Un caso di furto sistematico e frodi ha sconvolto la comunità di Macerata, dove una dipendente è accusata di rubare regolarmente cosmetici e integratori dall’azienda in cui lavorava. La donna avrebbe realizzato un profitto considerevole rivendendo questi oggetti online, generando guadagni per migliaia di euro. L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria ha messo a nudo una serie di irregolarità che si sono protratte dal 2021 al 2024, sotto la scoperta e la denuncia del titolare della farmacia.
I furti sistematici e le indagini delle forze dell’ordine
La saga del furto di prodotti cosmetici e integratori è iniziata nel 2021, quando il titolare della farmacia ha iniziato a notare ammanchi consistenti nel proprio stock. Da quel momento, sono scattate le indagini delle autorità competenti, che hanno accertato un valore complessivo dei prodotti sottratti che supera i 100mila euro. Dopo una serie di accertamenti, la donna è stata denunciata per furto aggravato, sostituzione di persona e autoriciclaggio.
Le modalità di attuazione del reato sono state particolarmente astute. La dipendente utilizzava borse personali per nascondere la merce rubata e si avvaleva del codice identificativo di un collega assente per motivi di salute per accedere al programma gestionale della farmacia. Qui, la donna effettuava delle registrazioni false, modificando la giacenza dei prodotti sottratti e facendoli apparire come “rettificati”. Questa operazione avveniva senza alcuna documentazione fiscale, contribuendo a un danno economico notevole per l’azienda.
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Rivelazioni sul coinvolgimento con le case farmaceutiche
Le indagini hanno anche rivelato che la dipendente aveva rapporti frequenti con i rappresentanti delle case farmaceutiche. Aveva accesso ai vari premi commerciali, come tablet e macchine del caffè, che le aziende riconoscevano alla farmacia come parte delle loro strategie di vendita. Nonostante la sua posizione, la donna si faceva recapitare i premi direttamente a casa della madre, in modo da non sollevare sospetti sul suo comportamento.
Questo aspetto della storia getta ulteriore luce sull’abilità della dipendente nel gestire le sue frodi, dimostrando non solo l’astuzia ma anche un certo grado di planning strategico. Le operazioni condotte alla luce di questi rapporti hanno portato a riflessioni sull’integrità all’interno delle farmacie e sulla necessità di controlli più rigorosi per evitare simili infrazioni in futuro.
Il colpo finale e le conseguenze legali
Il passo decisivo verso la sua esposizione si è verificato quando la dipendente, dopo aver rubato un’altra serie di cosmetici, è stata bloccata mentre lasciava il lavoro. La successiva perquisizione del veicolo e della sua abitazione ha portato al ritrovamento di oltre 2.300 prodotti, tutti sequestrati grazie all’intervento dell’Autorità Giudiziaria.
In risposta a questo comportamento illecito, il Giudice per le indagini preliminari ha imposto all’indagata l’obbligo di firma. Le autorità stanno ora proseguendo le loro indagini per approfondire gli aspetti fiscali della situazione e verificare se ci siano ulteriori responsabilità legali da attribuire alla donna.
Questo episodio solleva interrogativi sul livello di protezione e controllo nei luoghi di lavoro, sottolineando l’importanza di procedure adeguate per prevenire frodi interne e garantire l’integrità delle operazioni aziendali.