Esami tossicologici rivelano positività ai cannabinoidi del padre di Giulia, la bimba uccisa dal cane

Esami tossicologici rivelano positività ai cannabinoidi del padre di Giulia, la bimba uccisa dal cane

Tragedia ad Acerra: una neonata muore per l’aggressione del pitbull di famiglia. Il padre è indagato per omicidio colposo, con esami tossicologici che rivelano la presenza di cannabinoidi nel suo sistema.
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Esami tossicologici rivelano positività ai cannabinoidi del padre di Giulia, la bimba uccisa dal cane - Gaeta.it

La terribile tragedia che ha colpito la comunità di Acerra, in cui una neonata di appena nove mesi ha perso la vita a causa dell’aggressione del pitbull di famiglia, continua a far emergere dettagli sconcertanti. Nuove notizie riguardanti il padre della piccola Giulia sono emerse, in particolare riguardo agli esami tossicologici che ne hanno rilevato la positività ai cannabinoidi. Questo sviluppo ha aggiunto ulteriori domande alla già complessa situazione.

Gli esami tossicologici e i loro effetti legali

Gli esami tossicologici effettuati sul padre di Giulia hanno evidenziato la presenza di cannabinoidi nel suo sistema. Tuttavia, questi risultati non chiariscono esattamente il momento in cui la sostanza è stata assunta. Gli investigatori, infatti, hanno sottolineato che sarà necessario un ulteriore approfondimento per confermare l’entità della positività riscontrata. Attualmente, il 25enne è indagato dalla Procura di Nola con l’accusa di omicidio colposo. Le indagini si concentrano in particolare sull’omessa custodia e vigilanza del cane, un aspetto fondamentale nell’accertamento delle responsabilità legali.

Nella notte dell’incidente, il padre di Giulia ha fornito una ricostruzione degli eventi, ma le sue affermazioni sono state inconsistenze con quanto accaduto. Avrebbe dichiarato di non essere stato in grado di sentire nulla mentre stava dormendo, un fatto che stride con le circostanze di un attacco come quello avvenuto, considerando che i cani spesso abbaiano e ringhiano quando aggrediscono. Le dinamiche della tragedia sollevano così interrogativi sul suo reale stato di sobrietà e sulle sue capacità di vigilanza.

L’indagine in corso e l’assistenza veterinaria

Gli inquirenti stanno analizzando anche le registrazioni delle telecamere di sorveglianza nella zona per chiarire i movimenti del padre della piccola. Si stanno cercando riscontri sulla possibilità che Vincenzo Loffredo sia uscito di casa per procurarsi hashish, lasciando così il cane in condizioni potenzialmente pericolose. La situazione è ulteriormente complicata dalla mancanza di un microchip identificativo per il pitbull, il che rende difficile ricostruire la sua storia e il suo passato.

Dopo il tragico evento, il pitbull, di nome Tyson, e l’altro cane di piccola taglia di proprietà della famiglia sono stati affidati a un canile di Frattaminore. Su entrambi i cani sono stati effettuati controlli, rivelando che erano in buone condizioni. Il veterinario ha sottolineato l’importanza di verificare eventuali circostanze particolari che potrebbero aver scatenato l’aggressione del pitbull, suggerendo che potrebbero esserci fattori ambientali o comportamentali da esplorare.

In aggiunta, i campioni delle feci dei cani sono stati inviati per analisi al fine di cercare eventuali tracce organiche della piccola Giulia. Sebbene permane riserbo su alcune indiscrezioni, fonti dall’Asl Napoli 2 hanno confermato che non sono state trovate evidenze all’esterno dell’animale, alimentando ulteriormente le domande sul tragico epilogo.

Nuove misure legislative per la sicurezza

A seguito dell’orribile incidente, la questione della sicurezza per la gestione di cani considerati pericolosi ha sollevato un ampio dibattito pubblico. L’onorevole di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto ha preso l’iniziativa di presentare una proposta di legge. L’idea è quella di istituzionalizzare corsi di formazione e una licenza obbligatoria per il possesso di cani ritenuti potenzialmente offensivi. L’iniziativa sottolinea la crescente preoccupazione per il numero di aggressioni fatali da parte di cani appartenenti a razze considerate a rischio.

Secondo Rizzetto, la problematica è complessa e richiede misure specifiche per prevenire simili tragedie in futuro. La proposta mira a garantire che tutti i proprietari di cani comprendano le responsabilità legate al possesso di animali da compagnia. Si sottolinea, infatti, che l’educazione e la gestione dei cani siano fondamentali, mentre la tipologia di razza, pur non essendo l’unico fattore, può contribuire alla pericolosità di un animale.

Attraverso questo progetto di legge, si spera di trovare un equilibrio tra la tutela degli animali, considerati esseri senzienti, e la necessità di mantenere la sicurezza pubblica. Si tratta di un passo significativo verso una maggiore responsabilizzazione dei proprietari, incentivando pratiche più sicure per la convivenza tra esseri umani e cani.

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