Dormire poco e usare i social fino a tardi rallenta lo sviluppo del cervello nei giovani, allarme dai neuropsichiatri

Dormire poco e usare i social fino a tardi rallenta lo sviluppo del cervello nei giovani, allarme dai neuropsichiatri

Uno studio presentato a Cagliari evidenzia come l’abitudine di andare a letto tardi e l’uso serale di social media compromettano lo sviluppo cerebrale e le funzioni cognitive negli adolescenti, aumentando rischi psicologici.
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Uno studio internazionale presentato a Cagliari evidenzia come andare a letto tardi e l’uso eccessivo dei social media compromettano lo sviluppo cerebrale e le funzioni cognitive negli adolescenti, sottolineando l'importanza di regole sul sonno e l’uso dei dispositivi per la salute mentale giovanile. - Gaeta.it

L’abitudine di andare a letto tardi e passare molte ore davanti agli schermi, specialmente per i social media, sembra compromettere la crescita cerebrale negli adolescenti. La conferma arriva da uno studio internazionale presentato durante il quarto convegno delle società italiane di neuropsicofarmacologia e neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, tenutosi a Cagliari. I risultati mostrano come il sonno ridotto e un ritmo sonno-veglia invertito influiscano negativamente sulle funzioni cognitive e sulla struttura cerebrale dei ragazzi.

L’impatto del sonno sullo sviluppo cerebrale degli adolescenti

I neuropsichiatri sottolineano che il sonno rimane un elemento cruciale per la crescita del cervello nei giovani. Secondo uno studio condotto dall’università di Cambridge e dall’università Fudan di Shanghai, che ha coinvolto oltre 3.200 adolescenti dotati di dispositivi Fitbit, andare a dormire tardi e dormire poche ore provoca cambiamenti nella struttura cerebrale. Lo studio ha riscontrato volumi cerebrali ridotti, soprattutto in regioni come l’ippocampo, e una connettività tra aree cerebrali principale più debole. Tali modifiche si riflettono in un calo delle capacità cognitive, come la memoria e l’attenzione.

Dettagli dello studio e gruppi analizzati

Lo studio ha preso in esame ragazzi tra i 9 e i 14 anni e ha monitorato lo sviluppo cerebrale e le funzioni cognitive nel tempo. È emerso che gli adolescenti con abitudini di sonno regolari e con riposo adeguato mostrano performance migliori nei test cognitivi. Le scansioni cerebrali hanno rivelato che chi dormiva poco presentava connessioni più fragili tra le regioni cerebrali fondamentali. Questi fattori sembrano permanere durante l’adolescenza, segnalando che i danni prodotti da cattive abitudini di sonno non sono temporanei, ma possono influenzare in modo duraturo le traiettorie cognitive e di apprendimento.

Come la tecnologia influenza il sonno e la salute mentale

Un aspetto centrale riguarda l’uso degli smartphone e dei tablet nelle ore serali, soprattutto per navigare nei social network. I neuropsichiatri presenti al convegno avvertono che questa pratica è associata a una scarsa qualità del sonno e a una vera e propria inversione del ritmo naturale sonno-veglia. L’iperconnessione, infatti, non solo riduce la durata del riposo, ma può aggravare problemi di salute mentale, come ansia e depressione.

Opinioni di esperti sul fenomeno social

Giovanni Migliarese, direttore della salute mentale nella struttura complessa di Lomellina, fa presente che i ragazzi più di frequente segnalano effetti negativi dei social media sulla loro salute psicologica. Una ricerca americana del Pew Research Center indica che quasi la metà degli adolescenti tra i 13 e i 17 anni ritiene che i social abbiano un impatto dannoso sui coetanei. Inoltre, uno su cinque riconosce che questo influisce negativamente anche su di loro personalmente. Ecco perché distanziarsi dai dispositivi nelle ore serali può migliorare significativamente la qualità del sonno e la stabilità emozionale.

Abitudini di vita e salute cerebrale: un legame stretto

I neuropsichiatri segnalano che il disordine del sonno viaggia spesso insieme ad altri stili di vita che danneggiano lo sviluppo cerebrale. Nel gruppo di adolescenti che dormono poco, spesso si nota una ridotta attività fisica, una dieta inadatta e talvolta anche il consumo di sostanze. Questi fattori si sommano agli effetti negativi del sonno insufficiente e dell’uso eccessivo dei social e possono creare terreno fertile per disturbi come l’ansia, la depressione e persino comportamenti suicidari.

L’intervento precoce come chiave per la prevenzione

Sara Carucci dell’università di Cagliari evidenzia come la combinazione di queste cattive abitudini complichi la situazione. Le alterazioni neurobiologiche indotte da questi fattori possono manifestarsi maggiormente nella tardo adolescenza e nell’età adulta. È quindi cruciale intervenire già dagli anni precedenti all’adolescenza, promuovendo regole precise sul sonno e sull’uso dei dispositivi elettronici. Solo così si potrà evitare che questi danni diventino persistenti e influenzino negativamente la qualità della vita futura dei giovani.

Le notizie emerse durante il convegno di Cagliari sottolineano la necessità di una maggiore consapevolezza tra famiglie, scuole e istituzioni. Limiti al tempo trascorso davanti agli schermi e orari regolari per dormire dovrebbero diventare una priorità per custodire non solo la salute fisica ma anche quella mentale degli adolescenti.

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