscitando l’indignazione non solo tra i membri dell’associazione ma in tutta la comunità, che guarda a questo cimitero con grande rispetto e adorazione.

Ogni giorno, molti biellesi visitano il cimitero di Oropa per rendere omaggio a chi ha dato la vita per il Paese durante i conflitti mondiali. Il furto dell’effige non è solo un gesto di ribellione alla memoria storica, ma rappresenta anche una ferita profonda per l’orgoglio di una città che ha sempre onorato i propri eroi. I ladri, infatti, hanno portato via non solo un oggetto, ma un simbolo di speranza e resistenza, attaccando la storia e l’identità collettiva di Biella.

La Sezione Alpini di Biella ha lanciato un appello ai cittadini affinché collaborino con le autorità e segnalino eventuali informazioni che possano portare all’identificazione dei colpevoli. La denuncia è stata immediatamente girata ai Carabinieri, i quali stanno già conducendo indagini per fare luce su questo atto vile e riprovevole.

La figura di Costantino Crosa

Il Capitano Costantino Crosa rappresenta una delle figure più illustri della storia biellese, autentico simbolo del sacrificio e del patriottismo. Nato a Biella il 12 febbraio 1889, Crosa si arruolò come ufficiale e si distinse per il suo eccezionale coraggio durante la Prima Guerra Mondiale, in particolare nel contesto delle dure battaglie sul fronte dell’Isonzo e del Piave. La sua storia si intreccia inevitabilmente con quella di tanti uomini e donne che, in quegli anni bui, si trovarono a combattere per la libertà e l’indipendenza dell’Italia.

Morì il 18 giugno 1918, nei pressi di Molino Vecchio, mentre difendeva una posizione strategica. Anche se gravemente ferito, Costantino Crosa riuscì a mantenere la propria posizione per diversi giorni, incarnando così il motto “Di qui non si passa” con uno spirito indomito e consapevole del sacrificio che stava compiendo. La sua dedizione e il suo coraggio hanno lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva.

Negli anni, l’effige in bronzo presente al cimitero di Oropa è diventata un simbolo di riconoscimento e rispetto verso tutti coloro che hanno combattuto e perso la vita per la nazione. Questo furto, quindi, non rappresenta soltanto un attacco a una statua, ma un attacco contro la stessa storia e identità di una comunità che è fiera del proprio passato e dei propri eroi. La memoria di Crosa continuerà a vivere nel ricordo di chi apprezza il sacrificio e l’eroismo, ma l’atto vile dei ladri ha senza dubbio lasciato un segno doloroso nella comunità biellese.

Change privacy settings
×