Cresce la violenza contro le persone Lgbt+: dati 2025 da Gay Help Line e Speakly.org

Cresce la violenza contro le persone Lgbt+: dati 2025 da Gay Help Line e Speakly.org

Negli ultimi dodici mesi, Gay Help Line e Speakly.org hanno registrato un aumento delle violenze e discriminazioni verso la comunità Lgbt+, con gravi impatti su giovani, salute mentale e diritti in Italia.
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Negli ultimi 12 mesi è aumentata la violenza e discriminazione verso la comunità Lgbt+ in Italia, con gravi impatti psicologici e sociali, soprattutto tra i giovani. Pochi denunciano per sfiducia nelle istituzioni, mentre servizi come Gay Help Line offrono supporto psicologico, legale e abitativo. - Gaeta.it

Negli ultimi dodici mesi si è registrato un aumento significativo degli episodi di violenza e discriminazione verso la comunità Lgbt+. I numeri emergono dai dati raccolti da Gay Help Line e dalla chat Speakly.org, che hanno ricevuto 21 mila contatti nell’ultimo anno. Il 65% di queste persone ha denunciato di aver subito violenze, una percentuale in salita rispetto al 53% del 2024. Questi dati sono stati resi pubblici in occasione della giornata mondiale contro l’omobitransfobia, sottolineando il peggioramento del clima per i diritti delle persone Lgbt+.

Dinamiche della violenza dopo il coming out in famiglia e l’impatto sui giovani

La forma più frequente di violenza resta quella riscontrata subito dopo il coming out in famiglia, indicata nel 48,7% dei casi. Questa situazione interessa soprattutto adolescenti e giovani, che spesso si trovano a dover affrontare l’isolamento o, nei casi più gravi, la fuga dalla propria abitazione. La mancanza di un ambiente sicuro amplifica il disagio personale e sociale.

Oltre alle violenze in ambito familiare, si è evidenziato un aumento delle minacce e molestie che interessano il 28,2% delle persone segnalanti. Questi episodi riguardano soprattutto contesti pubblici o di lavoro. Le aggressioni fisiche si attestano al 12%, dato che riflette un aumento rispetto agli anni precedenti. Le rapine a sfondo omotransfobico rappresentano una percentuale minore, intorno al 3,4%, ma colpiscono in modo più intenso le donne transgender, una categoria particolarmente esposta a rischi e violenze di ogni tipo.

La scarsità delle denunce e la sfiducia nelle istituzioni

Nonostante l’aumento di violenze e discriminazioni, pochi sono i casi denunciati alle forze dell’ordine. Solo il 12,8% delle vittime ha scelto di rivolgersi ufficialmente alla polizia o ai carabinieri. Questo dato rispecchia una diffusa sfiducia verso le istituzioni, aggravata dall’assenza in Italia di leggi specifiche che tutelino adeguatamente le persone Lgbt+.

La difficoltà a identificarsi come appartenenti alla comunità Lgbt+, specialmente sul posto di lavoro o in famiglia, contribuisce a tenere molte vittime nell’ombra. Si teme infatti che la rivelazione dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere possa portare a ritorsioni o esclusione sociale. Questa invisibilità rende più acerbo il problema e rallenta l’eventuale intervento di enti preposti.

Effetti sulla salute mentale e pratiche illegali di terapie di conversione

Tra le persone che hanno contattato Gay Help Line e Speakly.org, il 30,3% ha raccontato di aver sviluppato ansia, isolamento emotivo e stati di disperazione. Le conseguenze psicologiche della discriminazione si manifestano in tante forme, inclusi disturbi dell’umore e difficoltà relazionali prolungate.

Preoccupa anche la frequenza con cui emergono esperienze di terapie di conversione, riportate dal 10,8% degli intervistati. Questi trattamenti, non scientifici e spesso violenti, vengono praticati da gruppi religiosi con l’obiettivo di modificare l’orientamento sessuale o l’identità di genere. Sono state segnalate pressioni e abusi fisici o psicologici, che lasciano ferite profonde nella persona.

Esclusione abitativa, discriminazione lavorativa e bullismo scolastico

Sul piano sociale, oltre un terzo degli intervistati ha subito emergenze abitative, dovute all’allontanamento dalla famiglia o alla marginalizzazione legata all’essere Lgbt+. La difficoltà nel trovare una sistemazione sicura mette in difficoltà chi perde il sostegno familiare.

Quando si parla di lavoro, il 10,8% ha chiesto sostegno per cercare occupazione, denunciando discriminazioni ancora radicate. Circa il 31,4% ha vissuto episodi di emarginazione o esclusione sistematica, con valori più elevati per persone transgender e non binarie . Questi numeri dimostrano come il pregiudizio persista anche negli ambienti professionali.

Nel contesto scolastico, il bullismo omotransfobico è cresciuto fino all’8,5%, con un aumento significativo del 2,5% rispetto all’anno precedente. Tra gli adolescenti Lgbt+ la pressione porta spesso a comportamenti di autocensura e isolamento sociale. Crescono anche i pensieri suicidari, un segnale grave delle condizioni in cui versano molti giovani in età scolare.

I servizi di supporto attivati da gay help line

Per far fronte a questa situazione, Gay Help Line ha organizzato percorsi personalizzati per le persone che cercano assistenza. Secondo Alessandra Rossi, coordinatrice del servizio, il 68,4% dei contatti ha ricevuto supporto psicologico, fondamentale per gestire i traumi e la sofferenza emotiva. Un 32,8% ha potuto avvalersi di consulenze legali, per orientarsi tra diritti e possibili azioni legali.

Sono stati garantiti anche servizi sanitari, con il 12,6% dei casi che ha richiesto accesso a terapie ormonali. Il 34,5% ha usufruito di soluzioni di accoglienza abitativa temporanea, un elemento decisivo per chi si trova in emergenza. Questi interventi coprono i bisogni più urgenti e cercano di contrastare il crescente clima di ostilità denunciato da migliaia di persone nel 2025.

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