La situazione dei 150 lavoratori casertani della Softlab si è fatta critica. Senza cassa integrazione e con la sede di Maddaloni chiusa da due mesi, i dipendenti si trovano a fronteggiare una vertenza sempre più drammatica. L’azienda, attiva in tutta Italia, ha lasciato i suoi impiegati “in mezzo a una strada”, costringendoli a organizzare un presidio davanti al velodromo di Marcianise per attirare l’attenzione delle istituzioni. Insieme a loro, anche i sindacalisti delle principali sigle metalmeccaniche, come Silvia Simoncini e Luca Maria Colonna , sono scesi in strada per sostenere la causa e chiedere che venga riconosciuta e prorogata la cassa integrazione. Purtroppo, la scadenza non è stata concessa a causa della chiusura della sede, una situazione che sta creando enormi difficoltà per i lavoratori.
La chiusura della sede e le conseguenze immediata per i lavoratori
A dicembre 2024, i dipendenti della Softlab si sono trovati privi non solo della sede operativa, ma anche del supporto economico attraverso la cassa integrazione. Prima della chiusura, i lavoratori erano stati già impegnati in un lungo periodo di cassa integrazione, situazione che è diventata insostenibile per molti di loro. La recente chiusura della sede ha complicato ulteriormente il quadro, impedendo il riconoscimento di qualsivoglia forma di sostegno economico. Questi lavoratori, alcuni dei quali sono stati impiegati in progetti solo temporanei, si trovano ora a vivere un incubo lavorativo. Gli arretrati sugli stipendi sono un ulteriore pesante fardello che grava su di loro, creando un clima di ansia e precaria incertezza per le loro famiglie.
La Softlab non è un’azienda qualsiasi: è figlia di un precedente contesto lavorativo che coinvolge anche la multinazionale Jabil. Molti dei lavoratori della Softlab sono ex dipendenti Jabil, che dal 2023 hanno visto drasticamente calare le loro opportunità lavorative. All’inizio della loro nuova avventura lavorativa nella Softlab, i lavoratori erano stati rassicurati sulla creazione di nuove possibilità e progetti. Tuttavia, tali promesse non si sono trasformate in realtà . La mancanza di un’occupazione stabile ha contribuito ad aumentare il disagio di un gruppo di lavoratori già provati da esperienze difficili.
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Le proteste in corso e il dialogo con le istituzioni
Nel tentativo di far sentire la propria voce e ottenere un supporto concreto, i lavoratori hanno avviato diverse manifestazioni di protesta. A partire dal novembre 2024, hanno organizzato incontri e presidi non solo a Caserta, ma anche a Napoli e persino a Lecce. Questi eventi hanno avuto come obiettivo principale quello di fare luce sulla loro condizione e di chiedere che le istituzioni intervengano per garantire loro supporto e opportunità di ricollocazione.
La mobilitazione ha portato a diverse discussioni e contatti con i rappresentanti regionali e ministeriali. La promessa dell’assessore Antonio Marchiello di prendere in considerazione le esigenze dei lavoratori Softlab, inserendoli nella “vertenza madre Jabil”, offre un barlume di speranza. Questo stralcio di supporto, purtroppo, è ancora lontano dall’essere concretizzato in azioni efficaci, e i lavoratori continuano a restare in attesa di un risvolto positivo.
La vertenza Jabil e le possibili soluzioni future
La situazione di Softlab è intrinsecamente legata alla vertenza in corso a Marcianise, dove i 418 lavoratori della multinazionale Jabil affrontano il rischio di cessazione dell’attività . La multinazionale ha comunicato la decisione di terminare le operazioni entro marzo 2025 e, in un tentativo di salvaguardare i posti di lavoro rimasti, ha avviato un processo di cessione dello stabilimento a una nuova entità , la Tme Assembly Engineering Srl, creata in collaborazione con Invitalia.
Se la cessione avverrà con successo, potrebbe aprirsi una strada di ricollocazione anche per i lavoratori di Softlab. I 418 ex dipendenti Jabil avrebbero la priorità per le assunzioni presso la nuova società , ma ci sono anche delle possibilità che il personale Softlab, già in difficoltà , possa avvalersi di questo trasferimento. Tuttavia, la realizzazione di questo progetto rimane incerta e le aspettative dei lavoratori Softlab continuano a rimanere appese a un filo, in un contesto di incertezze economiche e occupazionali che mette sotto pressione un’intera comunità .
La vertenza dei lavoratori Softlab rappresenta un esempio emblematico delle difficoltà che molti dipendenti affrontano in un mercato del lavoro sempre più turbolento. La fretta delle istituzioni nel trovare soluzioni durature è fondamentale, poiché il futuro di centinaia di famiglie è in gioco.