Espulso da macerata un 40enne tunisino condannato per spaccio di droga trasferito a tunisi sotto scorta

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Un uomo di 40 anni, cittadino tunisino e condannato per vari episodi di spaccio di sostanze stupefacenti a Macerata tra il 2016 e il 2021, è stato rimpatriato con un volo da Roma-Fiumicino a Tunisi. La decisione è arrivata dopo il completamento della pena detentiva e un provvedimento che ne ha disposto l’espulsione per motivi di ordine pubblico. L’intervento ha visto la cooperazione delle forze dell’ordine e l’impiego di una scorta specializzata per l’accompagnamento all’aeroporto.

Decreto di espulsione e misure di sicurezza emanate dopo la condanna

Il decreto di espulsione è stato emesso dalla Corte di Appello di Ancona, ribadito dal magistrato di sorveglianza di Cagliari. L’atto ha sancito l’allontanamento obbligato dall’Italia per l’uomo in qualità di misura di sicurezza, una scelta giudiziaria che punta a prevenire il ritorno e il rischio di ulteriori attività criminali sul territorio nazionale. Nel provvedimento si fa riferimento alla pericolosità sociale, termine tecnico che indica la capacità del soggetto di rappresentare una minaccia per la comunità.

Dopo la scarcerazione dalla casa circondariale di Cagliari, dove aveva finito di scontare la sua pena, il danno potenziale per l’ordine pubblico è stato considerato ancora presente. Per questo motivo, il questore Mangino ha firmato il decreto per l’accompagnamento alla frontiera. Questo tipo di provvedimento si attua quando esistono motivazioni fondate in tema di sicurezza pubblica, spostando l’intervento da misure detentive a una espulsione con controllo diretto.

In pratica, il decreto non si limita solo a ordinare l’espulsione ma ne regolamenta anche l’esecuzione, impostando procedure stringenti per garantire il buon esito dell’operazione e la sicurezza nelle fasi di accompagnamento. La decisione del questore ha riguardato quindi una fase post-carceraria, coinvolgendo la polizia nel trasporto forzato dell’uomo fino al punto di partenza in Italia.

Reati di spaccio nella provincia di macerata tra 2016 e 2021

La storia giudiziaria dell’uomo ruota intorno a numerosi episodi di detenzione e cessione di droga, in particolare eroina e cocaina, che si sono verificati proprio nel territorio di Macerata. Le indagini e i processi hanno confermato la sua responsabilità in più episodi, accertando una rete di spaccio attiva per almeno cinque anni. Il giudizio ha portato a una condanna definitiva a 4 anni e 8 mesi di reclusione. Le cessioni puntuali di sostanze stupefacenti erano state documentate e rappresentavano un problema serio per la sicurezza pubblica locale.

Il fatto che i reati si siano protratti nel tempo ha aggravato la posizione del tunisino, sia agli occhi della corte che delle autorità di pubblica sicurezza. L’aspetto più rilevante è stato l’accertamento della pericolosità sociale, che ha spinto la magistratura a intervenire anche dopo la scontata della pena con misure preventive sull’ordine pubblico. Questi elementi hanno costituito la base per il decreto di espulsione che ha coinvolto direttamente il questore di Macerata.

L’espulsione dall’Italia e l’accompagnamento alla frontiera aerea di roma-fiumicino

Il 3 luglio, nel pomeriggio, l’espulsione è diventata esecutiva con il trasferimento del cittadino tunisino alla frontiera aerea di Roma-Fiumicino. Qui è stato condotto sotto scorta da personale specializzato nelle operazioni di scorte internazionali. Questo tipo di scorta tutela non solo la sicurezza pubblica ma anche quella del soggetto destinatario del provvedimento, evitando tentativi di fuga o altre criticità durante il volo.

Il volo diretto a Tunisi è partito dalla capitale italiana con il tunisino imbarcato nella lista dei passeggeri sotto vigilanza delle forze di polizia. Questo tipo di espulsione con accompagnamento coattivo si ripete regolarmente nel caso di persone pericolose per la sicurezza sociale ricondotte al loro paese di origine. La cura nella gestione degli aspetti logistici e di sicurezza dimostra come l’azione delle autorità intrecci aspetti di diritto penale e ordine pubblico.

Il ruolo del questore Luigi Mangino è stato centrale nella definizione e nel coordinamento dell’operazione. La sua scelta di intervenire in modo deciso, di concerto con la magistratura, riflette l’attenzione posta sul mantenimento della sicurezza cittadina e la risposta alle esigenze di prevenzione con metodi che prevedono l’intervento diretto contro chi abbia scontato condanne per reati gravi. Lo sforzo si inserisce in un quadro di controllo che continua a interessare le province italiane.

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