Cristina piacentini e la battaglia per una crema senza barriere architettoniche

Cristina piacentini e la battaglia per una crema senza barriere architettoniche

A Crema, Cristina Piacentini guida il comitato “Crema senza barriere” per migliorare l’accessibilità urbana e commerciale, denunciando le difficoltà quotidiane delle persone in sedia a rotelle nella città storica.
Cristina Piacentini E La Batta Cristina Piacentini E La Batta
A Crema, Cristina Piacentini guida il comitato "Crema senza barriere" per migliorare l'accessibilità della città alle persone in sedia a rotelle, denunciando le difficoltà quotidiane causate dalle barriere architettoniche e promuovendo un cambiamento culturale e urbanistico. - Gaeta.it

A Crema, città lombarda nota per la sua storia e il centro storico, la vita quotidiana per chi si muove in sedia a rotelle si trasforma spesso in una sfida. Cristina Piacentini, 69 anni, da decenni convive con la poliomielite che l’ha costretta sulla carrozzina. Oggi guida il comitato “Crema senza barriere” per richiamare attenzione sulle difficoltà di accesso agli spazi pubblici e commerciali. La sua storia racconta una realtà fatta di ostacoli anche in attività semplici come bere un caffè al bar o andare a teatro.

La difficoltà nel vivere la città per chi usa la carrozzina

Cristina Piacentini ha sperimentato sulla propria pelle quello che significa spostarsi in una città pensata senza guardare chi ha problemi di mobilità. La pavimentazione del centro storico di Crema rappresenta un vero torto. I sampietrini e le superfici irregolari rendono ogni passo una complicazione, creando una sensazione di precarietà e isolamento. Percorrere le vie principali in sedia a rotelle richiede attenzione e fatica continua.

Le barriere architettoniche sono un ostacolo costante. Molte attività commerciali non sono dotate di rampe d’accesso o ascensori. Spesso si trovano gradini e porte strette che bloccano il passaggio, impedendo qualsiasi autonomia. In altri casi, le entrate prevedono rampe realizzate in modo improvvisato, spesso per nulla funzionali. L’assenza di un sistema organico di accessibilità complica la routine di chi si muove con difficoltà.

Spostarsi tra barriere e disagi quotidiani

Per Cristina, accedere a spazi pubblici o semplici negozi diventa un impegno da affrontare con determinazione. Queste limitazioni si aggiungono alla frustrazione di vedere una città che non accoglie tutti allo stesso modo, compromettendo la dignità e la libertà personale.

L’impegno di crema senza barriere e la speranza di cambiamento

Il comitato Crema senza barriere ha preso forma con l’obiettivo chiaro di sensibilizzare cittadini e istituzioni. Cristina, alla guida del gruppo, spiega che occorre soprattutto lavorare su due fronti: il miglioramento della pavimentazione pubblica e il superamento degli ostacoli negli ingressi delle attività commerciali.

Tra i sostenitori più attivi c’è suo marito Carlo, spesso al fianco della moglie nelle battaglie quotidiane. Carlo si occupa di aiutare nella spinta della carrozzina quando serve, ma anche nel segnalare le situazioni in cui manca una pedana o si trovano barriere insormontabili. La presenza di una pedana, anche se non sempre alla norma, rappresenta comunque un primo passo per permettere l’accesso a molti esercizi.

Azioni politiche e controlli più rigidi

Il comitato si propone di intervenire anche con iniziative di pressione politica. L’intento è che venga rispettata la legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche, con controlli più frequenti e sanzioni per chi non si adegua. Ogni piccolo miglioramento, sia pubblico sia privato, può incidere profondamente sulla qualità della vita dei cittadini con disabilità.

Esperienze quotidiane e la richiesta di normalità

Cristina racconta episodi in cui ha dovuto affrontare situazioni imbarazzanti o scomode, come quando un negoziante ha portato la biancheria intima fuori nel mezzo della strada per farla scegliere da lei. In quei momenti si percepisce come la sua presenza desti disagio o incomprensione. Il problema va oltre la semplice architettura: riguarda anche l’atteggiamento delle persone, ancora poco abituate a convivere con chi ha difficoltà motorie.

La signora Piacentini sottolinea la necessità che la società smetta di ignorare o nascondere chi ha disabilità. “Ci siamo e vogliamo vivere come tutti gli altri”, ha detto, richiamando a un cambio di mentalità urgente. La vita sociale, culturale e commerciale deve aprirsi senza esclusioni, permettendo a tutti di poter fare scelte con uguali possibilità.

Una sfida storica per crema

Crema si trova così di fronte a una sfida storica: rendere reale il diritto alla mobilità e all’accesso. Dietro ogni barriera c’è una limitazione di libertà che pesa sulle persone. Il lavoro di chi come Cristina Piacentini continua a far sentire queste voci serve a tenere viva l’attenzione e a spingere per un ambiente urbano che sia davvero di tutti.

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