Questa mattina, la montagna si è tinta di tragedia e soccorsi sull’Appennino abruzzese. Un escursionista di 65 anni ha perso la vita durante una salita sulla majella, mentre un altro sportivo è stato recuperato in condizioni critiche sul corno grande. Le operazioni di emergenza hanno coinvolto l’elisoccorso e il soccorso alpino, impegnati in interventi complessi aggravati dalle condizioni meteo.
Il malore fatale dell’escursionista vicino al rifugio manzini
L’episodio più drammatico è avvenuto questa mattina lungo il sentiero che conduce alla cima dei tre portoni, nota vetta della majella. L’uomo, 65 anni, stava percorrendo la salita quando si è accasciato improvvisamente. Secondo le prime ricostruzioni, la causa appare riconducibile a un arresto cardiaco. L’allarme è scattato immediatamente e sul posto è intervenuto l’elisoccorso con a bordo un medico e un tecnico del soccorso alpino e speleologico abruzzese.
Il personale specializzato ha tentato un primo soccorso ma, al loro arrivo, il malore si è rivelato letale. I tentativi di rianimazione non hanno prodotto risultati positivi. Il corpo è stato quindi recuperato e consegnato alle autorità competenti per le procedure successive. Il luogo dell’accaduto si trova in un tratto impervio, poco distante dal rifugio manzini, nota base per chi affronta il percorso verso la cima dei tre portoni.
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Questo intervento ha richiamato l’attenzione sulle condizioni fisiche necessarie per affrontare escursioni impegnative come questa, che si sviluppano a quote elevate e richiedono preparazione e cautela. Al momento non risultano altri dettagli sulle cause precise del decesso.
Il soccorso all’alpinista caduto sulla via spigolo sud-est del corno grande
Parallelamente al primo intervento, sempre sulle montagne abruzzesi si è verificato un altro episodio di emergenza. Un alpinista originario dell’Aquila è caduto lungo la via spigolo sud-est del corno grande, una delle pareti più famose e difficili della zona. La caduta ha impedito all’uomo di proseguire la sua scalata e ha reso urgente un recupero in condizioni complesse.
Il soccorso alpino è intervenuto tempestivamente con una squadra specializzata che ha utilizzato il verricello per recuperare l’alpinista. Il trasporto fino all’elicottero ha richiesto manovre precise date le difficoltà del terreno e le condizioni meteo che stavano peggiorando. Infatti, proprio in quel momento la nebbia ha iniziato a scendere sulla zona, limitando la visibilità e aumentando i rischi per gli operatori.
Dopo il recupero, l’uomo è stato trasportato in ospedale per le cure del caso. Al momento non sono stati forniti aggiornamenti sulle sue condizioni cliniche, ma il tempestivo intervento ha evitato conseguenze più gravi. L’episodio mette in luce l’impegno e il coraggio delle squadre di soccorso impegnate su pareti impervie e spesso pericolose dell’Appennino centrale.
I soccorsi alpini tra condizioni meteo avverse e interventi simultanei
La simultaneità dei due interventi di questa mattina sull’Appennino abruzzese ha messo alla prova la capacità operativa del soccorso alpino e speleologico abruzzese. In particolare, l’arrivo della nebbia ha complicato le manovre di recupero sul corno grande, costringendo gli operatori a mantenere alta la concentrazione.
L’elisoccorso ha ricevuto supporto tecnico e medico per entrambi gli incidenti, dimostrando l’importanza di un lavoro coordinato tra piloti, medici e tecnici di montagna. Sul terreno, le squadre di soccorso hanno dovuto affrontare sentieri impervi, quota elevata e condizioni atmosferiche mutevoli. Questo tipo di operazioni richiede una preparazione fisica e tecnica puntuale e aggiornamenti costanti sulle condizioni meteo.
Entrambi i casi ricostruiscono un quadro realistico del rischio associato alle escursioni e alle scalate in Appennino. La rapidità di intervento ha consentito di gestire al meglio la situazione, anche se nel caso dell’escursionista di 65 anni non è stato possibile salvargli la vita. Le autorità competenti stanno indagando sull’esatta dinamica degli eventi per chiarire ogni dettaglio.