Una statua stele del terzo millennio a.C torna alla soprintendenza di trento dopo i recuperi dei carabinieri

Una statua stele del terzo millennio a.C torna alla soprintendenza di trento dopo i recuperi dei carabinieri

La statua stele in marmo del terzo millennio avanti Cristo, appartenente al gruppo atesino, è stata recuperata dal nucleo carabinieri di Venezia e restituita alla soprintendenza di Trento per la tutela culturale.
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La statua stele in marmo, risalente al III millennio a.C. e parte del “gruppo atesino”, è stata recuperata in Val di Ledro e restituita alla Soprintendenza di Trento grazie all'intervento dei Carabinieri e della Procura di Rovereto; ora sarà esposta al Museo Alto Garda come testimonianza dell’età del Rame nell’arco alpino. - Gaeta.it

La statua stele in marmo ritrovata in val di ledro è tornata nella disponibilità della soprintendenza per i beni culturali di trento. L’opera risale al terzo millennio avanti Cristo e appartiene al cosiddetto “gruppo atesino”, un insieme di reperti archeologici tipici della val venosta e delle zone limitrofe. La restituzione è avvenuta grazie a un recupero condotto dal nucleo carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di venezia, che ha coordinato l’operazione con la procura di rovereto.

La statua stele e il contesto archeologico dell’età del rame

La statua stele oggetto del recupero rappresenta un importante testimone dell’età del rame nell’arco alpino. Si tratta di un manufatto in marmo appartenente a un gruppo di circa 23 stele, di cui dieci rinvenute in provincia di trento. Questi reperti sono noti come “gruppo atesino” e presentano particolarità iconografiche e simboliche riferite alle comunità preistoriche della regione. Alcuni hanno origini nelle valli di non e di ledro, altri sono stati trovati ad arco durante gli scavi per la costruzione di un ospedale negli anni ottanta e novanta.

Le stele come testimoni della memoria sociale

La statua consegnata alla soprintendenza probabilmente condivide radici comuni con le stele già esposte nelle sale della rocca di riva del garda, sede del museo alto garda . Le sculture sono decorate su tutti i lati con scene e motivi incisi, tra cui figure antropomorfe e strumenti come asce da combattimento. Questi elementi mostrano come le culture preistoriche locali attribuivano significati precisi ai monumenti funebri e commemorativi. I dettagli fanno pensare a un legame stretto con l’identità e la memoria sociale delle popolazioni di allora.

Interpretazioni iconografiche e significato simbolico delle stele atesine

L’interpretazione delle figure scolpite sulle statue stele ha diviso gli studiosi. Tre principali ipotesi sono state avanzate durante la presentazione ufficiale al castello del buonconsiglio. Una possibile lettura vede nelle raffigurazioni dei personaggi reali vissuti nell’età del rame, forse capi o guerrieri. Un’altra ipotesi suggerisce la rappresentazione di divinità o esseri mitici adorati dalle comunità alpine. La teoria più condivisa presso la soprintendenza resta quella che interpreta le incisioni come ritratti di antenati venerati.

Le stele come simboli di potere e identità

Il fatto che molte stele siano state trovate in prossimità di confini territoriali fa supporre un uso simbolico di questi monumenti per indicare l’appartenenza a un certo gruppo sociale o famiglia. La presenza delle immagini degli antenati avrebbe avuto lo scopo di legittimare il controllo su una determinata zona, esercitando un potere riconosciuto dagli abitanti. L’ascia da combattimento, riprodotta sulle stele, rafforza questa idea di difesa e autorità. Questo modo di commemorare il passato mostra come le società preistoriche definivano e conservavano la propria identità.

Recupero e restituzione: il ruolo dei carabinieri e della procura di rovereto

Il restauro della statua stele è stato possibile dopo l’intervento deciso del nucleo carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di venezia. L’opera si trovava in possesso di un privato in val di ledro che non aveva il titolo di proprietà valido. Quando sono stati contattati, i proprietari si sono mostrati collaborativi, facilitando così la restituzione. Il coordinamento con la procura della repubblica di rovereto ha permesso di mettere in sicurezza il reperto e garantirne il recupero formale.

Tecnologia e contrasto al traffico illecito

Nel 2025, il nucleo carabinieri ha segnalato un numero significativo di oggetti rubati registrati, quasi 8 milioni, a testimonianza della portata dei fenomeni di trafugamento e mercato illecito delle opere d’arte. Per contrastare questo fenomeno, l’arma ha adottato l’applicazione swoads che utilizza sistemi digitali per identificare e rintracciare i beni culturali mancanti. Questo strumento ha ricevuto riconoscimenti, come l’innovative police force award nel 2023, sottolineando l’importanza di un approccio tecnologico nel recupero del patrimonio.

La collaborazione fra istituzioni giudiziarie, forze dell’ordine e soprintendenze locali ha permesso di riportare alla luce, e di restituire al pubblico, un pezzo importante della storia preistorica trentina. Ora la statua stele, come altre della stessa area, verrà esposta al museo alto garda, dove rimarrà accessibile a studiosi e appassionati di archeologia.

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