La multinazionale Diageo ha annunciato la chiusura definitiva del suo stabilimento situato a Santa Vittoria d’Alba, in provincia di Cuneo. Questa decisione andrà a impattare in modo significativo sulla comunità locale e sui posti di lavoro. In questo contesto difficile, l’azienda ha promesso di attivare procedure per garantire la tutela dei lavoratori e facilitare una potenziale vendita del sito. Ecco tutti i dettagli dell’incontro tra i rappresentanti dell’azienda e le istituzioni locali.
La decisione di Diageo: un cambiamento strategico
Kerry Easter, CEO di Diageo Operations, ha reso nota la decisione di chiudere lo stabilimento nel corso di un incontro che ha visto la partecipazione di vari esponenti del mondo imprenditoriale e politico. La motivazione dietro a questa scelta è legata all’esigenza di Diageo di avvicinare la produzione ai mercati europei che mostrano un maggiore potenziale di crescita, in particolare quelli del Nord Europa. In questo modo, l’azienda intende riorientare le sue strategie per ottimizzare i profitti e le operazioni in un contesto di mercato in continua evoluzione.
Easter ha confermato che Santa Vittoria d’Alba, unico stabilimento del gruppo in Italia, è un sito produttivo efficiente. La notizia della chiusura ha suscitato forte sconcerto tra le autorità locali, compreso il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, e alcuni sindaci della zona, che hanno dichiarato di ritenere inaccettabile questa decisione considerando anche l’importanza strategica del mercato italiano per Diageo.
Le istituzioni locali reagiscono
Responsabili politici e amministratori pubblici hanno espresso immediatamente la loro contrarietà alla chiusura della fabbrica. Durante l’incontro al Grattacielo della Regione Piemonte, Cirio e i colleghi hanno confermato il loro impegno a trovare soluzioni alternative, come la ricerca di potenziali acquirenti che possano rilevare lo stabilimento e continuare l’attività produttiva. Le istituzioni si stanno già attivando per coinvolgere il governo e utilizzare strumenti quali i contratti di sviluppo per supportare la riconversione del sito.
Si prevede che il Ministero del Lavoro costituisca un tavolo di consultazione dedicato per esplorare le possibilità di vendita del sito. L’obiettivo è garantire che i lavoratori colpiti dalla chiusura possano trovare supporto orientato alla rioccupazione. I sindaci e la Regione sono determinati a seguire attentamente ogni fase del processo e a sostenere attivamente i dipendenti che rischiano di perdere il lavoro.
Impatti sul territorio e prospettive future
La chiusura dello stabilimento ha conseguenze dirette non solo per gli operai e le loro famiglie, ma anche per l’economia locale di Santa Vittoria d’Alba e dei comuni adiacenti. L’impianto rappresenta un importante polo produttivo che ha generato posti di lavoro e contribuito all’economia della zona. La perdita di queste opportunità lavorative implica un ulteriore aggravio per un territorio già provato dalla crisi economica.
La speranza dunque è quella di trovare un compratore che possa garantire la continuità produttiva e minimizzare i danni sul fronte occupazionale. L’attenzione delle istituzioni è rivolta a mantenere viva la produzione sul territorio e a tutelare i lavoratori, mentre si attende la formazione del tavolo al Ministero. I prossimi sviluppi saranno attesi con apprensione, poiché determineranno le sorti dei dipendenti e dell’intera comunità locale.