Dodici imprenditori agricoli arrestati a salerno per truffa ai fondi comunitari per oltre 12 milioni di euro

Dodici imprenditori agricoli arrestati a salerno per truffa ai fondi comunitari per oltre 12 milioni di euro

Dodici imprenditori agricoli arrestati in Campania per frode da oltre 12 milioni di euro su contributi comunitari, indagine coordinata dalla Procura europea e Guardia di Finanza con sequestri per 9,6 milioni.
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Dodici imprenditori agricoli sono stati arrestati in Campania per una frode da oltre 12 milioni di euro su fondi comunitari, in un’indagine coordinata dalla Procura europea e dalla Guardia di Finanza. - Gaeta.it

Una complessa inchiesta ha portato all’arresto di dodici imprenditori agricoli accusati di aver sottratto indebitamente contributi comunitari per più di 12 milioni di euro tra il 2018 e il 2022. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura europea, ha scoperto un sistema di frode che ha riguardato decine di persone e società nel settore agricolo della Campania.

Le accuse e gli arresti che hanno coinvolto dodici imprenditori

La Guardia di Finanza ha eseguito dodici arresti con custodia domiciliare su disposizione del giudice per le indagini preliminari di Salerno. Gli indagati sono stati accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di associazione per delinquere. I reati sarebbero stati commessi nell’arco di cinque anni, dal 2018 al 2022, e avrebbero portato all’appropriazione indebita di contributi comunitari per oltre 12 milioni e mezzo di euro. Le indagini hanno incluso anche provvedimenti di sequestro su beni e denaro per un valore di 9,6 milioni, appartenenti sia agli indagati sia alle società coinvolte.

Le misure restrittive riguardano imprenditori distribuiti principalmente nel salernitano, ma anche nel casertano e nel napoletano. La Guardia di Finanza sottolinea come il meccanismo criminale abbia sfruttato la struttura delle organizzazioni agricole per accedere ai fondi pubblici in modo illecito.

L’inchiesta della procura europea e il coinvolgimento di decine di indagati

La Procura europea, ovvero l’European Public Prosecutor’s Office con sede a Napoli, ha diretto le indagini, supervisionando un’indagine ampia che conta 67 indagati e 27 società agricole coinvolte. Le attività si sono concentrate principalmente nella piana del Sele, fra Eboli e Battipaglia, zone in cui si trovano la maggior parte delle aziende interessate, con alcune implicazioni nelle province di Caserta e Napoli. L’Eppo ha voluto dare un segnale forte contro la frode ai fondi comunitari in Italia, monitorando da vicino la corretta destinazione delle risorse destinate al mondo agricolo.

I reati contestati riguardano in particolare la percezione indebita degli aiuti concessi dalla Politica Agricola Comune , il programma europeo che finanzia le attività agricole con l’obiettivo di sostenere il settore e garantire condizioni di mercato più stabili.

Il ruolo delle organizzazioni di produttori e la falsificazione della documentazione

Al centro dello scandalo c’è una rete di società costituita come Organizzazione di Produttori . Secondo le regole comunitarie, queste organizzazioni devono rispettare requisiti precisi per poter accedere ai finanziamenti europei. La Guardia di Finanza ha scoperto che la presunta Op non svolgeva le funzioni essenziali previste dalla normativa, ma stabiliva una struttura fittizia.

Le indagini hanno messo in luce come fosse stata falsificata la documentazione contabile e extracontabile, simulando in modo artificioso il rispetto dei criteri necessari per la concessione degli incentivi. Questo sistema ha ingannato le autorità regionali campane, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura e l’Unione Europea, ottenendo così finanziamenti non dovuti.

Le indagini hanno preso avvio nel casertano, dove due imprenditori sono emersi come nodi cruciali della rete, collegati a un gruppo di società con sede nel salernitano. Questo ritorno evidenzia come la frode sia stata progettata e coordinata da più soggetti, in diverse aree della regione.

Le ricadute territoriali e il profilo dei soggetti coinvolti

La frode ha interessato in modo particolare la piana del Sele, area storicamente centrale per l’agricoltura campana. Le 27 società coinvolte appartengono principalmente alla provincia di Salerno e ai territori limitrofi di Caserta e Napoli. Gli arrestati sono dodici: otto sono originari del salernitano, due del casertano e due del napoletano.

Sul piano economico, il danno prodotto alle casse pubbliche è ingente, con ricadute sulla fiducia nel sistema di controllo e nell’erogazione dei fondi europei. Il sequestro di denaro e beni per circa 9,6 milioni mira a recuperare parte di quanto indebitamente sottratto, consentendo alle autorità un recupero parziale delle somme.

L’inchiesta conferma l’attenzione crescente delle autorità italiane ed europee verso fenomeni di mala gestione e truffe nel settore agricolo. La ripartizione dei fondi comunitari resta una questione sensibile, con la necessità di garantire trasparenza e rispetto delle regole per salvaguardare la fiducia degli agricoltori onesti e delle istituzioni.

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