Un evento teatrale di grande impatto si svolgerà a Napoli: il debutto dello spettacolo intitolato ‘Netamiau perché sei morta-Ingiunzione a una bambina’. L’appuntamento è fissato per giovedì 14 novembre al Teatro Elicantropo, con repliche fino al 17. Questa produzione della compagnia torinese Lo stagno di Goethe-ets, diretta e interpretata da Marco Gobetti insieme a Chiara Galliano, affronta temi di estrema attualità attraverso una narrazione provocatoria e intensa.
Una narrazione tra fiaba e satira
Il testo scritto da Marco Gobetti porta in scena un dialogo tra un uomo e una bambina, dove l’uomo promette meraviglie, mentre la giovane non ha la possibilità di rispondere. Questo scambio, apparentemente fiabesco, si trasforma in un’analisi cruda della realtà contemporanea. Gli autori hanno descritto l’opera come una satira feroce, volta a far riflettere su temi quali la menzogna dilagante nella società, il riciclo di genocidi come giustificazione per nuovi orrori, l’industria della violenza e le guerre perpetue, che riducono le popolazioni a meri strumenti di profitto economico e geopolitico.
Questa rappresentazione non si limita a intrattenere; vuole essere un messaggio politico. ‘Netamiau perché sei morta’ utilizza la poesia per stimolare una forma di pensiero consapevole, essenziale per la costruzione di un futuro migliore. Ogni parola e ogni scena sono pensate per invitare il pubblico a riflettere sull’importanza della responsabilità sociale, invitando tutti a un esame lucido del passato e del presente.
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Riflessioni sul presente
Marco Gobetti afferma l’importanza di una riflessione profonda sul passato e sul presente, suggerendo che è solo attraverso la consapevolezza storica che si può aspirare a un futuro migliore. L’allegoria di ‘Netamiau’ si intreccia con eventi contemporanei, in particolare il genocidio in corso in Gaza, collegandolo a una lunga serie di violenze subite dalla Palestina. La messa in scena non solo narra di questo conflitto, ma si propone di indagare e mettere in discussione i meccanismi che hanno portato a tali atrocità.
L’opera è un forte richiamo all’umanità, dove il concetto di giustizia e responsabilità è centrale. Attraverso il suo linguaggio evocativo e gli elementi visivi, mette in luce le sofferenze delle popolazioni oppresse e invita a interrogarsi sulle proprie responsabilità in un contesto mondiale complesso.
Un teatro che si fa comunità
La compagnia teatrale Lo stagno di Goethe ha scelto di affrontare la creazione artistica in modo non convenzionale, rinunciando a una regia tradizionale per adottare una direzione più fluida e partecipativa. Durante le repliche, il programma di sala invita il pubblico a sostenere Gazzella onlus, un’associazione dedicata all’assistenza e riabilitazione dei bambini palestinesi colpiti da conflitti armati, e alla distribuzione di pasti caldi nella striscia di Gaza.
Questa sinergia tra arte e attivismo sociale rappresenta una volontà chiara di scardinare le barriere tradizionali del teatro e di favorire un incontro reale con le problematiche del nostro tempo. La produzione si impegna così non solo a riempire un palco, ma a costruire una comunità coesa che si attiva per un cambiamento positivo.
Lo spettacolo offre dunque un’occasione unica per immergersi in una narrazione profonda e significativa, che invita il pubblico a riflettere e a partecipare attivamente a un dibattito più ampio riguardo ai diritti umani e alla giustizia sociale.