Dirigente scolastica condannata a risarcire oltre 156mila euro per frode in provincia di Monza

Dirigente scolastica condannata a risarcire oltre 156mila euro per frode in provincia di Monza

Una dirigente scolastica di Monza e Brianza è accusata di malversazione, avendo sottratto oltre 156mila euro tramite bonifici ingiustificati per servizi mai forniti, portando a sanzioni legali e licenziamento.
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Dirigente scolastica condannata a risarcire oltre 156mila euro per frode in provincia di Monza - Gaeta.it

Sotto i riflettori delle indagini si è trovata una dirigente scolastica di un istituto della provincia di Monza e Brianza, accusata di malversazione di fondi pubblici. Attraverso una serie di bonifici ingiustificati, la donna sarebbe riuscita ad intascare una somma complessiva di oltre 156mila euro in un triennio. Le operazioni di pagamento, presentate come mandati per servizi informatici mai resi o per acquisti di beni non effettuati, hanno suscitato l’attenzione delle autorità, portando a sanzioni legali e giudiziarie significative.

La scoperta della frode

La vicenda ha preso piede grazie ad un’accorta analisi dei movimenti finanziari della scuola. Gli investigatori hanno rilevato un flusso di bonifici destinati a conti correnti a nome della dirigente o cointestati, camuffati da spese per servizi che, in realtà, non erano stati né richiesti né realizzati. La Corte dei Conti della Lombardia ha rilevato che tra il 2021 e il 2023, questa assistente amministrativa, di 54 anni, ha perpetrato tale frode, privando di fatto la pubblica amministrazione di una somma significativa.

Nei giorni scorsi, la Corte ha emesso una sentenza nel quale si ordina alla dirigente di risarcire l’intero importo sottratto. Questo contingente di bonifici risultava accompagnato da mandati di pagamento che non presentavano alcuna documentazione giustificativa, evidenziando la mancanza di trasparenza nelle operazioni. Anche il registro delle fatture della scuola non ha fornito alcun riscontro rispetto agli acquisti dichiarati.

Procedimenti legali e conseguenze

Già nei precedenti accertamenti, un giudice per le indagini preliminari di Monza aveva disposto un sequestro nei confronti della dirigente, mirato a preservare l’interesse pubblico danneggiato dalla sua condotta. Questa azione ha rappresentato un passo fondamentale per garantire che le risorse pubbliche venissero recuperate. Oltre alla condanna dalla Corte dei Conti, la dirigente è stata anche licenziata dall’incarico. I giudici hanno documentato le ripetute richieste di restituzione delle somme, che la donna ha ignorato, aggravando ulteriormente la sua posizione legale.

Questa vicenda mette in luce l’importanza della trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche, soprattutto nel settore dell’istruzione. I controlli e la prevenzione di comportamenti illeciti sono sempre più necessari per salvaguardare l’integrità delle istituzioni scolastiche e l’affidabilità del sistema educativo.

Il futuro della gestione delle risorse scolastiche

L’episodio di Monza e Brianza ha aperto un dibattito sul futuro della gestione delle risorse nelle istituzioni scolastiche in Italia. Le autorità competenti sono chiamate ad implementare controlli rigorosi e pratiche di audit più frequenti per evitare il ripetersi di situazioni simili. La trasparenza nella rendicontazione delle spese, l’implementazione di procedure chiare per l’acquisto e la gestione di fondi, sono misure necessarie per garantire la fiducia dei cittadini e degli utenti nei confronti del sistema educativo.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, attraverso l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, ha preso atto della situazione e sta lavorando per rafforzare le misure di controllo, affinché simili episodi non possano verificarsi in futuro. La salvaguardia delle risorse pubbliche è essenziale per garantire la qualità dell’istruzione e il benessere degli studenti, un tema centrale per la società e il futuro del Paese.

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