Novak Djokovic ha affrontato un duro colpo alla carriera durante la semifinale degli Australian Open, dove è stato costretto al ritiro a causa di un infortunio. A 37 anni, il campione serbo ha lasciato la competizione contro Alex Zverev, suscitando interrogativi sul suo futuro nel tennis. Con le sue parole, Djokovic ha espresso la possibilità che questa possa essere stata l’ultima apparizione a Melbourne, sottolineando l’intenzione di continuare, ma senza alcuna certezza. Un momento di grande tensione e riflessione per un atleta che ha saputo scrivere pagine indimenticabili nella storia del tennis.
Le difficoltà fisiche di un campione
Da qualche anno, Djokovic ha dovuto affrontare numerosi infortuni, rendendo la sua situazione fisica sempre più complessa. Nel 2022, per esempio, è stato costretto al ritiro dal Roland Garros a causa di una lesione al menisco. “Negli ultimi anni, gli infortuni sono diventati un problema ricorrente. Non so bene il motivo di questa vulnerabilità . La mia ambizione è continuare a vincere Slam, ma purtroppo il mio corpo non sempre collabora,” ha dichiarato, evidenziando il desiderio di proseguire la carriera.
Preparandosi per l’incontro contro Zverev, Djokovic ha dovuto affrontare un serio lavoro di recupero dopo il match con Carlos Alcaraz. “Non ho toccato la racchetta fino a poco prima della semifinale. Fisioterapia e fasciature hanno fatto la loro parte, ma dopo il primo set, il dolore era insopportabile. Ho provato a resistere, ma fisicamente era davvero difficile,” ha spiegato il campione, aggiungendo che l’obiettivo immediato è il recupero, con l’intenzione di partecipare al torneo di Doha nelle prossime settimane, a condizione che le terapie diano esito positivo.
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L’analisi del match e il futuro con Murray
L’uscita dagli Australian Open non segna solo un momento sportivo difficile, ma potrebbe anche influenzare la sua collaborazione con il coach Andy Murray. Djokovic, pur riconoscendo le qualità del suo coach, ha dichiarato che sarà necessaria una riflessione sui prossimi passi da intraprendere. “Dobbiamo parlare. La mia performance contro Alcaraz è stata apprezzabile, avrei avuto delle chance se non fossi stato infortunato. Ho giocato bene, ma non posso dirlo soddisfatto, considerando i miei standard elevati,” ha commentato l’atleta.
Il campione ha vissuto la semifinale come un’opportunità mancata. “Se avessi vinto il primo set, avrei forse tentato di continuare. Ma reggere un match di due o tre ore in quelle condizioni sarebbe stato un’impresa impossibile,” ha avvisato, lasciando intendere che le sue ambizioni nell’immediato futuro potrebbero richiedere una nuova strategia. Ogni dettaglio, dall’approccio fisico alle decisioni mentali, diventerà cruciale nel determinare quale direzione prenderà la carriera di Djokovic nei prossimi mesi.
Sull’orizzonte di Melbourne
Gli Australian Open hanno sempre rappresentato un palcoscenico fondamentale per Djokovic, che qui ha ottenuto alcuni dei suoi successi più significativi. La relazione tra il tennista e questo torneo è particolarmente intensa e ricca di ricordi. Nonostante la difficoltà attuale, Djokovic non esclude la possibilità di tornare. “Melbourne ha significato tanto per me. Se mi sento bene e motivato, tornerò. Spetta a me ora valutare, ma c’è sempre il rischio che non possa tornare,” ha detto con un misto di nostalgia e determinazione.
La carriera di un atleta di élite come Djokovic è spesso segnata da alti e bassi, ma la resilienza nel superare gli ostacoli è ciò che ha caratterizzato il suo percorso. Con la sfida di dover affrontare nuove difficoltà fisiche e un possibile cambiamento nella sua strategia sportiva, il tennista serbo avrà molte questioni da considerare nei prossimi mesi. La quantità di storie che ha ancora da raccontare nel mondo del tennis resta alta, lasciando la comunità sportiva con il fiato sospeso riguardo a cosa accadrà nel futuro.