Direttori Giustizia in Stato di Agitazione Dopo Risposta del Ministro alla Interrogazione Parlamentare

Direttori Giustizia in Stato di Agitazione Dopo Risposta del Ministro alla Interrogazione Parlamentare

I direttori di giustizia in Italia protestano contro il demansionamento proposto dal Ministero, esprimendo preoccupazioni per la loro dignità professionale e minacciando azioni di protesta se le istanze non verranno ascoltate.
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Direttori Giustizia in Stato di Agitazione Dopo Risposta del Ministro alla Interrogazione Parlamentare - (Credit: www.ansa.it)

Nell’ambito della giustizia italiana, la situazione dei direttori rimane critica. La recente risposta fornita dal Ministro della Giustizia a un’interrogazione presentata dall’onorevole Devis Dori ha alimentato il malcontento tra i direttori che dal mese di agosto si trovano in stato di agitazione. La questione si concentra sul potenziale demansionamento della figura professionale dei direttori, tema centrale per il Coordinamento Nazionale Direttori Giustizia, il quale sta attivamente combattendo contro l’assorbimento in un’altra categoria di funzionari.

Il demansionamento e le preoccupazioni del Coordinamento

Il Coordinamento Nazionale Direttori Giustizia ha messo in evidenza, attraverso una nota ufficiale, la preoccupazione derivante dalle valutazioni espresse dal Ministero nella sua risposta. A loro avviso, la direzione del Ministero mostra segni di un chiaro intento di eseguire un demansionamento flagrante per la figura del direttore. Questa manovra, considerata inaccettabile dalla categoria, viene vista in contrasto con la dignità e il riconoscimento professionale a cui i direttori hanno diritto.

Nei dettagli della risposta, il Ministro ha fatto riferimento al fatto che la figura del direttore fosse già collocata nella terza area, senza però riconoscere una realtà importante: la quarta area è stata istituita solo in data 9 maggio 2022. Inoltre, il Coordinamento rileva come la posizione di sovraordinazione dei direttori sulla categoria dei funzionari non venga adeguatamente considerata. Le differenze di accesso e le mansioni che i direttori svolgono rispetto ai funzionari sono, secondo il Coordinamento, evidenti sia sul piano giuridico sia su quello economico.

Un aspetto significativo che meritava attenzione è il concorso indetto nel 2020, al quale hanno partecipato numerosi funzionari. Questo evento rappresentava un’opportunità per avanzare nella carriera verso il ruolo di direttore, consolidando la loro posizione all’interno del sistema giuridico. L’accordo sindacale del 2017, citato dal Ministero in precedenti interrogazioni, prevede per i funzionari con almeno sette anni di servizio un accesso al profilo di direttore, un punto cruciale che il Coordinamento ha voluto sottolineare.

Le prospettive future e le azioni del Coordinamento

Di fronte a una situazione percepita come insostenibile, il Coordinamento Nazionale Direttori Giustizia ha espresso il proprio sgomento e preoccupazione per l’evoluzione della questione. L’atteggiamento del Ministero ha spinto i rappresentanti della categoria a prendere una posizione chiara riguardo al loro stato di agitazione. È evidente che la frustrazione accumulata potrebbe sfociare in azioni concrete.

Il Coordinamento ha preannunciato la possibilità di adottare nuove forme di lotta e protesta, incluso un eventuale nuovo sciopero. Questa decisione non è stata presa alla leggera, bensì frutto di un’esaminazione approfondita delle azioni precedenti e dell’inefficacia delle trattative finora intraprese con il Ministero. Le prospettive future potrebbero includere iniziative di sensibilizzazione e manifestazioni pubbliche per rendere visibile il loro dissenso e rivendicare i propri diritti, accrescendo la pressione sul Ministero della Giustizia affinché ascolti le istanze dei direttori e ponga rimedio alla situazione.

In un sistema giuridico in costante evoluzione, la stabilità e il riconoscimento delle varie figure professionali rivestono un’importanza fondamentale. La questione della categoria dei direttori di giustizia rimane quindi aperta, con il Coordinamento pronto a difendere i propri diritti e a lottare per un riconoscimento adeguato della loro professionalità e competenza.

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