Dal voto alla fumata, come si svolge l’elezione del papa nella cappella sistina

Dal voto alla fumata, come si svolge l’elezione del papa nella cappella sistina

Il conclave nella cappella sistina coinvolge 133 cardinali elettori che votano in segreto seguendo rituali precisi, con scrutini rigorosi e fumate che annunciano l’elezione del papa secondo la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis.
Dal Voto Alla Fumata2C Come Si Dal Voto Alla Fumata2C Come Si
L’articolo descrive il rituale dettagliato e regolamentato dell’elezione papale nella Cappella Sistina, evidenziando il ruolo dei cardinali elettori, la procedura di voto, lo scrutinio e le norme per garantire segretezza, trasparenza e consenso. - Gaeta.it

L’elezione del papa nella cappella sistina segue un rituale antico e rigoroso, scandito da passaggi scrupolosi che coinvolgono i 133 cardinali elettori. Il processo prende il via con la consegna delle schede di voto, prosegue con il conteggio meticoloso e termina con la caratteristica fumata che annuncia al mondo l’esito della scelta. Ogni fase, dalla preparazione delle schede alla loro distruzione, è regolata da norme precise contenute nella Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis.

La consegna e la preparazione delle schede di voto

All’inizio del conclave, ciascun cardinale elettore riceve almeno due schede rettangolari, pronte per essere compilate. Su ciascuna è già stampata la formula “eligo in summum pontificem” nella parte superiore, mentre la zona inferiore è riservata all’indicazione del nome del candidato scelto. Le schede sono piegabili, così da garantire segretezza al voto. Il compito di distribuirle spetta ai cerimonieri sotto la supervisione dell’ultimo cardinale diacono, che si occupa anche di estrarre a sorte i tre scrutatori e i revisori, oltre agli infirmarii, cioè i cardinali incaricati di raccogliere i voti dai porporati infermi. Nel caso in cui i cardinali estratti non possano svolgere questi incarichi, si procede a una nuova estrazione per garantire che tutti i ruoli siano occupati da elettori disponibili. Prima che il voto abbia inizio, il segretario del Collegio dei cardinali, il maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie e i cerimonieri escono dalla cappella sistina. La porta viene chiusa dall’ultimo cardinal diacono, che la riapre soltanto per permettere agli infirmarii di entrare o uscire per raccogliere i voti degli elettori impossibilitati a muoversi.

L’importanza della segretezza nel voto

La piegatura delle schede e la supervisione rigorosa dei cerimonieri assicurano che ogni voto rimanga segreto e che il processo sia svolto con la massima correttezza e trasparenza.

La procedura di voto dentro la cappella sistina

L’atto del voto è solenne e si svolge in ordine di precedenza. Ogni cardinale scrive il nome del candidato sulla scheda, che poi piega tenendola sollevata per mostrare la presenza della scritta in alto. Si avvicina all’altare dove si trovano gli scrutatori e, pronunciando ad alta voce il giuramento di sincerità , depone la scheda nel piatto sopra il recipiente destinato a raccoglierle. Poi, inclina il capo verso l’altare e ritorna al proprio posto. I cardinali infermi, impossibilitati a raggiungere l’altare, sono assistiti da uno degli scrutatori, che prende la scheda e la consegna al medesimo punto di raccolta. Questo sistema garantisce che nessun voto venga escluso per ragioni di salute o mobilità limitata.

Il voto dei cardinali infermi nelle loro stanze

I porporati impossibilitati a partecipare direttamente al voto nella cappella sistina rimangono nelle loro stanze, dove vengono raggiunti da tre infirmarii muniti di schede e di una cassetta speciale con foro superiore per inserire i fogli. Questa cassetta viene aperta pubblicamente alla presenza degli scrutatori per mostrarsi vuota, poi chiusa e sigillata con una chiave custodita sull’altare. I cardinali infermi scrivono il nome scelto, inseriscono la scheda nella cassetta tramite il foro e ripetono il giuramento davanti agli infirmarii. Al rientro nella cappella, la cassetta viene aperta dagli scrutatori davanti agli altri elettori, che contano le schede e le trasferiscono tutte in una volta nel recipiente per il voto. Questo sistema mantiene la trasparenza e la correttezza del procedimento, anche per chi non si muove dalla propria stanza.

La trasparenza anche per chi non vota in presenza

La procedura garantisce che ogni cardinale, indipendentemente dalle sue condizioni di salute, possa esprimere il proprio voto in modo equo e verificabile.

Lo scrutinio delle schede e il conteggio dei voti

Quando tutti i voti sono raccolti, il primo scrutatore agita con cura l’urna per mescolare le schede e l’ultimo ne conta il numero, confrontandolo con quello degli elettori. Se la quantità non coincide, tutte le schede vengono bruciate senza aprirle, e si riprende con una votazione nuova. Se invece il numero corrisponde, inizia lo spoglio. I tre scrutatori si siedono a un tavolo davanti all’altare. Il primo apre ogni scheda, legge il nome scritto e la passa al secondo che verifica, mentre il terzo recita ad alta voce il nome scelto, così che tutti i cardinali possano annotare il voto su fogli appositi. Nel corso dello spoglio, se si trovano due schede piegate in modo analogo e con nomi identici, si conteggiano come un solo voto; se invece i nomi sono diversi, nessuno dei due voti vale, ma la votazione prosegue senza annullamenti. Al termine della lettura, i tre scrutatori sommano i voti ricevuti da ciascun nome e annotano i risultati. L’ultimo scrutatore infila tutte le schede lette in un filo, perforandole in corrispondenza della parola “eligo” per conservarle in sicurezza, legando i capi con un nodo. Le schede vengono depositate in un recipiente accanto alla mensa. Alla fine del conteggio i fogli vengono bruciati in una stufa in ghisa datata 1939, usata fin dal conclave di quell’anno. Il fumo prodotto viene colorato da sostanze chimiche in una seconda stufa, installata nel 2005, che emette una fumata nera se non c’è elezione, e fumata bianca se il papa è stato scelto.

Il quorum, le pause e le votazioni nel dettaglio

Per essere eletto, il pontefice deve ottenere almeno due terzi dei voti degli elettori, quindi 89 con 133 presenti. Le votazioni si svolgono in modo intenso, con due scrutini ogni mattina e ogni pomeriggio. Se dopo tre giorni non emerge un eletto, il conclave viene sospeso per un giorno per preghiere, dialogo libero tra i cardinali e una breve esortazione spirituale tenuta dal cardinale più anziano dell’ordine dei diaconi. Dopo sette scrutini senza risultati, si fa un’altra pausa simile, seguita da un’ulteriore serie di sette votazioni. In caso di ulteriore stallo, si predispone un’ultima pausa con esortazione da parte del cardinale più anziano dell’ordine dei vescovi. Una volta terminate queste fasi, se manca ancora un papa, si dedica un giorno intero alla riflessione, a preghiera e a un dialogo finale, restringendo la scelta ai due candidati con più voti. Nei ballottaggi decisivi, si mantiene il quorum dei due terzi, ma i due nominativi in lizza non votano, per evitare influenze sul risultato. Queste regole assicurano che la scelta finale abbia un ampio consenso e sia frutto di un confronto serrato e profondo.

Change privacy settings
×