Nel corso degli ultimi due anni, le acque del Mediterraneo sono state testimoni di un’operazione di soccorso senza precedenti, che ha coinvolto oltre 27.000 persone. Di queste, la stragrande maggioranza, pari a 24.323, erano migranti. I dati inquietanti sono stati presentati recentemente alla cerimonia di apertura del calendario della Capitaneria di Porto, tenutasi al Marina Convention Center a Palermo. Questo evento ha visto la presenza del comandante delle Capitanerie di Porto della Sicilia Occidentale, contrammiraglio Raffaele Macauda, insieme a diverse autorità civili e militari, tra cui anche un nutrito gruppo di studenti, segno di un forte interesse giovanile per le questioni legate al mare e alla sicurezza.
L’importanza del nuovo calendario
Il nuovo calendario, presentato durante l’evento, rappresenta non solo un’opera d’arte, ma anche un tributo alla lunga storia delle Capitanerie di Porto, che si apprestano a festeggiare 160 anni di attività nel 2025. Il comandante Macauda ha sottolineato l’originalità e la qualità delle opere esposte, realizzate da un artista emergente. Questo progetto artistico non solo racchiude l’evoluzione delle Capitanerie, ma serve anche a promuovere una maggiore consapevolezza riguardo alle raffinate dinamiche del mondo marittimo, che è influenzato da tantissimi fattori, dalla sicurezza alla preservazione dell’ambiente.
Attività di sorveglianza e tutela ambientale
Negli ultimi due anni, la Capitaneria di Porto ha effettuato un totale di 7068 controlli, mirati a tutelare l’ambiente marino e costiero. Traguardi importanti includono 47 denunce inoltrate alla procura e 46 illeciti amministrativi accertati, sottolineando l’impegno delle autorità nell’affrontare e contrastare le violazioni delle normative ambientali. Le operazioni di monitoraggio del demanio marittimo hanno visto un ulteriore incremento, con ben 19.398 interventi, che hanno portato all’apertura di 96 notizie di reato e all’emissione di 747 sanzioni amministrative.
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Un aspetto fondamentale dell’operato della Capitaneria è rappresentato dalla vigilanza nelle aree marine protette, come Capo Gallo, Isola delle Femmine, Ustica, isole Egadi e isole Pelagie. Qui, i controlli sono stati numerosi, con 1589 interventi che hanno generato 5 denunce penali e 41 illeciti amministrativi. Questo sforzo è stato cruciale per la salvaguardia dell’ecosistema marino, minacciato da pratiche di pesca illegale e attività distruttive.
Focus sui controlli della filiera della pesca
Nell’ambito della filiera della pesca, sono state condotte 3591 ispezioni, che hanno rivelato ben 1248 illeciti, con sanzioni amministrative ammontanti a circa 1.672.000 euro e 325 tonnellate di pesce sequestrato. Questi dati evidenziano l’importanza di una vigilanza continua e rigorosa, necessaria per garantire il rispetto delle leggi e la sostenibilità delle risorse ittiche. Le ispezioni hanno infatti riguardato non solo i metodi di pesca e il rispetto delle normative, ma anche la salute e la qualità degli alimenti che arrivano sulle tavole dei consumatori.
Questa intensa attività di controllo si inserisce in un contesto più ampio che mira a preservare l’integrità dell’ecosistema marino, tutelare le specie in via di estinzione e garantire pratiche di pesca responsabili e sostenibili. La Capitaneria di Porto, attraverso le sue numerose operazioni, si conferma custode non solo della sicurezza in mare ma anche della salute delle risorse marine, essenziali per il futuro.
Un impegno significativo che continua a definire il rapporto tra la Sicilia e il suo mare, un legame profondo che necessità di essere valorizzato e protetto.