La sanità italiana sta affrontando una trasformazione significativa grazie all’introduzione di tecnologie digitali e intelligenza artificiale. La federazione società medico scientifiche italiane ha lavorato intensamente negli ultimi anni per sviluppare percorsi di cura più efficienti, in particolare rivolti a malattie cronico-degenerative e rare. Queste innovazioni puntano a ridurre tempi di attesa, spostamenti inutili e migliorare il ruolo di pazienti e caregiver nel percorso terapeutico.
Patient journey digitali per malattie croniche e rare
In questi ultimi due anni fism ha presentato 14 nuovi patient journey, cioè un modello strutturato del cammino del paziente attraverso le tappe della malattia. Questi percorsi sono digitalizzati e pensati per semplificare l’accesso alle cure per le persone con malattie cronico-degenerative e rare. Secondo il presidente di fism, loreto gesualdo, il progetto mira a ridurre tempi di attesa e spostamenti spesso definiti “viaggi della speranza” necessari in passato.
I pazienti e i loro caregiver trovano in questo sistema una risposta più diretta e coordinata, con maggior coinvolgimento nella gestione quotidiana della malattia. La digitalizzazione permette anche un monitoraggio più puntuale dello stato di salute, accelerando il passaggio da una fase all’altra del trattamento e aumentando la tempestività degli interventi medici.
Leggi anche:
Un approccio integrato per migliorare la qualità di vita
Il contesto attuale vede sempre più necessario un approccio integrato. La sanità non può fermarsi alla cura dell’emergenza, ma deve mettere al centro la prevenzione e il miglioramento continuo della qualità di vita dei pazienti. Fism si è concentrata proprio su questo aspetto, promuovendo collaborazioni tra società scientifiche, istituzioni e industria per offrire soluzioni concrete.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale nei nuovi modelli di cura
Durante l’evento “l’ai week” a rho-fiera milano, fism ha promosso il dibattito sulla funzione dell’intelligenza artificiale nella sanità. Sono state coinvolte 10 federate fism che hanno condiviso esperienze e progetti riguardo all’impatto dell’ia nei percorsi assistenziali. Loreto gesualdo ha sottolineato come la tecnologia possa essere integrata nel lavoro clinico senza sostituire la componente umana.
L’intelligenza artificiale aiuta a mettere in sinergia dati clinici, linee guida e trial sperimentali in modo da ottimizzare il supporto al medico. Le istituzioni e le società scientifiche giocano una parte importante nel definire standard per un uso corretto e responsabile di questi strumenti. Nel contempo il paziente deve essere coinvolto attivamente per acquisire competenze digitali e partecipare in modo consapevole al proprio percorso di cura.
Partnership e sostenibilità finanziaria
Anche le partnership pubblico-private sono considerate fondamentali per sostenere finanziariamente e gestire le innovazioni tecnologiche. Il modello italiano punta a combinare risorse e competenze per far fronte a queste nuove sfide in sanità, garantendo l’accesso equo ed efficiente a cure personalizzate e aggiornate.
Clara: l’assistente digitale che supporta medici e pazienti
Un esempio concreto dell’impegno di fism è clara: ai clinical navigator, un assistente virtuale sviluppato dalla società visionage srl. Questo strumento intende affiancare medici e pazienti nel percorso terapeutico, fornendo informazioni aggiornate sulle linee guida e segnalandone opportunità come trial clinici disponibili per lo specifico caso.
Clara funziona da guida digitale e consulente, in grado di ridurre possibili errori o ritardi nella gestione delle cure. Raccoglie dati clinici e li confronta con standard riconosciuti, aiutando il medico a mantenersi allineato ai protocolli più recenti. Lo strumento può indicare anche sperimentazioni in corso che potrebbero offrire opzioni terapeutiche alternative.
Un supporto costante e personalizzato
Questa tecnologia rappresenta un cambiamento nel modo di accompagnare il paziente, più vicino a un supporto costante e personalizzato. Non mira a sostituire il rapporto diretto tra medico e malato, ma a potenziare l’efficacia delle decisioni cliniche con dati più completi e tempestivi.
L’importanza dell’intelligenza umana accanto all’innovazione tecnologica
Loreto gesualdo ha richiamato la necessità di non dimenticare il “touch” umano nel rapporto medico-paziente, anche nell’era dell’intelligenza artificiale. Il contatto diretto, la comunicazione empatica e la capacità di percepire bisogni non strutturati restano elementi irrinunciabili di ogni cura.
L’ia può liberare tempo agli operatori sanitari, eliminando alcune attività ripetitive o burocratiche. Questo permette di dedicarsi maggiormente alla relazione personale con il paziente, che vede in quel medico non solo un esperto ma una figura di riferimento e supporto emotivo.
Anche se strumenti come clara migliorano la fase diagnostica e terapeutica, nessun algoritmo sostituisce la sensibilità e la vicinanza che un medico deve avere. Quel “prendersi cura” resta un gesto che nessuna tecnologia può replicare, come ha sottolineato il presidente di fism in diverse occasioni. In questo equilibrio si fonda il futuro della sanità, con un uso sapiente della tecnologia e un rispetto del valore umano insostituibile.