Nei dati raccolti dall’istat per il periodo 2023-2024 emerge una trasformazione marcata nella composizione delle famiglie italiane. Le famiglie formate da persone sole arrivano a rappresentare oltre un terzo del totale, mentre le coppie con figli scendono sotto il 30 per cento. Questi cambiamenti riflettono tendenze sociali e demografiche ormai consolidate e delineano un quadro diverso rispetto a qualche decennio fa.
Incremento delle persone sole in tutte le fasce di età, con attenzione agli anziani
L’istat registra un aumento significativo del numero di persone che vivono da sole. Nel biennio 2023-2024 queste rappresentano il 36,2 per cento delle famiglie in Italia. Questo fenomeno riguarda in modo particolare gli anziani. Chi ha 75 anni o più infatti vive da solo nel 40 per cento dei casi. Tra loro prevalgono nettamente le donne, che spesso si trovano a gestire la solitudine in età avanzata. Non si tratta però di una tendenza limitata agli anziani: la diffusione delle persone sole coinvolge molte fasce d’età, segnalando un cambiamento nella modalità di convivenza.
La crescita di queste situazioni ha impatti concreti sugli equilibri sociali e sulle esigenze di assistenza. La presenza di un numero elevato di persone che vivono da sole, specie tra gli over 75, spinge a pensare a nuove strategie per garantire supporto e inclusione. Lo sviluppo di servizi dedicati arriva così a rappresentare una priorità per istituzioni e amministrazioni locali.
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Il calo delle coppie con figli e le cause dell’instabilità familiare
Le coppie con figli continuano a rappresentare una minoranza. Nel biennio preso in esame, queste famiglie scendono al 28,2 per cento del totale. Questa contrazione va letta alla luce di diverse dinamiche. Tra le cause che contribuiscono a questa diminuzione ci sono l’instabilità coniugale, la bassa natalità e il rinvio della genitorialità a età più mature.
L’instabilità matrimoniale determina spesso la dissoluzione del nucleo familiare, favorendo la crescita di famiglie mononucleari o ricostituite. La scarsa propensione a mettere su famiglia e ad avere figli incide direttamente sulla struttura demografica nel suo complesso. Il rinvio della genitorialità, d’altro canto, riduce la finestra temporale utile per avere più figli, influendo sulla quantità media della prole.
Gli effetti di queste tendenze hanno finito per modificare in profondità la geografia familiare nazionale. Si assiste a un progressivo superamento della famiglia tradizionale a favore di forme più articolate.
Nuove forme di famiglia e la crescita delle famiglie non tradizionali
Le famiglie ricostituite, le coppie non sposate, i genitori soli non vedovi e le persone sole che non abbiano perso un coniuge adesso rappresentano il 41,1 per cento del totale. Questa quota segna un cambiamento strutturale rispetto al passato ed evidenzia una maggiore complessità nelle configurazioni familiari.
Le famiglie ricostituite nascono spesso da divorzi o separazioni, con figli da relazioni diverse che convivono sotto lo stesso tetto. Le coppie non coniugate, invece, si affidano sempre meno al matrimonio come tappa obbligata, scegliendo forme di convivenza più flessibili. Allo stesso modo si diffondono i nuclei dove un genitore accudisce da solo i figli, senza aver subito la perdita del partner.
Questa diversificazione mette in luce una società che cambia e che al tempo stesso si ritrova a fronteggiare nuove esigenze sociali ed economiche. L’assetto familiare muta e bisogna fare i conti con modalità di sostegno diverse rispetto a quelle tradizionali.
L’impatto delle trasformazioni familiari sulla società italiana
Il mutamento nelle strutture familiari influenza diversi ambiti, dal sociale all’economico. Le famiglie più numerose si riducono, mentre crescono quelle con un solo componente o con composizioni non legate solo dal vincolo matrimoniale. Queste dinamiche incidono su politiche abitative, sistema di welfare e servizi sanitari.
La diffusione crescente di persone sole – a ogni età, non solo fra gli anziani – cambia il modo di progettare gli spazi urbani e le reti di supporto. Gli enti locali devono inquadrare queste nuove realtà per rispondere con soluzioni mirate, come assistenza domiciliare per anziani soli o sostegno alle coppie non coniugate.
Nel contempo, la riduzione dei figli per nucleo comporta modifiche nel sistema scolastico e nell’offerta di attività per i giovani. Le famiglie monoparentali richiedono strumenti specifici, tanto sociali quanto economici, per far fronte alle difficoltà quotidiane.
I dati dell’istat fotografano dunque una società in trasformazione profonda, con ricadute importanti su molti fronti, dalla pianificazione politica, alla progettazione dei servizi, fino al tessuto stesso della convivenza civile. Queste evoluzioni restano da osservare con attenzione lungo il nuovo decennio.