La settima edizione della Festa del BIO, svoltasi a Milano, ha posto l’accento sulla cruciale importanza delle scelte alimentari. Queste scelte non solo influenzano la salute delle persone, ma rivestono anche un ruolo chiave nella protezione degli ecosistemi ambientali e nella lotta contro i cambiamenti climatici. Durante l’evento, esperti del settore, nutrizionisti e agricoltori hanno condiviso idee e soluzioni per un’agricoltura e un’alimentazione sostenibili, sottolineando l’importanza del biologico come pilastro per un futuro migliore.
L’importanza della transizione agroecologica
Il dibattito della Festa del BIO ha messo in luce la necessità di un cambiamento significativo nel modello agricolo. La transizione agroecologica, che include pratiche biologiche e biodinamiche, si è rivelata fondamentale per affrontare le sfide ambientali attuali. Questo approccio non solo promuove un rispetto maggiore per l’ambiente, ma si dimostra anche un modello efficace per garantire una produzione alimentare sana e sostenibile.
Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio, ha evidenziato i gravi impatti della crisi climatica sull’agricoltura italiana, con produzioni che in alcune aree hanno subito cali anche del 30%. L’urgente necessità di un cambio di paradigma nelle pratiche agricole è diventata un appello forte e chiaro, con l’obiettivo di raggiungere il 25% di superfici coltivate a biologico nell’Unione Europea entro il 2030. Nell’ottica di un cambiamento radicale, è fondamentale che anche i consumatori comprendano che ogni scelta alimentare ha un impatto diretto sul metodo di coltivazione dei prodotti che acquistano.
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Mammuccini ha sottolineato la responsabilità collettiva: gli agricoltori devono orientarsi verso pratiche più sostenibili, mentre i cittadini devono favorire un consumo consapevole. La ricerca del prezzo più basso spesso comporta il sacrificio dei diritti dei lavoratori e il declino della redditività degli agricoltori, creando una spirale pericolosa che spinge verso il lavoro nero e mette a repentaglio la qualità della produzione agricola.
Educazione alimentare e consapevolezza sociale
Un altro tema caldo emerso durante la Festa del BIO è stato l’importanza dell’educazione alimentare, in particolare nelle scuole. Barbara Nappini, Presidente di Slow Food Italia, utilizza una metafora per descrivere l’attuale sistema alimentare: un piatto con una “trave” invisibile, rappresentante il degrado ambientale, gli sprechi e la fame. Questa situazione alimenta il divario tra il nord e il sud del mondo e richiede un cambiamento immediato verso un’agricoltura che si integri con gli ecosistemi.
Nappini ha affermato che sensibilizzare i giovani riguardo al legame tra cibo, ambiente e giustizia sociale è cruciale per costruire un futuro equo. Statisticamente, su 100 euro spesi per prodotti freschi, solo 7 euro finiscono al contadino, un dato che evidenzia una crisi sistematica e la necessità di ripensare i modelli produttivi. L’agricoltura intensiva non è più sostenibile, pertanto occorre adottare pratiche agronomiche che rispettino le dimensioni economiche, sociali e ambientali.
Sicurezza alimentare e qualità delle produzioni biologiche
L’attenzione sulla qualità dei prodotti è un tema che non può essere trascurato. Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente, ha presentato il report annuale “Stop pesticidi nel piatto”, mettendo in evidenza l’alto numero di campioni di frutta e verdura convenzionali con residui di fitofarmaci. La mancanza di normative rigorose sui limiti di legge per la presenza di principi attivi rischia di mettere a repentaglio la salute dei consumatori. L’Italia, notoriamente riconosciuta per gli alti standard nel settore biologico, deve difendere il suo patrimonio agroalimentare da pratiche commerciali sleali provenienti dall’estero.
Con il supporto di FederBio e Slow Food Italia, Ciafani ha messo in chiaro l’importanza di una comunicazione trasparente e consapevole riguardo ai metodi di produzione alimentare, soprattutto in tempo di crisi climatica. Le azioni di decarbonizzazione del Green Deal europeo beneficiano direttamente gli agricoltori, i quali subiscono le conseguenze della crisi ambientale.
Crescita del biologico e nuove sfide
Nicoletta Maffini, Presidente di AssoBio, ha affermato che in Italia le superfici dedicate all’agricoltura biologica sono in crescita, supportate da politiche che incoraggiano l’adozione di pratiche agroecologiche. Tuttavia, esistono ancora significative criticità , soprattutto nelle grandi aziende agricole, per lo più situate in regioni come Piemonte, Lombardia e Veneto. Qui, il biologico non è ancora ampiamente diffuso, e lo scetticismo nei confronti dei controlli rende necessaria una comunicazione più chiara sui vantaggi legati al biologico.
Maffini ha avvertito che l’agricoltura biologica rappresenta una soluzione efficace per rigenerare terreni sfruttati intensamente in passato, soprattutto in un contesto di cambiamento climatico. È fondamentale che venga rivista anche l’aliquota IVA sui prodotti biologici, dati i loro benefici ambientali e per la salute. Raggiungere questi obiettivi richiede l’impegno di tutti gli attori in gioco per costruire un futuro più sostenibile per il settore agroalimentare.