Un’aria di tensione permea Torino a causa di una crescente faida tra famiglie rom, che ha raggiunto un nuovo e drammatico livello. Gli scontri tra i due rami della stessa famiglia si sono trasformati in atti di violenza incontrollabile che hanno spaventato l’intero quartiere. Nella notte intensa che ha seguito una rissa esplosa durante una festa di matrimonio, sette veicoli sono stati dati alle fiamme in via Bologna, mentre un attacco mirato a un furgone, in cui dormivano una madre e sua figlia, ha portato le autorità a considerare l’ipotesi di un tentato omicidio.
La festa di matrimonio che ha scatenato la violenza
Le tensioni tra i due gruppi familiari, già latenti da mesi, si sono riaccese durante un matrimonio. L’evento, inizialmente pensato come un’opportunità per la riconciliazione, si è trasformato in un caos senza precedenti. Un uomo di 45 anni, noto alle forze dell’ordine, ha iniziato a bere e, dopo aver alzato il gomito, ha dato il via a una rissa con il padre dello sposo e altri invitati. La festa, che avrebbe dovuto celebrare l’unione, è rapidamente degenerata in una zuffa violenta. Il 45enne è stato colpito alla testa con una bottiglia, suscitando un’escalation di violenza.
In preda all’ira, l’uomo ha lasciato il ristorante, scatenando la sua vendetta per le offese subite. Prima ha speronato l’auto dello sposo in via Massari, per poi dirigersi alle case popolari di via Bologna 267, dove abitano membri della famiglia rivale. Qui ha continuato la sua furia, speronando il veicolo del padre dello sposo e un’altra macchina parcheggiata. Dopo tali furibonde azioni, ha scelto di recarsi presso il commissariato Barriera Milano per presentare denuncia, condizione che non ha placato il suo stato di agitazione.
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La reazione alla violenza: arresti e vendette
Dopo aver denunciato l’accaduto e aver ricevuto cure presso l’ospedale San Giovanni Bosco, il 45enne si è reso protagonista di un ulteriore atto di violenza. All’arrivo della polizia, ha reagito in modo violento ai tentativi degli agenti di calmarlo, portando al suo arresto per resistenza a pubblico ufficiale e violenza. Tuttavia, le tensioni non si sono placate. Suo figlio, in cerca di vendetta, ha affrontato nuovamente il padre dello sposo il giorno successivo. Dopo un incontro violento, il giovane ha risposto allo scontro speronando il veicolo del rivale. Un intervento tempestivo del fratello dello sposo, che ha colpito il parabrezza della macchina con una mazza, ha provocato il danneggiamento di un autobus della linea 18, aumentando il caos nella zona.
Attacchi incendiari: paura e incertezza nel quartiere
La serata drammatica ha visto anche l’esplosione di atti incendiari che hanno scosso le alredores. Intorno alle 23.30, in corso Taranto, è stato lanciato un ordigno incendiario contro un furgone in cui due donne soggiornavano. Per fortuna, grazie a un provvidenziale intervento, sono riuscite a fuggire prima che il veicolo fosse avvolto dalle fiamme. I vigili del fuoco, intervenuti prontamente, hanno domato l’incendio, ma la paura è rimasta palpabile tra i residenti delle zone limitrofe.
Poco dopo, un altro rogo ha devastato un furgone nel cortile delle case popolari di via Bologna 265-267, propagandosi rapidamente e distruggendo ulteriori veicoli. In totale, il numero di automobili danneggiate è salito a sette, ampliando l’angoscia della comunità.
Le indagini delle forze dell’ordine e la reazione della comunità
Le forze di polizia sono ora impegnate a ricostruire gli eventi e a ricercare i responsabili degli attacchi, con particolare attenzione per l’incendio in corso Taranto, per cui si procede per tentato omicidio. Gli agenti stanno lavorando per identificare i colpevoli, ma le voci di vendetta persistono, rendendo il clima nel quartiere sempre più teso e inquieto.
I residenti, spaventati dall’escalation di violenza, chiedono aiuto e protezione dalle Autorità. Ciò che inizialmente poteva sembrare un matrimonio festoso si è trasformato in una sequenza di eventi violenti che incombe su un’intera comunità, generando paura e richiedendo interventi rapidi e decisivi.