Crescono le indicazioni geografiche in Italia: un modello di successo economico e culturale

Crescono le indicazioni geografiche in Italia: un modello di successo economico e culturale

L’Italia guida la valorizzazione dei prodotti agroalimentari locali attraverso le Indicazioni Geografiche, sostenendo l’economia e creando opportunità per le nuove generazioni, mentre combatte la contraffazione.
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Crescono le indicazioni geografiche in Italia: un modello di successo economico e culturale - Gaeta.it

La cultura dei prodotti alimentari legati a un determinato territorio sta avendo un impatto significativo sull’economia italiana. Questo fenomeno, che comprende oltre 300 consorzi e coinvolge circa 800.000 lavoratori, è stato al centro della Conferenza internazionale sulle Indicazioni Geografiche, promossa da organismi come la FAO, il Ministero dell’Agricoltura e associazioni del settore. L’Italia si pone come leader mondiale in un sistema che ha visto un incremento del 40% della produzione nel corso dell’ultimo decennio.

La crescita delle denominazioni geografiche nel mondo

Nel 2025, il numero delle denominazioni legate ad indicatori geografici ha superato le 16.500 a livello globale. Questo aumento è evidenziato rispetto alle appena 4.000 registrate nel 1994, segnalando una crescente valorizzazione dei prodotti agroalimentari locali. L’Europa, con le sue 4.051 Indicazioni Geografiche, si conferma uno dei continenti più attivi in questo settore, seguita dalla Cina con 7.000, e dall’Asia, che conta 4.050 denominazioni. Anche il Sud America, l’Oceania e l’Africa presentano numeri significativi, rispettivamente con 497, 429 e 210 marchi. In questo contesto, l’Italia non è solo un partecipante, ma un faro di riferimento per altri Paesi.

Un patrimonio culturale da difendere

Il ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, ha chiaramente evidenziato l’importanza delle Indicazioni Geografiche, affermando che non si tratta semplicemente di marchi, ma di un patrimonio intriso di storia e qualità. Secondo lui, proteggere questo sistema significa tutelare un’agricoltura genuina e il legame profondo tra uomo, lavoro e territorio. Con un fermo no all’idea di prodotti industriali privi di radici culturali, Lollobrigida ha sottolineato che il futuro del cibo deve essere costruito sulla tradizione e sull’innovazione, prioritizzando il sostegno alle produzioni locali.

Combattere la contraffazione con il riconoscimento del valore

Il ruolo delle Indicazioni Geografiche si estende anche alla lotta contro la contraffazione. Durante la conferenza, è stato reso noto che l’Italia ha guidato l’introduzione di normative in Europa che tutelano il valore dei prodotti tutelati. In particolare, il Regolamento 1143, adottato nell’anno precedente, rappresenta un traguardo importante per il riconoscimento degli sforzi compiuti dall’industria agroalimentare. Lollobrigida ha affermato l’importanza di collaborare con la FAO per sostenere e promuovere ulteriormente questo modello economico efficace e, al tempo stesso, allineato con le esigenze del mercato.

Opportunità per le nuove generazioni

Secondo Qu Dongyu, direttore generale della FAO, le Indicazioni Geografiche sono un fattore cruciale per rendere i sistemi agroalimentari più sostenibili e inclusivi. Il loro sviluppo sta creando opportunità per i giovani desiderosi di rimanere nei loro luoghi d’origine e contribuire attivamente alla crescita delle proprie comunità. Incoraggiare i giovani agricoltori e le nuove imprese a valorizzare il patrimonio alimentare locale non solo preserva la tradizione culinaria, ma anche la forza economica delle regioni italiane.

Questi temi rientrano in un contesto di crescente riconoscimento dell’importanza dell’agroalimentare e della necessità di tutelare le risorse e i prodotti che rappresentano l’identità culturale dei territori. Il panorama delle Indicazioni Geografiche, quindi, è destinato a essere un elemento fondamentale per il futuro economico e culturale non solo dell’Italia, ma di molti altri paesi nel mondo.

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