Continua la crescita della cassa integrazione in emilia-romagna nel primo trimestre 2025, +31% rispetto al 2024

Continua la crescita della cassa integrazione in emilia-romagna nel primo trimestre 2025, +31% rispetto al 2024

In Emilia-Romagna, le ore di cassa integrazione aumentano del 31% nel primo trimestre 2025, riflettendo la crisi industriale denunciata da Massimo Bussandri della Cgil e i rischi per lavoratori e famiglie.
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Nei primi tre mesi del 2025, l’Emilia-Romagna registra un forte aumento delle ore di cassa integrazione, segnando una crisi produttiva e occupazionale che preoccupa sindacati e lavoratori. - Gaeta.it

L’andamento della cassa integrazione in Emilia-Romagna fa registrare un aumento significativo nei primi tre mesi del 2025. I dati raccolti dall’Inps e analizzati dalla Cgil regionale mostrano una situazione che riflette le difficoltà nel settore produttivo locale, con un numero di ore di cassa integrazione che supera di molto i valori degli anni precedenti.

Aumento delle ore di cassa integrazione tra gennaio e marzo 2025

Nel periodo gennaio-marzo 2025, in Emilia-Romagna sono state autorizzate complessivamente 18,7 milioni di ore di cassa integrazione, tra cassa ordinaria, straordinaria e in deroga. Il dato indica una crescita del 31% rispetto allo stesso periodo del 2024 e addirittura del 113% confrontando i valori con il 2023. Considerando le singole categorie, le ore di cassa ordinaria sono state 11 milioni, in rialzo del 21,9% rispetto ai 9 milioni circa dell’anno scorso. Le ore di cassa straordinaria sono arrivate a 7,7 milioni, più alte rispetto alle 7,2 milioni del primo trimestre 2024.

Questi numeri segnalano non solo un aumento della domanda di ammortizzatori sociali ma anche una compressione produttiva significativa nel tessuto industriale emiliano-romagnolo. Le aziende ricorrono più spesso alla cassa integrazione per far fronte a cali ordinari o a ristrutturazioni, un segnale che indica difficoltà sia per quello che riguarda la domanda interna che per quella esterna.

Il commento di massimo bussandri sulla situazione del lavoro e dell’industria in emilia-romagna

Massimo Bussandri, segretario regionale della Cgil Emilia-Romagna, ha espresso un giudizio particolarmente severo sull’andamento del comparto industriale e sul ricorso crescente alla cassa integrazione. Bussandri ha richiamato l’attenzione sul fatto che a livello nazionale sono ormai 25 mesi consecutivi di calo della produzione industriale. Questo prolungato declino si riflette pesantemente anche nel territorio regionale.

Bussandri ha definito la situazione come drammatica, mettendo in evidenza l’apertura di numerose crisi industriali diffuse in Emilia-Romagna. Per lui, non basta guardare ai numeri, ma bisogna riconoscere che dietro quelle ore di cassa integrazione ci sono lavoratori e famiglie messe a dura prova. Il rallentamento produttivo mette a rischio posti di lavoro e condizioni di vita.

Il segretario ha anche criticato l’atteggiamento del governo, definendolo inadeguato e lontano dalla realtà. «La manifattura è in crisi, cresce la precarietà del lavoro, i salari reali non migliorano, e il numero degli incidenti mortali nei luoghi di lavoro resta alto» ha detto. Questi elementi aggravano la condizione di chi lavora nel settore e rendono urgente un cambio di passo.

I referendum dell’8 e 9 giugno: un appuntamento per il mondo del lavoro

Nel discorso di Bussandri non manca un riferimento alle consultazioni referendarie in programma l’8 e 9 giugno. Per il segretario Cgil, questi referendum rappresentano un momento cruciale per ribadire il valore del lavoro, della cittadinanza e della democrazia in Italia.

Secondo lui, il voto popolare offrirà un’occasione per contrastare la precarietà crescente e migliorare tutele e condizioni per i lavoratori. In un contesto segnato da crisi e incertezze, come quello che emerge dai dati Inps, il sindacato punta a coinvolgere la partecipazione dei cittadini per sostenere proposte che riportino al centro i diritti nel mondo del lavoro.

La presenza di numerose crisi industriali e il persistente calo della produzione sono la cornice nella quale si svolgono queste consultazioni. La richiesta è quella di misure concrete per affrontare le difficoltà che affliggono la manifattura e le categorie più fragili tra i lavoratori.

Un quadro economico e sociale che tende a peggiorare in emilia-romagna

Il primo trimestre 2025 in Emilia-Romagna mette in evidenza una tendenza negativa rispetto all’andamento dell’occupazione e della produzione industriale. L’incremento delle ore di cassa integrazione testimonia una fase critica. Non si tratta solo di numeri, ma di segni concreti di aziende che riducono l’attività o si trovano costrette a misure temporanee di riduzione del personale.

Le ripercussioni si avvertono anche sul tessuto sociale e sulle condizioni di vita delle famiglie coinvolte. Riduzioni di salario, incertezza sul futuro del lavoro e precarietà si intrecciano in un quadro complesso. I dati della Cgil e dell’Inps riflettono questa realtà che richiede interventi urgenti.

Lo sconforto espresso dai rappresentanti sindacali sottolinea come il problema non sia solo locale, ma si inserisca in una crisi nazionale. La produzione industriale in continuo calo per oltre due anni influisce sulla stabilità del lavoro e sulla tenuta della situazione economica.

Le ore di cassa integrazione autorizzate mostrano così anche un problema di ordine più ampio, legato alla struttura stessa del sistema economico e alla sua capacità di ripartire nei prossimi mesi.

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