Cresce la domanda di rottamazione dei pescherecci in Italia: oltre 1.000 richieste

Cresce la domanda di rottamazione dei pescherecci in Italia: oltre 1.000 richieste

Il settore della pesca in Italia affronta gravi sfide, con richieste di rottamazione superiori ai fondi UE disponibili. È urgente modernizzare la flotta e garantire un futuro sostenibile per le comunità costiere.
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Cresce la domanda di rottamazione dei pescherecci in Italia: oltre 1.000 richieste - Gaeta.it

Il settore della pesca in Italia affronta sfide importanti, con una richiesta di rottamazione dei pescherecci che supera di gran lunga i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea. Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca, ha sollevato preoccupazioni sulla crisi che sta colpendo la flotta italiana in un incontro tenutosi a Bruxelles, in occasione dell’Anno Internazionale delle Cooperative proclamato dall’ONU.

Il richiamo alla sostenibilità della pesca

Negli ultimi mesi, il panorama della pesca in Italia ha subito un cambiamento significativo. Con oltre 1.000 domande per la rottamazione presentate nell’ultimo bando, il totale delle richieste supera i 74 milioni di euro stanziati dall’UE per interrompere l’attività dei pescherecci. La flotta, specialmente quella italiana, sta diminuendo per colpa di normative obsolete e concorrenza proveniente da Paesi al di fuori dell’Unione Europea. Tiozzo ha sottolineato la necessità di rivedere urgentemente la Politica Comune della Pesca per raggiungere un equilibrio tra economia, ambiente e sociale.

Il suo appello è chiaro: per garantire un futuro alla pesca italiana, è fondamentale aumentare il numero degli operatori nel settore. Si stima che nei prossimi dieci anni servirebbe un incremento di almeno il 30% degli addetti lungo tutta la filiera. Ciò è essenziale per contrastare l’invecchiamento della forza lavoro e per evitare il collasso di un settore storicamente vitale per molte comunità costiere.

Le sfide della modernizzazione e della transizione energetica

Tiozzo non si è limitato a evidenziare il problema della rottamazione, ma ha anche messo in luce la necessità di introdurre misure concrete per la transizione energetica e la modernizzazione della flotta. Attualmente, l’età media delle imbarcazioni italiane è di 31 anni, un dato allarmante che richiede interventi immediati per rimanere competitivi. La modernizzazione non solo migliorerebbe la sostenibilità ambientale dei pescherecci, ma darebbe anche un impulso significativo all’economia locale.

L’impatto dei cambiamenti climatici è un altro tema discusso, con specie aliene come il granchio blu e il vermocane che minacciano le economie di molte regioni. Contrastare questi fenomeni è una priorità, e Tiozzo chiede normative comunitarie più mirate e aderenti alle peculiarità delle varie realtà produttive delle marinerie. Non è più sufficiente adottare misure generali, è necessario ascoltare le esigenze specifiche di ciascun territorio.

Il futuro della pesca italiana

L’appello di Tiozzo arriva in un momento critico: negli ultimi dieci anni, la flotta peschereccia italiana ha registrato un calo del 21%. Questi dati fungono da campanello d’allarme per un settore che necessita di rinnovamento e di una visione strategica a lungo termine. Gli incontri istituzionali a Bruxelles sottolineano come sia fondamentale che l’Europa risponda a queste sfide per consentire al settore ittico di rialzarsi e garantire un ricambio generazionale.

La richiesta di una riforma sostanziale è più che mai attuale. La crisi della pesca italiana non riguarda solo il presente, ma il futuro delle comunità costiere e dell’intero ecosistema marino. L’implementazione di politiche coerenti e sostenibili è cruciale per garantire la sopravvivenza di un’industria che da sempre rappresenta una parte integrante della cultura e dell’economia italiana.

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