La recente proposta di legge riguardante la tassazione delle criptovalute ha acceso il dibattito politico in Italia. Il deputato della Lega, Giulio Centemero, ha utilizzato il social network X per esprimere la sua volontà di operare per una modifica parlamentare della norma. Da una mano dei rappresentanti della maggioranza, viene sostenuto che l’attuale misura potrebbe avere effetti controproducenti, spingendo il settore del cripto al sommerso. Le dinamiche in atto mettono in luce non solo il fermento attorno al mondo delle criptovalute, ma anche le preoccupazioni riguardanti l’impatto fiscale e normativo su un settore in continua evoluzione.
Le preoccupazioni sul nuovo regime fiscale
Con l’hashtag ’StopTassaCrypto42’ che circola su X, cresce la mobilitazione contro le proposte fiscali dirette verso le criptovalute. Molti utenti del web condividono strategie e consigli sulla gestione delle tasse sui bitcoin. Alcuni suggeriscono di orientare gli investimenti verso paesi come il Portogallo e gli Emirati Arabi Uniti, dove le normative fiscali sono più favorevoli. Queste discusse strategie nascono dalla preoccupazione che un aumento della tassazione possa non solo danneggiare il settore delle criptovalute, ma anche ridurre le entrate fiscali. In questo contesto, la Lega si pone come portavoce dei timori di molti investitori, proponendo di rivedere le attuali norme fiscali prima della loro implementazione.
Appello dell’industria cripto al governo
In queste settimane, CheckSig, un attore significativo nel settore cripto, ha inviato una lettera aperta al Ministero dell’Economia e delle Finanze chiedendo una rivalutazione della proposta di introduzione di nuove aliquote. Secondo l’azienda, l’aumento dell’aliquota fiscale potrebbe rivelarsi dannoso non solo per l’industria delle criptovalute, ma anche per le finanze pubbliche. L’azienda avverte del rischio di incostituzionalità e sottolinea che regolamentazioni eccessivamente restrittive potrebbero allontanare gli investitori e spingerli a cercare opportunità più favorevoli all’estero.
Nella lettera, CheckSig non fa mistero del timore che questa legislazione possa creare un ambiente di incertezza, non solo per gli investitori privati, ma anche per le aziende, che potrebbero scegliere di non attivare più operazioni nel nostro paese. La richiesta di riconsiderazione dell’aliquota si colloca dunque in un panorama di crescente tensione tra il governo e un settore che si definisce innovativo ma che sta cercando di trovare la sua stabilità normativa.
Le posizioni istituzionali e le attese del mercato
Il commissario della Consob, Federico Cornelli, ha espresso la sua visione riguardo al risparmio in criptovalute. Su Avvenire, ha dichiarato che tali investimenti non possiedono fondamentali caratteristiche di utilità sociale, difendendo la necessità di una legislazione rigorosa. Cornelli sottolinea che la scelta di regolamentare il settore ha una base razionale, evitando potenziali frodi e garantendo la tutela degli investitori. Intanto, il testo della legge di bilancio è ancora in fase di rifinitura, con l’intenzione di presentarlo alla Camera nei prossimi giorni.
In attesa di definire le norme, le banche si trovano in una posizione di cautela. Augusto dell’Erba, presidente di Federcasse-Bcc, ha affermato di non poter fornire stime sull’impatto potenziale della nuova legge, considerato che il testo non è stato ancora reso pubblico. Tuttavia, ha assicurato che il settore bancario è pronto a svolgere il proprio ruolo nel contesto di questa nuova regolamentazione.
Infine, mentre il dibattito si intensifica, la maggioranza di governo celebra la conferma del rating italiano da parte delle agenzie di rating S&P e Fitch, con quest’ultima che ha addirittura alzato l’outlook a stabile. I rappresentanti politici sottolineano che questi riconoscimenti sono il frutto di un governo considerato “solido e credibile”, indice di stabilità in un periodo di riforma e riorganizzazione economica.
Ultimo aggiornamento il 19 Ottobre 2024 da Sara Gatti