La crisi in atto nel settore automobilistico ha iniziato a mostrare il suo impatto sull’occupazione, in particolare nell’indotto di Stellantis. In occasione di questo difficile periodo, la Svimez ha avvertito riguardo alle conseguenze devastanti che la situazione potrebbe avere sull’apparato produttivo e sull’occupazione nel Mezzogiorno. I dati finora raccolti evidenziano una scarsa attrattività della Zona Economica Speciale Unica nel sud Italia. Un ulteriore elemento di preoccupazione è la prossima scadenza della misura ‘Decontribuzione Sud’, che potrebbe non avere un sostituto adeguato, aggravando così le già precarie condizioni occupazionali.
Le dichiarazioni di Confindustria Basilicata
Durante un’intervista, Francesco Somma, presidente di Confindustria Basilicata, ha espresso le sue preoccupazioni circa l’impatto della crisi automobilistica. Somma ha sottolineato che la ‘Decontribuzione Sud’, introdotta durante il periodo della pandemia, ha avuto un ruolo cruciale nel sostenere il tessuto sociale e lavorativo della regione. Oltre a proteggere posti di lavoro, questa misura è stata essenziale per un rilancio occupazionale, in un periodo già segnato da gravi difficoltà economiche.
Somma ha fatto riferimento a dati significativi: nonostante una crescita lenta, negli ultimi anni la Basilicata ha visto un incremento di oltre il 5% nel numero di occupati nel settore industriale rispetto al 2019. Tuttavia, l’imminente cessazione di questa agevolazione crea preoccupazione tra gli industriali, in particolare in un momento critico per la regione, dove la deindustrializzazione è già una realtà.
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Nuove proposte per sostenere l’occupazione
Secondo il presidente di Confindustria Basilicata, le misure alternative introdotte, come il bonus Zes, non possono sostituire l’efficacia della ‘Decontribuzione Sud’. Somma ha avvertito che la scarsa operatività di queste nuove agevolazioni rischia di limitare le possibilità di assunzione e di crescita del settore. È evidente che per affrontare questa crisi sia necessario un intervento strutturale e coordinato, con attenzione alle specificità del Mezzogiorno.
Somma ha quindi esortato le istituzioni a lavorare alacremente per concordare un nuovo pacchetto di misure con l’Unione Europea, necessario per l’uscita dalla crisi. La creazione di una misura che si allinei con i principi del precedente intervento è ritenuta fondamentale. Non si tratta solo di mantenere la continuità della politica occupazionale, ma di assicurare che questo nuovo strumento possa integrare e migliorare le attuali agevolazioni economiche, puntando a ridurre i divari di sviluppo tra le diverse aree del Paese.
Le prospettive per il futuro
In un contesto internazionale in cui l’industria automobilistica sta vivendo una trasformazione profonda, è essenziale che le misure di supporto siano non solo tempestive ma anche durature. Somma ha suggerito che una pianificazione a lungo termine potrebbe offrire stabilità e consapevolezza agli imprenditori, consentendo loro di investire nel futuro senza il timore di bruschi cambiamenti normativi.
La sfida è ambiziosa e richiede una visione chiara da parte delle istituzioni, che dovrebbero lavorare in sinergia per garantire un futuro occupazionale sano e sostenibile per le generazioni a venire. L’auspicio è che le soluzioni vengano formulate in tempi brevi e che possano rispondere alle esigenze del mercato, proteggendo così l’occupazione e rilanciando l’economia del sud Italia.