Un episodio inquietante si è verificato a Pimonte, un comune situato in provincia di Napoli. Durante un festival eno-gastronomico, due donne si sono presentate come volontarie di un’associazione di beneficenza per sostenere i bambini affetti da leucemia, suscitando l’interesse e la generosità dei passanti. Tuttavia, dietro a questa facciata altruistica si nascondeva una truffa ben orchestrata, che ha portato all’intervento delle autorità.
La truffa smascherata da un’indagine dei Carabinieri
Un’apparenza ingannevole
Le due donne, descritte come la “Presidentessa” e una volontaria, avevano allestito un piccolo stand durante il festival per raccogliere fondi a sostegno dei bambini malati. Con convincente eloquenza e buone intenzioni apparenti, hanno illustrato ai passanti l’importanza dell’associazione e del loro operato. Hanno coinvolto i visitatori proponendo contributi in beneficenza, con l’assicurazione che le somme raccolte sarebbero state destinate alla ricerca e al supporto dei piccoli pazienti.
Tuttavia, le affermazioni fatte dalle donne erano totalmente infondate. L’associazione che dicevano di rappresentare non esisteva e, a quanto emerso dalle indagini, i ritagli di giornale presentati come prove della loro legittimità appartenevano a campagne di raccolta fondi di altre organizzazioni. Una messinscena orchestrata per sfruttare la bontà d’animo dei cittadini, che si sono sentiti chiamati a contribuire a una causa nobile, ignari di essere vittime di un inganno.
L’intervento delle forze dell’ordine
L’atteggiamento sospetto e l’assenza di una reale registrazione di attività benefiche hanno insospettito i Carabinieri di Pimonte. La loro indagine ha iniziato a rivelare la verità dietro il banchetto. Avvicinatisi alle due donne, i militari hanno iniziato a farle domande sui dettagli dell’associazione e sulle modalità di raccolta dei fondi. Le risposte evasive e incoerenti delle volontarie hanno ulteriormente accresciuto i sospetti sul loro operato.
In seguito a dettagliate verifiche e accertamenti, i Carabinieri hanno raccolto sufficienti prove per denunciare le donne per truffa aggravata. Inoltre, hanno preso provvedimenti per prescrivere loro un foglio di via, precludendo loro la possibilità di ritornare in loco.
Il sorprendente rientro dei fondi ai donatori
Smascheramento e restituzione
Un aspetto particolarmente curioso di questa vicenda è stato il modo in cui i fondi raccolti sono stati restituiti ai cittadini, ai quali era stato chiesto di contribuire. Utilizzando un microfono presente per le esibizioni musicali del festival, le donne hanno iniziato a leggere i nomi di coloro che avevano effettuato donazioni, annunciando così il rimborso delle somme ricevute. Questo gesto, sebbene apparisse come una forma di restituzione, sottolineava ulteriormente la disonestà della loro operazione.
I cittadini, inizialmente eccitati dall’idea di aiutare una causa benefica, sono stati richiamati uno a uno dai Carabinieri per ricevere indietro il denaro che avevano donato. L’intervento delle forze dell’ordine ha quindi portato a una risoluzione immediata della situazione, restituendo la fiducia e il denaro ai malcapitati donatori.
L’importanza della vigilanza nella beneficenza
Questo episodio mette in evidenza quanto sia cruciale rimanere vigili e informati riguardo alle iniziative di raccolta fondi. È fondamentale che i cittadini esercitino un certo grado di cautela e, quando possibile, verifichino l’autenticità di organizzazioni e associazioni a cui decidono di contribuire. La buona fede e la volontà di aiutare possono, in certe circostanze, diventare bersaglio di truffe che approfittano della generosità altrui. La protezione delle persone più vulnerabili, come i bambini affetti da leucemia, deve sempre entrare in primo piano, così come la necessità di trasparenza e responsabilità nelle azioni benefiche.