La prima semifinale dell’Eurovision Song Contest 2025 si è svolta nella Jakobshall di Basilea. Lo spettacolo è stato trasmesso in diretta su Rai 2 con i commenti in italiano di Gabriele Corsi e Big Mama. Tra i protagonisti della serata spicca Gabry Ponte, che ha rappresentato San Marino e ha superato la selezione approdando alla finale. L’Italia invece era presente con Lucio Corsi, che si è esibito come ospite grazie alla sua qualificazione diretta in quanto paese fondatore. Durante la serata sono state eliminate cinque nazioni: Slovenia, Belgio, Azerbaijan, Cipro e Croazia. Tra esibizioni sopra le righe e momenti più sobri, molti sono stati i contenuti da commentare.
La performance di gabry ponte e la qualificazione di san marino
Gabry Ponte ha portato sul palco una performance di forte impatto, decisamente orientata alla dance e alla musica elettronica. Il brano “Tutta l’Italia” ha mostrato un mix tra musica moderna e riferimenti alla cultura artistica del nostro paese. Al centro della scena, Gabry Ponte ha guidato una coreografia energica con accanto cantanti mascherati e immagini di opere d’arte italiane rivisitate. La scelta di eliminare elementi femminili sul palco è stata notata da molti, ma l’effetto generale ha colpito per l’intensità e la qualità della produzione.
Effetti visivi e scenografia
La messa in scena ha adottato effetti pirotecnici e visual ricchi, tra cui un riferimento quasi inquietante al David di Michelangelo che “mangia la cicca”. Questa combinazione ha arricchito la sua proposta, mantenendo alta l’attenzione del pubblico e della giuria internazionale. Il passaggio in finale conferma come San Marino abbia saputo puntare su un artista con esperienza e una formula musicale solida. Il brano dance, calibrato e ben costruito, ha superato la concorrenza di altre esibizioni meno convincenti.
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Lucio Corsi si è presentato sul palco come ospite d’onore, con la qualificazione automatica garantita dall’Italia, paese fondatore della manifestazione. La sua canzone “Volevo essere un duro” si è distinta nettamente dalle produzioni più appariscenti e spesso kitsch viste durante la serata. Con un piano lungo e un testo dal contenuto poetico, Corsi ha scelto la semplicità e la sincerità.
Atmosfera intima e dettagli originali
L’atmosfera che ha creato era intima e riflessiva, una pausa di autenticità in mezzo a fuochi, luci e costumi eccessivi. La presenza di Tommaso, il fratello d’arte che lo ha accompagnato, ha sottolineato un legame familiare e artistico in un contesto altrimenti dominato dalla spettacolarità. Le scarpe con “Andy” scritto sotto sono un dettaglio che ha fatto parlare gli appassionati, mentre il look con spalline gialle ha aggiunto un tocco di originalità.
La proposta di Lucio Corsi è stata vista da molti come una boccata d’aria fresca e un richiamo alla musica meno costruita e più vera. Il suo brano si è guadagnato apprezzamenti per la qualità compositiva e l’esecuzione sincera, in netto contrasto con l’overdose di effetti speciali e scene esagerate che hanno caratterizzato altre esibizioni della prima semifinale.
Analisi delle esibizioni estere: tra eccessi e differenze culturali
La serata ha proposto diversi stili e approcci molto diversi tra loro. La boyband islandese Væb, con il brano “Roa”, è apparsa come un gruppo tamarro e senza mezze misure. I due fratelli argentati hanno sfoggiato una performance dance rumorosa, ma poco articolata. La loro esibizione ha raccolto un gradimento basso, considerata troppo banale e priva di sostanza reale.
Spettacoli imponenti e considerazioni critiche
In contrasto, la polacca Justyna Steczkowska è stata una delle protagoniste più eclatanti con una scenografia che ricordava “Games of Thrones”. Il suo spettacolo ha mescolato fuoco, voli attraverso il palco e una presenza imponente, ma è stata percepita da molti come esagerata e stucchevole, perdendo efficacia a causa della sovrabbondanza di effetti.
La Slovenia si è presentata con una ballad delicata cantata da Klemen, dedicata alla moglie che ha superato una grave malattia. Quest’aria più pacata ha portato un momento di respiro tra tante luci e suoni forti. L’esibizione è stata curata a livello vocale ma ha suscitato meno entusiasmo rispetto a proposte più vistose.
Tommy Cash dall’Estonia ha portato un’esibizione bizzarra che prendeva in giro stereotipi italiani, allestendo uno spettacolo di pura comicità demenziale che ha conquistato in sala stampa. La precisione nella coreografia e l’ironia hanno reso questa esibizione tra le più originali e divertenti.
Dall’Ucraina è arrivata la band Ziferblast, con un pezzo ispirato a un’atmosfera fantasy e un’estetica che richiamava i Muse. La loro performance si è mantenuta su toni contenuti, senza però brillare particolarmente. La Svezia è rappresentata da un trio finlandese che ha esagerato con il motivo della sauna. La scena era volutamente trash, con un ritornello orecchiabile. Questa proposta ha raccolto un discreto successo per il suo spirito ironico e leggero.
Tra le esibizioni meno apprezzate ci sono state quelle di Croazia, Cipro, Belgio e Azerbaijan che hanno mostrato confusione nei temi e un uso sovrabbondante di effetti senza connessione con il pubblico. In particolare, Belgio e Croazia si sono distinti negativamente per quella che è stata definita una musica difficile da ascoltare.
Elementi di spettacolarità e teatralità che hanno dominato la serata
La prima semifinale si è trasformata spesso in uno show dove effetti speciali e scenografie hanno prevalso sulla musica. Fuoco, fiamme, costumi vistosi, saune in scena e balletti kitsch hanno accompagnato molte delle esibizioni. Questo ha suscitato reazioni contrastanti tra pubblico e critica, con alcune performance giudicate troppo cariche e altre percepite come banali o scontate.
Lo spettacolo ha mostrato quanto l’Eurovision sia uno spazio per sperimentazioni estreme, ma anche quanto sia difficile trovare un equilibrio tra creatività e sostanza musicale. Gli artisti che hanno puntato su semplicità e contenuti autentici, come Lucio Corsi o Klemen, hanno dimostrato che si può farsi notare anche senza eccessi.
I costumi eccentrici e gli effetti visivi gonfiati, pur facendo parte della tradizione eurovisiva, rischiano di appesantire la visibilità delle canzoni stesse. Non a caso, la qualificazione di Gabry Ponte sottolinea la validità di una proposta artistica più mirata a far emergere la musica e il ritmo, senza giocare solo sullo spettacolo visivo.
Le polemiche e i commenti sul livello delle esibizioni sono già iniziati sui social e nelle redazioni, alimentando il dibattito su come l’Eurovision di oggi bilanci musica e show. Già dai primi risultati emerge un quadro dove l’originalità e l’autenticità possono ancora giocare un ruolo importante.