La corte d’appello di Genova ha respinto la richiesta di revisione della condanna all’ergastolo di Mario Vanni, uno dei condannati per i delitti attribuiti al cosiddetto mostro di Firenze. La difesa di Vanni aveva presentato una nuova consulenza di entomologia forense, che anticipa di due giorni la data dell’ultimo omicidio del 1985, tentando di modificare la ricostruzione processuale. Il dibattito si concentra sulla validità di questa prova e sulle implicazioni giuridiche della sentenza emessa dai giudici genovesi.
La richiesta di revisione e la nuova consulenza di entomologia forense
I legali di Mario Vanni, Valter Biscotti e Antonio Mazzeo, hanno avanzato la richiesta di revisione della condanna basandosi su un nuovo esame entomologico. Questo studio scientifico sostiene che la data dell’ultimo omicidio degli Scopeti, avvenuto nel settembre 1985, era anticipata di due giorni rispetto a quanto stabilito in precedenza. Questa modifica temporale potrebbe influire sul quadro accusatorio, creando dubbi sulla presenza o meno di Vanni sulla scena del crimine nel momento in cui è stato commesso l’atto.
L’entomologia forense analizza la fauna insettoide che si sviluppa sui cadaveri, offrendo indicazioni utili sulla morte delle vittime. Nel caso del mostro di Firenze, questa scienza è stata utilizzata come elemento con valenza probatoria rilevante durante i processi. La nuova consulenza dei difensori tenta di utilizzare questa specifica disciplina per ottenere una revisione della sentenza, puntando sul ragionamento scientifico della datazione precisa dei fatti.
Leggi anche:
La corte d’appello ha però dichiarato la domanda inammissibile. Nel loro provvedimento, i giudici hanno motivato il diniego sostenendo che la prova scientifica proposta non costituisce elemento nuovo, bensì riguarda un aspetto già esaminato nel corso del procedimento. L’interpretazione della difesa è stata quindi ritenuta non idonea a modificare le decisioni passate. I tre pagine della sentenza si soffermano proprio su questo punto, rigettando la richiesta per questioni di merito, anziché limitarne esame all’ambito formale della revisione.
I limiti giuridici evidenziati dalla difesa e il ricorso in cassazione
Secondo gli avvocati Biscotti e Mazzeo, la corte d’appello ha compiuto un errore interpretativo entrando troppo nel merito scientifico della nuova prova. Secondo la giurisprudenza consolidata della cassazione, invece, in un procedimento di revisione la corte territoriale dovrebbe valutare soltanto la novità della prova e non discutere capillarmente la sua attendibilità o valore probatorio. Entrare nel merito equivale a superare i propri poteri in questo tipo di procedimento.
Il team difensivo aveva già preparato il ricorso in cassazione per contestare questa decisione, confidando nel fatto che il supremo giudice cancelli la sentenza di Genova per violazione dei limiti procedurali. È un problema noto nelle revisioni di condanne molto complesse e l’atteggiamento della cassazione tende a essere rigoroso per garantire l’estraneità del processo alle questioni di merito giudiziale da parte degli organi di secondo grado.
Questa strategia mira a portare la discussione sulle modalità di accettazione delle nuove prove scientifiche davanti alla cassazione, per poi poterne eventualmente discutere nuovamente in un procedimento successivo. Il ricorso sarà depositato a breve, così hanno annunciato i legali, avviando l’ennesima battaglia processuale su uno dei casi giudiziari fra i più discussi nella cronaca italiana.
La tempistica della sentenza e le reazioni pubbliche al caso
Il verdetto della corte d’appello ha coinciso con una nuova rivelazione sulla vicenda, relativa alla paternità di Natalino Mele, legata agli ambienti direttamente interessati al caso. Questa notizia, nota agli addetti ai lavori, è stata diffusa parallelamente alla chiusura del procedimento a Genova e alcuni osservatori ritengono che possa distogliere l’attenzione dal possibile annullamento della sentenza di Vanni da parte della cassazione.
L’impatto mediatico di questa coincidenza ha attirato interesse su più fronti, complicando ulteriormente un processo che ha già raccolto decine di anni di dibattiti e inchieste. La vicenda del mostro di Firenze resta una delle pagine più intricate e controverse della cronaca nera italiana. La giustizia continua a scorrere su percorsi dolorosi e incerti, con una complessità scientifica e legale che si riflette nelle decisioni dei tribunali.
Gli sviluppi attesi nei prossimi mesi potrebbero far luce o ribaltare alcuni elementi ormai accolti come certi, mentre gli esiti giudiziari destinati alla cassazione rappresentano un momento cruciale per il futuro della vicenda giudiziaria di Mario Vanni e degli altri imputati. Gli intrecci tra prove scientifiche, interpretazioni legali e narrazioni mediatiche mantengono alta l’attenzione sul caso.