Diocesi di Oppido-Palmi affronta le denunce di abusi commessi dal sacerdote in passato: i dettagli dell’inchiesta

Diocesi di Oppido-Palmi affronta le denunce di abusi commessi dal sacerdote in passato: i dettagli dell’inchiesta

Denunce di abusi da parte di un sacerdote della diocesi di Oppido-Palmi scuotono la comunità di Polistena; mons. Giuseppe Alberti promette trasparenza, collaborazione con le autorità e misure per la tutela dei minori.
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Accuse di abusi risalenti a decenni fa coinvolgono un sacerdote della diocesi di Oppido-Palmi; la diocesi, guidata da mons. Alberti, promette indagini trasparenti, collaborazione con le autorità e rafforzamento delle misure di tutela dei minori. - Gaeta.it

Nelle ultime settimane si sono diffuse notizie riguardanti accuse di abusi risalenti a molti anni fa da parte di un sacerdote della diocesi di Oppido-Palmi. Le denunce provengono da un’ex suora e un laico che affermano di aver subito violenze in adolescenza in una parrocchia di Polistena. Questi fatti hanno scosso la comunità locale e indotto la diocesi a prendere una posizione ufficiale, promettendo un esame approfondito e collaborazione con le autorità. La vicenda resta aperta e al centro dell’attenzione, con un appello alla verità e alla tutela delle persone coinvolte.

Le accuse mosse da chiara scarfò e da un laico contro un sacerdote di polistena

Le denunce pubbliche sono state avanzate da Chiara Scarfò, ex suora oggi impegnata a raccontare la sua esperienza attraverso il libro “Mi svelo”, e da un uomo laico. Entrambi hanno dichiarato di essere stati vittime, durante l’adolescenza, di abusi da parte di un sacerdote operante in una parrocchia di Polistena, appartenente alla diocesi di Oppido-Palmi. Le violenze sarebbero avvenute diversi decenni fa, in un periodo in cui il sacerdote era ancora attivo. Adesso l’uomo ha circa 80 anni e non esercita più il ruolo di parroco.

Testimonianze e impatto sulla comunità

Le testimonianze includono ricordi che hanno segnato profondamente le vittime, costrette a confrontarsi con un passato doloroso e rimosso. Il racconto della ex suora ha acceso i riflettori su una situazione che, benché risalente a molti anni fa, permane ancora come un tema sensibile per la comunità religiosa e civile. Le denunce sono state rese pubbliche attraverso i media locali e nazionali, accompagnate dalla volontà dei denuncianti di far emergere la verità a tutela di chi ha subito quei fatti.

La posizione del vescovo mons. giuseppe alberti sulle accuse e l’impegno della diocesi

Il vescovo di Oppido-Palmi, mons. Giuseppe Alberti, ha diffuso una nota ufficiale nella quale commenta le denunce. Il monsignore ha sottolineato che, qualora i fatti venissero accertati come veri, provocherebbero “profondo turbamento e rinnovata responsabilità” da parte della diocesi. Mons. Alberti ha condannato senza riserve qualsiasi abuso, dichiarando che la diocesi intende collaborare con le autorità per la ricerca della verità.

Invito alla denuncia e trasparenza

Il presule ha invitato a denunciare il prima possibile agli organi competenti per permettere di ricostruire i fatti, anche se risalenti a molti anni addietro. In questa vicenda, la diocesi ha scelto uno spirito di giustizia e trasparenza, assicurando che non si farà sconto a nessuno nel chiarire responsabilità ed eventi. Sotto la sua guida, la diocesi affronta il caso come una ferita profonda che coinvolge tutta la comunità cattolica locale.

Scopo dell’impegno di mons. Alberti è fornire ai fedeli la certezza che la Chiesa di Oppido-Palmi vuole rendere i propri spazi più sicuri, specialmente per i minori e le persone più vulnerabili, e superare la vergogna e il dolore legati a questi fatti.

Le azioni intraprese dalla diocesi per la protezione dei minori e la prevenzione degli abusi

Da tempo la diocesi di Oppido-Palmi ha avviato attività specifiche per la tutela dei minori e di persone vulnerabili. Sulla base delle linee guida stabilite dalla Conferenza episcopale italiana , la diocesi ha promosso iniziative di formazione rivolte a educatori, operatori pastorali e volontari coinvolti nelle comunità cristiane. Questi corsi puntano a migliorare la conoscenza sui segnali di abuso e a far crescere una cultura che metta al centro il rispetto dei soggetti più fragili.

Vigilanza e sensibilizzazione comunitaria

L’impegno si manifesta anche in una vigilanza attenta verso le realtà ecclesiali che accolgono bambini e giovani, con controlli più rigorosi e una attenzione costante all’ambiente in cui si sviluppano le attività parrocchiali. La diocesi propone momenti informativi per genitori e responsabili, affinché si diffonda una consapevolezza più solida e condivisa.

Mons. Alberti ha ribadito che queste azioni non si limitano solo alla reazione a denunce, ma sono parte di un percorso di educazione e prevenzione che mira a scongiurare nuovi episodi di abuso. L’obiettivo è che le comunità religiose si trasformino in luoghi di accoglienza sicura, tutela e sostegno, valorizzando un’attenzione concreta all’infanzia e al mondo della vulnerabilità.

Disponibilità della diocesi alla collaborazione con le autorità e iniziative future

La diocesi ha confermato la propria disponibilità a collaborare con le forze dell’ordine e gli enti giudiziari per l’accertamento dei fatti. Mons. Alberti ha ribadito che, pur trattandosi di episodi che risalgono a molti anni fa, le indagini devono svolgersi con rigore e tempestività, per fare luce su ogni dettaglio possibile. Questa apertura segna una svolta rispetto a un passato in cui spesso simili vicende venivano gestite solo internamente.

Rigore e trasparenza nelle indagini

Le verifiche interne sono in corso e procederanno con rigore, nell’ottica di trasparenza e responsabilità totale. La diocesi intende non solo rispondere ai fatti denunciati, ma anche rafforzare il proprio sistema di controllo e prevenzione. Le iniziative saranno aggiornate e potenziate, come ha sottolineato il vescovo, per assicurare ambienti più sicuri per tutte le persone coinvolte nelle attività ecclesiali.

Questa vicenda è segno di un nodo difficile per la comunità di Oppido-Palmi, ma anche di una volontà chiara di affrontare il problema senza nascondersi. Le azioni intraprese diventeranno un punto di riferimento per altre diocesi e comunità cercando di evitare che fatti simili si ripetano in futuro.

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