L’ultima serata del pupkin kabarett al teatro miela di trieste ha presentato uno spettacolo di satira e musica dal titolo ‘finale di partita’, che ha mescolato comicità politica, riferimenti culturali e temi locali. Sul palco si sono alternati attori e musicisti che hanno offerto una rappresentazione intensa e caratterizzata da una forte componente di humor legato al contesto triestino. La performance ha puntato su personaggi simbolici e parodie, mantenendo un sottofondo musicale raffinato che ha accompagnato momenti di ilarità e riflessione.
Donaldo i e la sua immagine tra ironia politica e provocazioni
Donaldo I, personaggio principale della serata, è entrato in scena con una gigantografia di una statua della libertà proiettata su un maxischermo, un’immagine che ha subito catturato l’attenzione del pubblico per il forte richiamo simbolico. Flavio Furian, impersonificando questa figura che richiama vagamente donald trump ma con tocchi quasi religiosi, ha scelto una mise di grande impatto visivo: mitra e mantello rosso. La sua performance si è intrecciata a battute provocatorie come l’annuncio di coltivare pomodori su marte, denominati “san marziani”, e ad anticipazioni grottesche di un’eucaristia composta da ostia e ketchup. Questi elementi hanno scandito un’atmosfera surreale e dissacrante, caratteristica riconducibile alla satira politica dello spettacolo.
Religiosa e sociopolitica
Il modo in cui Furian ha unito riferimenti religiosi a temi di attualità sociopolitica ha stimolato reazioni di stupore e risate, coinvolgendo il pubblico in una riflessione pungente ma mai eccessivamente pesante. L’uso di un linguaggio semplice, a tratti popolare, e la satira immediata hanno segnato il ritmo dello spettacolo, dando voce a una critica alla realtà attraverso un personaggio giocoso e paradossale.
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Musica e dialoghi di triestinità tra poetica e comicità
La componente musicale della serata ha visto protagonisti i membri della niente band, con riccardo morpurgo al pianoforte, flavio davanzo alla tromba e paolo muscovi alla batteria. I loro intermezzi hanno creato un’atmosfera sofisticata, compensando i momenti più concitati e ironici del cabaret con melodie raffinate. La musica si è intrecciata con la parte recitata creando un equilibrio tra leggerezza e profondità.
Ritmo e interpretazioni
Elisa Gellici, cantante presente in scena, ha offerto momenti di pausa lirica, aiutando a costruire un ritmo vario e coinvolgente. La presenza del “capocomico” sandro mizzi ha dato ulteriore spessore grazie alle sue interpretazioni multiple. Mizzi ha vestito i panni di un poeta, di un commentatore triestino cinico e distaccato, e del marito in crisi con la moglie, interpretata da Laura Bussani. Questi ruoli hanno presentato diversi aspetti della vita quotidiana e della cultura locale, intrecciando la triestinità come elemento fondante dello spettacolo. Il risultato ha dato ai presenti un senso di calore e familiarità, distaccandosi da un mero cabaret per diventare un’esperienza culturale radicata nel territorio.
Il duo buongiorno mike e i personaggi ispirati ai luoghi e alla realtà triestina
Il duo Buongiorno Mike ha portato una parte di spettacolo che ha giocato con l’attualità locale sotto forma di intervista ironica all’assessore giorgio rossi. L’esibizione ha coinvolto figure politiche, mescolandole con elementi di comicità pungente, che hanno messo in evidenza contraddizioni e situazioni tipiche della città. La satira, sempre leggera ma esplicita, ha reso il dialogo su temi locali accessibile e divertente.
Ritorno di flavio furian
Flavio Furian è ritornato sul palco con altri due personaggi che hanno ulteriormente arricchito la serata. Nel ruolo di manager del casino de buje ha scherzato sull’idea di inserire slot machine all’interno dei confessionali, un’immagine paradossale che ha messo in risalto la mescolanza tra potere economico e istituzioni religiose. Poi ha interpretato il comandante ernesto de melara, figura legata a un simbolico movimento di liberazione del cubo, in alleanza immaginaria con “fidel carso”. Questi sketch hanno chiuso la serata con una nota di satira geopolitica e culturale, riconducendo le tematiche alla dimensione locale e a quella internazionale con tocchi ironici che hanno coinvolto il pubblico fino all’ultimo momento.
Le performance offerte dal pupkin cabarett al teatro miela hanno rappresentato la conclusione della stagione con un mosaico di idee e immagini, che hanno stimolato approcci critici attraverso il sorriso e la musica. Il lavoro degli artisti ha raccontato la contemporaneità con un linguaggio semplice, diretto e rivolto sia alle realtà quotidiane sia ai fenomeni culturali più ampi, radicandosi nel contesto di trieste.