Durante la sera del 5 giugno 2025, un gruppo di attivisti e rappresentanti politici si è radunato in piazza colonna a roma per un flash mob: hanno proiettato il simbolo del referendum sulla cittadinanza sulla facciata di palazzo chigi. L’evento, promosso dal comitato referendario, mirava a contrastare il silenzio mediatico e politico attorno al voto previsto per l’8 e 9 giugno, su un tema che resta centrale nel dibattito nazionale.
Il flash mob e la proiezione a palazzo chigi
Il flash mob in piazza colonna ha attirato l’attenzione su un argomento che, nelle settimane precedenti, ha subito un blackout informativo da parte dei principali canali istituzionali e dei media mainstream. Durante la serata, la facciata di palazzo chigi è stata illuminata con il simbolo ufficiale del referendum sulla cittadinanza, scelta simbolica che ha voluto rappresentare la domanda di trasparenza e partecipazione democratica.
I protagonisti dell’evento
L’azione è stata organizzata dal comitato promotore del referendum, con la partecipazione di alcune figure chiave della campagna. Tra i presenti, Riccardo Magi, presidente del comitato e segretario di +Europa, Deepika Salhan, co-promotrice, Antonella Soldo, coordinatrice della campagna, Carla Taibi, tesoriera di +Europa, e Antonio Liguori di ActionAid. La scelta di palazzo chigi non è casuale: il flash mob ha rappresentato una pressione diretta sull’esecutivo, che non aveva ancora preso posizione pubblica sul voto.
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L’evento ha assunto così anche un valore simbolico, richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica sull’importanza di una corretta informazione in vista del referendum.
Il silenzio del governo sul referendum sulla cittadinanza
Il silenzio del governo in merito al referendum ha scatenato le critiche dei promotori. Riccardo Magi ha evidenziato come la presidente del consiglio Giorgia Meloni, durante la sua apparizione in prima serata tv, abbia evitato qualsiasi commento o accenno al referendum in programma nei giorni successivi. L’assenza di una posizione ufficiale e l’ostilità nei confronti del dibattito pubblico sono stati letti come un tentativo di oscurare il voto.
Secondo Magi, questo silenzio «smentisce se stessi», visto che il governo, anche con dichiarazioni precedenti, aveva manifestato un interesse al tema ma poi si è tirato indietro proprio nel momento decisivo. La strategia di non affrontare il tema rischia di privare i cittadini di una informazione essenziale per esercitare il proprio diritto di voto in modo consapevole.
Il comitato promotore ha quindi voluto rompere questa barriera silenziosa con azioni concrete come il flash mob, per richiamare l’attenzione e spingere verso una discussione pubblica trasparente.
Le ragioni e gli obiettivi della campagna referendaria
Il referendum riguarda modifiche alla legge sulla cittadinanza, un tema che ha sollevato dibattiti profondi in tutto il paese. La campagna del comitato promotore punta a spiegare le ragioni del voto, considerate urgenti e di fondamentale importanza per il futuro della normativa italiana.
Perché cambiare la legge sulla cittadinanza
Secondo gli organizzatori, aggiornare le leggi sulla cittadinanza rappresenterebbe un passo necessario per riconoscere diritti a chi vive e cresce in italia ma non ancora gode del pieno riconoscimento nazionale. La riforma proposta è vista come un punto di partenza per garantire pari dignità e inclusione sociale.
Il comitato insiste sul fatto che la campagna referendaria non vuole soltanto modificare aspetti normativi, ma si muove anche nell’ottica della difesa dello stato di diritto. Questa campagna cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di esprimersi in modo informato e partecipare attivamente a un momento istituzionale decisivo.
L’attenzione resta alta, visto che il voto dell’8 e 9 giugno può rappresentare una svolta o un blocco nella discussione sulle politiche d’integrazione.
La presenza e il ruolo delle associazioni e dei rappresentanti politici
Oltre ai promotori del referendum, al flash mob hanno preso parte anche rappresentanti di associazioni impegnate nella difesa dei diritti e nella promozione di politiche inclusive. Ad esempio, Antonio Liguori di ActionAid ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento civico in occasione di appuntamenti democratici di questa portata.
Il coinvolgimento di +Europa è stato centrale: la formazione politica continua a sostenere la battaglia referendaria con iniziative pubbliche e dialoghi con i cittadini. La presenza dei suoi rappresentanti, come Riccardo Magi e Carla Taibi, dimostra l’impegno diretto nel promuovere una campagna di informazione ampia.
Questi attori hanno cercato di mobilitare non solo il mondo politico, ma anche le associazioni, i giornalisti e i semplici cittadini, per creare un clima di confronto e partecipazione. La mobilitazione in piazza colonna ha dunque avuto anche la funzione di rilanciare la discussione pubblica.
La convergenza tra diverse voci testimonia l’interesse trasversale intorno al referendum, riconosciuto come uno snodo fondamentale per la legislazione italiana sulla cittadinanza e per la vita democratica del paese.