Due aggressioni, poche ore, stessa città, stesse vittime. Un episodio che ha scosso Ivrea e riaperto il dibattito sulla sicurezza in città. Un giovane descritto come nordafricano ha attaccato prima in un parcheggio e poi nel piazzale dell’ospedale, usando bottiglie rotte e sanpietrini come armi. Nel frattempo, cresce la tensione sulla possibile sospensione della “zona rossa”, misura straordinaria per il controllo del territorio voluta dalla Prefettura di Torino e fortemente contestata dagli amministratori locali.
Cronaca di due aggressioni e le ferite riportate da un padre e suo figlio
Tra la notte del 12 e del 13 luglio, un uomo e suo figlio si trovavano a riparare uno scooter nel parcheggio di via Pistone, Ivrea, quando un giovane si è avvicinato con fare sospetto. Il ragazzo, circondato da tre ragazze, ha proposto ai due un aiuto ma le sue intenzioni si sono presto svelate: ha cambiato tono, chiedendo in arabo tunisino se avessero qualcosa da vendere, alludendo alla droga.
Il padre ha negato, trovandosi di fronte a una crescente ostilità. Il giovane ha insistito, affermando con tono minaccioso di abitare in quella zona e intimando a padre e figlio di andarsene. La situazione è degenerata rapidamente: il ragazzo ha inveito ad alta voce, incontrando la resistenza del padre, che si è frapposto tra lui e il figlio. La colluttazione è accaduta sotto i lampioni del parcheggio. Durante il diverbio, il giovane aveva in mano una bottiglia di vetro. È caduto, la bottiglia si è rotta e il ragazzo si è allontanato.
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Un’aggressione che non si ferma
Purtroppo, non si è allontanato più di tanto: dopo qualche metro ha iniziato a lanciare pietre e sanpietrini verso padre e figlio. Una pietra ha colpito il ragazzo al braccio, provocando un ematoma esteso e un dolore violento. Scossi, i due si sono diretti immediatamente al pronto soccorso per farsi medicare.
Ma l’incubo è proseguito nel piazzale dell’ospedale, dove lo stesso aggressore è ricomparso, questa volta armato di tre bottiglie di vetro. Appena ha visto padre e figlio, ha scagliato una bottiglia che ha colpito ancora il giovane al braccio destro, riportando un’altra ferita aperta. Il giovane ha poi rotto una seconda bottiglia, ha raccolto un coccio utilizzandolo come un coltello e si è avvicinato deciso e silenzioso.
Il figlio è inciampato ma il padre lo ha protetto col proprio corpo. Tuttavia, è stato colpito più volte agli arti superiori, con tagli profondi che hanno richiesto una ventina di punti di sutura. Due uomini, amici dell’aggressore, sono intervenuti cercando di separare i contendenti. Prima di allontanarsi, il giovane ha sferrato un ultimo colpo al volto del ragazzo, precisamente dietro l’orecchio sinistro, causando un’altra ferita e un successivo trattamento medico. Poi la fuga di tutti gli aggressori ha lasciato solo sangue e paura a terra.
Il giovane è descritto come nordafricano, sui 20-30 anni, capelli ricci, maglietta nera con inserti arancioni, cappellino nero e jeans corti. Sembrerebbe noto alla polizia e avrebbe già creato problemi in zona via Pistone. La procura ha aperto un fascicolo per lesioni personali aggravate con aggravanti relative all’uso di oggetti impropri, la reiterazione delle azioni e l’aggressione avvenuta vicino a una struttura sanitaria, ma il responsabile resta a piede libero.
Zona rossa a ivrea: la scadenza dell’ordinanza e il dibattito sulla proroga
A Ivrea, in risposta a emergenze legate alla sicurezza, il prefetto di Torino Donato Cafagna ha istituito una “zona rossa” che ha introdotto un controllo rafforzato in diverse aree della città. L’ordinanza scadrà il 31 luglio 2025. Questo provvedimento ha amplificato la presenza di forze dell’ordine e ha permesso azioni rapide come l’allontanamento immediato di persone considerate pericolose.
Durante il periodo di applicazione la polizia ha effettuato centinaia di controlli, identificato sospetti e imposto ordini di allontanamento per vari reati, tra cui spaccio, aggressioni e danneggiamenti. Gli effetti, per molti cittadini e operatori, sono stati un miglioramento della percezione di sicurezza in quartieri da tempo segnati da degrado. Tuttavia, con la fine dell’ordinanza vicina, i timori tornano a farsi sentire.
Richieste di proroga e estensione
Il consigliere comunale Massimiliano De Stefano ha chiesto con forza la proroga del provvedimento fino a dicembre 2025, affiancando alla richiesta l’estensione dei confini della zona rossa. Secondo lui, il centro storico, l’area intorno all’ospedale civile e quella vicino al lago Sirio devono rientrare nella vigilanza rafforzata per contrastare fenomeni di bivacchi, atti vandalici e spaccio ancora diffusi.
De Stefano ha denunciato come l’eventuale sospensione del controllo rappresenterebbe un passo indietro. Sottolinea che anche nelle zone finora escluse dal perimetro di sicurezza si concentrano episodi di tensione e reati, spesso nelle ore serali. “L’area ospedaliera in particolare deve restare protetta per la sua frequentazione da persone fragili, anziani e pazienti.” Attualmente, nelle zone presidiate, i controlli hanno effettivamente ridotto episodi violenti.
La decisione finale spetterà al prefetto Cafagna. In attesa di comunicazioni ufficiali, il sindaco Matteo Chiantore ha anticipato che l’amministrazione proporrà formalmente la proroga. Ha chiarito che i risultati ottenuti sono concreti, ma il recente calo nella presenza delle forze dell’ordine ha già favorito una ripresa di disordini, che non si possono ignorare.
Lo stato d’allerta nella comunità di ivrea tra paura e aspettative
L’annuncio della possibile fine della zona rossa apre dubbi sulla tenuta della sicurezza a Ivrea. Cittadini, commercianti e pendolari si chiedono se la città sarà in grado di mantenere i risultati ottenuti o se torneranno episodi di violenza e degrado. I quartieri interessati, da corso Nigra a via Dora Baltea, dal Movicentro al centro storico, hanno vissuto mesi di tensione e ora affrontano il rischio di tornare a condizioni critiche.
Le testimonianze parlano di persone che camminano ancora con prudenza lungo certe vie notturne. Gli episodi di bivacchi e spaccio sono percepiti come un problema quotidiano; inoltre, la recente doppia aggressione in piena notte fa capire che la sicurezza resta fragile. La comunità si aspetta risposte immediate dalle istituzioni, un impegno costante e una vigilanza che non cali.
Critiche e domande aperte
Il numero chiuso delle forze dell’ordine e la gestione delle telecamere di sorveglianza tornano al centro delle critiche, soprattutto dopo due aggressioni così violente e a pochi metri da una struttura sanitaria. La domanda comune è se le autorità abbiano gli strumenti necessari a prevenire simili episodi, e cosa si stia facendo per evitare l’esplosione di nuove emergenze.
Ivrea si trova a un bivio: confermare il presidio straordinario o lasciarsi alle spalle un periodo di attenzione intensificata. Nel frattempo, chi è stato ferito si cura e aspetta giustizia, mentre la città si interroga sui rischi e sulle sfide che la attendono nei prossimi mesi.