La nuova produzione di don giovanni firmata dal regista russo vasily barkhatov arriva nella Basilica di Massenzio a Roma il 20 luglio, per il Caracalla Festival. La messa in scena, accompagnata dalla direzione d’orchestra di alessandro cadario e con il baritono roberto frontali nel ruolo protagonista, offre un’interpretazione che mescola tragedia e humor, esplorando la dimensione umana del celebre dramma giocoso di mozart.
Un equilibrio tra opposti nell’opera di mozart secondo vasily barkhatov
vasily barkhatov, regista nato nel 1983 e noto per le sue produzioni internazionali, affronta per la prima volta in vent’anni di carriera un’opera di questo genere, ponendo l’accento sui diversi contrasti contenuti nel capolavoro mozartiano. Secondo il regista, “don giovanni è un’opera che spezza gli schemi, un racconto capace di racchiudere leggerezza e profondità, ironia e tragedia, elementi che coesistono nel tessuto drammatico e musicale.”
La difficoltà maggiore per barkhatov è stata proprio quella di rendere visibile questa dualità attraverso una regia che tocchi le sensazioni più profonde dello spettatore senza perdere di vista l’anima giocosa del dramma. Per il regista, interpretare la figura di don giovanni significa prendere il rischio di confrontarsi con temi complessi senza rinunciare a una narrazione accessibile e coinvolgente.
Leggi anche:
Il racconto di don giovanni: un percorso dalla giovinezza alla morte
La messa in scena racconta la vita di don giovanni seguendo un filo cronologico che parte dall’infanzia, attraversa la maturità, fino al momento conclusivo, la morte. Nel raccontare questo cammino, barkhatov si concentra sulle ferite psicologiche e sui conflitti interiori che hanno segnato il protagonista.
Il regista punta a mostrare un uomo che porta con sé le tracce di traumi vissuti e relazioni difficili, in particolare quelle familiari. don giovanni diventa così un personaggio più complesso e umano rispetto alla figura tradizionale del libertino spregiudicato. Tra i momenti di tensione si inseriscono anche sprazzi di ironia, come strumenti per alleggerire e al contempo approfondire la narrazione.
Il nucleo familiare nella lettura di vasily barkhatov
Uno degli aspetti chiave della regia riguarda la rappresentazione del rapporto tra don giovanni e i suoi genitori. barkhatov ritiene che mozart e il librettista lorenzo da ponte abbiano infuso nell’opera un forte elemento familiare, spesso trascurato nelle interpretazioni classiche.
Attraverso questa lente, la vicenda non è solo quella di un seduttore impenitente, ma anche la storia di un uomo in conflitto con le proprie radici e le dinamiche genitoriali. Questa lettura consente al pubblico di scorgere lati più vulnerabili di don giovanni e di capire i motivi profondi dietro al suo comportamento, costruendo così un racconto più ricco.
Una produzione di rilievo: orchestra e cast
Sul podio dell’Orchestra dell’opera di Roma, alessandro cadario dirige la seconda versione viennese del 1788 della partitura di mozart. L’orchestra accompagna una squadra di cantanti di spicco, con roberto frontali al debutto nel ruolo di don giovanni, ruolo che interpreta con maturità e intensità.
Insieme a frontali si esibiscono vito priante come Leporello, maria grazia schiavo nella parte di Donna Anna, carmela remigio in quella di Donna Elvira, eleonora bellocci come Zerlina, anthony león nel ruolo di Don Ottavio, mihai damian come Masetto e gianluca buratto nel ruolo del Commendatore. Il coro del teatro, diretto da ciro visco, completa la formazione della produzione.
Scene, costumi e repliche al caracalla festival
Le scene sono realizzate da zinovy margolin, con costumi firmati da olga shaishmelashvili e le luci curate da alexander sivaev. L’opera è stata concepita come ultimo titolo della rassegna estiva dell’Opera di Roma, intitolata “tra sacro e umano” e diretta artisticamente da damiano michieletto.
“don giovanni torna a essere rappresentato nelle stagioni estive romane dopo l’unica apparizione nel 2002 in Piazza del Popolo.” Le repliche sono previste per il 22, 24 e 25 luglio, offrendo l’occasione di vedere sul palco una produzione che unisce rigore musicale a una regia che punta alla ricchezza dei sentimenti umani e a una visione moderna del testo mozartiano.