Dopo trent’anni polittico seicentesco della madonna di costantinopoli torna a Polla

Dopo trent’anni polittico seicentesco della madonna di costantinopoli torna a Polla

Il polittico della Madonna di Costantinopoli di Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa torna restaurato nella chiesa dei Cappuccini a Polla, simbolo di fede, arte sacra e identità culturale locale.
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Il polittico della Madonna di Costantinopoli, capolavoro seicentesco di Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, è stato restaurato e restituito alla chiesa dei Cappuccini di Polla, rappresentando un importante simbolo culturale e religioso per la comunità locale. - Gaeta.it

Dopo lunghi decenni di assenza dalle chiese locali, a Polla, nel salernitano, è stato restituito uno dei tesori più rilevanti della pittura sacra del Seicento. Il polittico della Madonna di Costantinopoli, firmato da Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, ha ripreso il suo posto nella chiesa dei Cappuccini al termine di un intervento di restauro durato anni. Questa opera, legata da sempre alla devozione degli abitanti e alla storia del territorio, torna visibile al pubblico dopo essere stata recuperata e conservata alla Certosa di Padula. L’evento ha richiamato l’attenzione di istituzioni e appassionati d’arte, sottolineando l’importanza di mantenere vive le testimonianze storiche e religiose.

Il recupero del polittico dopo il terremoto del 1980

Il polittico della Madonna di Costantinopoli ha subito danni e spostamenti causati dal violento terremoto che colpì la Campania nel 1980. Per proteggerlo, fu portato nella Certosa di Padula dove funzionava un laboratorio di restauro specializzato in opere antiche. Questo intervento ha permesso di preservare le cinque tele che compongono il ciclo pittorico e di realizzare un restauro puntuale, volto a restituire colori e dettagli originari ai dipinti. Ogni tela è stata trattata con metodi attenti a rispettare l’integrità materiale e la storia dell’opera stessa. Il recupero ha richiesto tempi significativi, sia per la complessità del lavoro sia per la necessità di impiegare tecniche conservative adeguate al valore artistico del manufatto.

Studio e ricostruzione dell’opera

Attraverso anni di studio e analisi, è stato possibile ricostruire il polittico così come si presentava nel 1611, mantenendo l’originaria composizione. La presenza della Madonna al centro, circondata da santi venerati nella tradizione locale, conferma l’importanza spirituale della scena, mentre la lunetta superiore con l’Eterno e il monogramma “IHS” sovrastante offrono alla struttura un significato liturgico ben chiaro. In questo modo, la chiesa dei Cappuccini ha potuto riaccogliere l’opera senza comprometterne né la bellezza né il senso profondo.

La struttura e i soggetti del polittico del pietrafesa

Il polittico riunisce cinque tele, con una disposizione che privilegia la centralità della Madonna di Costantinopoli. Al centro spicca proprio questa immagine, affiancata da Santa Barbara e da Caterina d’Alessandria, figure molto diffuse nella devozione popolare. Nella lunetta soprastante si trova l’immagine dell’Eterno, che regge l’universo e domina l’intera scena sacra. Ai lati della Madonna si trovano le figure di San Francesco e San Leonardo, entrambi santi di riferimento per la comunità locale. Completa il ciclo una tela aggiuntiva con il monogramma “IHS”, simbolo della fede cristiana, posta sopra le ante del polittico.

Significato della disposizione

Questa configurazione ha lo scopo di comunicare una visione della fede radicata nella tradizione e nella storia di Polla. Il lavoro pittorico evidenzia l’abilità del Pietrafesa nel rappresentare soggetti religiosi con un forte impatto visivo, unendo elementi del barocco napoletano con la sensibilità legata all’ambiente lucano. I dettagli nelle vesti dei santi, la luce che illumina centralmente la Madonna, e i toni utilizzati fanno del polittico un esempio importante dell’arte sacra del primo Seicento, preziosa per storici e fedeli.

Giovanni De Gregorio detto il pietrafesa: vita e opere principali

Giovanni De Gregorio, conosciuto come il Pietrafesa, nasce a Satriano di Lucania alla fine del XVI secolo. Ancora adolescente, intorno al 1595, entra nella bottega di Fabrizio Santafede a Napoli, dove matura la sua formazione artistica. Questa esperienza lo avvicina alla scuola napoletana, da cui però mantiene anche una forte identità lucana. La sua produzione riflette questa doppia influenza, mentre si concentra prevalentemente su temi religiosi e sacri.

Importanza artistica

Il Pietrafesa è considerato il pittore più rappresentativo della Basilicata e delle aree limitrofe durante il Seicento. Numerose opere sono documentate nel Vallo di Diano e nell’area degli Alburni, segnalando la sua presenza e importanza in una zona che tra l’altro confina con Salerno e Polla. La qualità pittorica e il valore devozionale dei suoi lavori hanno sempre attratto l’attenzione degli studiosi e del pubblico. Il ritorno del grande polittico a Polla testimonia la permanenza della sua eredità culturale e artistica, ancora viva nelle comunità locali.

L’importanza culturale e religiosa per la comunità di Polla

Il ritorno del polittico è stato salutato con una cerimonia che ha coinvolto autorità civili e religiose, riconoscendo all’opera un ruolo centrale nella vita culturale e spirituale di Polla. Da trent’anni la comunità attendeva di riabbracciare questo ciclo pittorico, che rappresenta un legame diretto con la propria storia e fede. La presenza del polittico nella chiesa dei Cappuccini richiama i momenti di devozione e confraternali vissuti in passato e rinnova l’interesse verso un patrimonio artistico con radici profonde.

L’opera, simbolo di continuità religiosa e tradizione popolare, contribuisce anche a rafforzare l’identità locale. I santi raffigurati sono figure familiari e amate dalla popolazione, mentre la Madonna di Costantinopoli rappresenta un punto di riferimento spirituale per numerosi fedeli. La riapertura del polittico alla vista del pubblico restituisce un valore tangibile alla memoria collettiva, stimolando la conoscenza del passato e promuovendo la tutela del patrimonio culturale. La sua conservazione e la sua valorizzazione si intrecciano con il progetto di rinascita del territorio dopo eventi calamitosi come il terremoto del 1980.

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