La discussione sulle regole della cybersecurity, della protezione dei dati e dell’intelligenza artificiale è ormai al centro della politica europea e nazionale. In Italia, mettere in atto normative efficaci e semplici per le piccole e medie imprese resta una sfida complessa. Mario Nobile, direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale, ha affrontato questi temi durante la conferenza “Cybersecurity & AI: Orizzonti strategici e impatti verticali” tenuta al Senato della Repubblica.
Complessità delle regole attuali sulla sicurezza informatica e i dati personali
L’Europa e l’Italia spesso impongono norme suddivise per settori specifici, un sistema che risulta difficile da gestire soprattutto per la pubblica amministrazione e per le piccole e medie imprese. Queste ultime devono continuamente adattarsi a regole diverse a seconda del campo in cui operano. Mario Nobile ha sottolineato che “questo approccio frammentato limita la capacità di competere efficacemente nei campi della cybersecurity, della tutela dei dati e dell’intelligenza artificiale.”
L’idea di un approccio olistico, invece, parte dal presupposto che uno strumento digitale, come un software di intelligenza artificiale destinato a una PMI, debba essere tutelato sotto più aspetti: dalla sicurezza informatica alla garanzia della privacy, senza dimenticare la trasparenza e la praticità. Questo sistema integrato dovrebbe anche migliorare la competitività delle imprese rendendo semplici e fluide le modalità di adeguamento normativo. In effetti, per affrontare le sfide del digitale in modo concreto, è necessario un quadro normativo che tenga conto della molteplicità degli aspetti coinvolti, senza appesantire eccessivamente chi deve applicare le regole.
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Impatto delle normative frammentate sulle imprese
Per le piccole e medie imprese, adattarsi a regole differenti nei vari settori si traduce spesso in un onere aggiuntivo che può limitare l’innovazione e la crescita veloce nel mercato digitale.
Ruolo strategico dei data center nello sviluppo sostenibile e digitale
In occasione della conferenza al Senato, Mario Nobile ha messo in luce il ruolo chiave dei data center nel contesto energetico e ambientale attuale. Queste strutture, infatti, consumano energia ma offrono servizi capaci di aiutare settori come l’agricoltura, l’industria e i trasporti a ridurre le loro emissioni climalteranti. Per esempio, migliaia di agricoltori e di piccole aziende manifatturiere possono grazie ai processi digitalizzati ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare la gestione logistica dei veicoli, contribuendo a una minore impronta ecologica.
Il punto messo in evidenza riguarda il bilanciamento tra consumo energetico dei data center e i benefici ambientali ed economici che generano per diversi ambiti produttivi. Questi centri di elaborazione dati permettono di monitorare, analizzare e intervenire in modo rapido e puntuale, cosa che riduce sprechi e inutili consumi. In un momento in cui la sostenibilità è un tema cruciale, la gestione efficiente dei data center diventa fondamentale per limitare l’impatto ambientale complessivo.
Sostenibilità e digitalizzazione
Il legame tra uso consapevole dell’energia nei data center e il beneficio ambientale delle attività digitali evidenzia come tecnologia e sostenibilità possano coesistere e rafforzarsi a vicenda.
Sfida italiana per i data center tra carenze infrastrutturali e valore territoriale
Mario Nobile ha evidenziato come l’Italia non disponga ancora di un numero adeguato di data center rispetto alle esigenze che questa nuova economia digitale impone. La carenza di infrastrutture adeguate rischia di rallentare la crescita delle imprese e l’introduzione di sistemi intelligenti nel tessuto economico nazionale. La sfida non è solo contenere i consumi energetici, ormai sotto stretta osservazione, ma considerare il valore economico e sociale che un data center può portare al territorio in cui si trova.
Questi impianti, infatti, non sono semplicemente luoghi di stoccaggio dati: possono offrire un polo di innovazione, occupazione e sviluppo locale. La creazione di data center distribuiti sul territorio può incidere positivamente su intere aree, collegando infrastrutture digitali avanzate con le esigenze concrete degli operatori sul campo. Il discorso riguarda direttamente le politiche regionali e nazionali, che devono studiare strategie capaci di incentivare l’installazione di data center efficienti e sostenibili, valorizzando l’interazione tra ambiente digitale e territorio fisico.
Innovazione e sviluppo locale
La centralità dei data center come motori di crescita territoriale si lega all’esigenza di politiche pubbliche adeguate e mirate a favorire infrastrutture tecnologiche moderne.
La sfida che si profila per l’Italia è, dunque, quella di costruire una rete di supporti tecnologici moderna, rispettosa dell’ambiente e capace di sostenere il sistema produttivo, soprattutto le piccole e medie imprese, senza caricarle di oneri normativi eccessivi o disomogenei. Mario Nobile ha ribadito l’importanza di un approccio unitario che guardi alle tecnologie emergenti come strumenti da proteggere e valorizzare in modo integrato.