La Corte dei Conti, nella recente delibera del 4 dicembre, ha lanciato un campanello d’allarme riguardo alla gestione finanziaria di Anas, in particolare sulla valorizzazione della società Stretto di Messina nel bilancio 2022. I rilievi del magistrato contabile evidenziano errori significativi che potrebbero avere un impatto negativo sulle finanze dell’ente. Questo articolo esplora le implicazioni delle segnalazioni della Corte e le reazioni politiche che ne sono seguite.
Il giudizio della Corte dei Conti sulla valorizzazione di Stretto di Messina
La Corte dei Conti ha sottolineato che la valorizzazione delle quote di Stretto di Messina nel bilancio di Anas per il 2022 è stata effettuata seguendo il criterio del “costo”, il che non è conforme alle normative vigenti. In particolare, i magistrati hanno evidenziato come tale approccio contrasti con il comma 6 dell’articolo 4 e con il n. 4, comma 8, dell’articolo 2 del Decreto Legge n. 35 del 2023. Il perito indipendente designato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ha successivamente stabilito che i costi di oltre 85 milioni di euro sostenuti da SdM non possono ritenersi funzionali al riavvio dell’opera. Questo si traduce in una svalutazione di oltre 69 milioni sul bilancio 2023 di Anas, a causa della diminuzione di valore delle azioni della società.
Le relazioni della Corte dei Conti avvertono che la gestione non corretta delle valorizzazioni patrimoniali potrebbe dare vita a problematiche di maggiore entità nel prossimo futuro, rischiando di compromettere la solidità del bilancio di Anas. Si tratta dunque di una situazione che merita un’attenzione approfondita, in quanto potrebbe influenzare non solo il saldo finanziario dell’ente, ma anche gli investimenti futuri e la pianificazione strategica delle opere pubbliche.
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Le reazioni politiche e l’interrogazione del Pd
Le segnalazioni della Corte dei Conti hanno suscitato immediatamente reazioni da parte del Partito Democratico, che ha presentato un’interrogazione ai ministri Giorgetti e Salvini. I capogruppo del Pd in commissione Trasporti e Ambiente, Anthony Barbagallo e Marco Simiani, hanno espresso preoccupazione per la situazione, sottolineando l’impossibilità per il governo di ignorare le problematiche evidenziate. Il Pd richiede una presa di responsabilità da parte dell’esecutivo, ritenendo che i rilievi della magistratura contabile impongano una riflessione sull’integrità della gestione di Anas e sulle sue future linee operative.
L’interrogazione mira a sollecitare chiarimenti da parte del governo sulle misure che intendono adottare per garantire una corretta gestione e valorizzazione delle risorse pubbliche. Si richiede, infatti, che vengano prese in considerazione le riduzioni di valore segnalate e che vengano messe in atto politiche chiare che possano migliorare la trasparenza e l’efficacia della gestione. È essenziale, secondo i rappresentanti del Pd, che venga restituita la fiducia ai cittadini attraverso un controllo più rigoroso delle operazioni finanziarie.
Le ulteriori criticità evidenziate dalla Corte
Un ulteriore aspetto critico segnalato dalla Corte dei Conti riguarda la concessione di Anas, che ha continuato a valorizzala in bilancio con ricavi previsti fino al 2052, nonostante le notevoli incertezze normative. Secondo la magistratura, Anas ha basato la sua strategia sulla convinzione che i commi 1018-1019 della legge n. 296 del 27 dicembre 2006 le consentissero di estendere la durata della concessione da 30 a 50 anni.
Tuttavia, questo approccio è considerato delicato, poiché si fonda su presupposti non del tutto solidi dal punto di vista giuridico. I magistrati avvertono che l’assenza di riferimenti fattuali e normativi stabili potrebbe causare squilibri finanziari significativi. Dare seguito a questa strategia potrebbe portare a conseguenze finanziarie destabilizzanti, che potrebbero ulteriormente compromettere la già precaria situazione economica di Anas.
In sintesi, la situazione richiede un monitoraggio costante e interventi correttivi tempestivi per evitare un aggravamento delle criticità emerse. Questi elementi rendono necessario un dialogo tra le istituzioni e una revisione delle pratiche adottate, per garantire una gestione più efficace e trasparente delle risorse pubbliche.