Un’importante Conferenza Internazionale sulla Tutela dei Minori è in corso al Vaticano dal 13 al 15 novembre, organizzata dalla Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Questo incontro si propone di potenziare la Rete Europea nata a seguito della conferenza del 2021 a Varsavia e di affrontare con decisione il problema degli abusi all’interno della Chiesa. Circa cento partecipanti, tra cui vescovi, sacerdoti e vittime, rappresentano venticinque Paesi, tutti impegnati a trovare misure concrete per la salvaguardia dei più vulnerabili.
Il contesto e gli obiettivi della conferenza
La Conferenza si svolge a meno di due settimane dalla pubblicazione del primo Rapporto annuale sugli abusi e si inserisce in un percorso iniziato tre anni fa con la Conferenza di Varsavia. In quell’occasione si era creato un importante dibattito su come migliorare le pratiche di prevenzione e denunciando i crimini all’interno delle istituzioni ecclesiastiche. Durante la manifestazione di quest’anno, i partecipanti sono stati invitati a riflettere su come attuare cambiamenti reali e misurabili nel funzionamento delle strutture religiose.
L’evento ha visto la presenza di vescovi, sacerdoti, suore e laici, ma anche di sopravvissuti agli abusi. La loro partecipazione sottolinea l’importanza di ascoltare chi ha vissuto sulla propria pelle il dolore e la sofferenza causati dagli abusi. La coordinatrice Ewa Kusz ha condiviso che negli ultimi anni ci sono stati diversi incontri online e i partiti sono stati coinvolti in un costante scambio di esperienze.
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Il cardinale Sean O’Malley ha aperto ufficialmente la conferenza, evidenziando il bisogno urgente di ascoltare e dare voce alle vittime, creando un ambiente in cui i bambini possano sentirsi al sicuro e protetti.
Rete europea e best practices
L’incontro di questa settimana ha come obiettivo principale quello di rafforzare ed espandere la Rete Europea di salvaguardia, invitando le Chiese locali a condividere pratiche efficaci e strategie di protezione. I partecipanti, provenienti da nazioni come Belgio, Francia, Polonia e Ucraina, rappresentano una varietà di esperienze e metodi attuati nei loro contesti.
Questa conferenza è il secondo appuntamento di un percorso avviato nel 2021. Allora, si era evidenziato l’importanza della creazione di collaborazioni tra diverse Chiese, psicologi e professionisti per affrontare più efficacemente questa crisi. Ad esempio, la ECO Network è nata con l’obiettivo di unirsi per affrontare i problemi di abuso in un contesto che comprende diversi approcci e esperienze. Gli incontri, già avviati con l’uso di webinar, hanno promosso una condivisione di saperi e best practices che possono rivelarsi cruciali per il futuro.
Parole chiave dai leader della conferenza
I messaggi di apertura del cardinale O’Malley e del vescovo Luis Manuel Alí Herrera sono stati centrali nei dibattiti. O’Malley ha richiamato l’attenzione sulla necessità di grande responsabilità nella Chiesa, ponendo i bambini al centro dell’attenzione. Ha messo in evidenza la speranza che la diversità culturale e religiosa in Europa diventi un’opportunità per costruire risposte significative agli abusi, cercando di riparare i danni fatti in passato e di garantire la protezione per i bambini e le loro famiglie nel futuro.
Dal canto suo, Ali Herrera ha sottolineato l’importanza di agire con determinazione piuttosto che limitarsi a discorsi motivazionali. Egli ha esposto le attese e le speranze che i partecipanti alla conferenza hanno espresso riguardo alla condivisione di esperienze e alla costruzione di reti per una maggiore efficacia nella protezione dei vulnerabili. Le sue parole sono state chiare: solo attraverso azioni concrete e senza parole vuote si potrà dare un reale senso a questo incontro.
Esperienze di successo e strumenti di lavoro
La conferenza non solo tratterà temi di rilevanza generale, ma si concentrerà anche su casi specifici di buone pratiche. Presentazioni come il “Proyecto Repara” dall’arcidiocesi di Madrid, che mira a fornire supporto per le vittime, costituiscono esempi di come la Chiesa sta cercando di rispondere ai recenti eventi con soluzioni concrete. Anche le esperienze di diocesi in Germania e Belgio saranno messe in evidenza, dimostrando come diversi contesti possono offrire spunti ed insegnamenti utili.
Infine, è stato istituito uno “Spazio Sicuro” per gestire eventuali disagi tra i partecipanti, fornendo supporto psicologico e strategie di auto-cura. Questo rispecchia un passo significativo verso un approccio attento e sensibile agli effetti collaterali emotivi che un convegno di tale portata può generare, soprattutto in un contesto tanto delicato.