Confronto tra Liguria, Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta su sanità: innovazione e sostenibilità a Genova

Confronto tra Liguria, Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta su sanità: innovazione e sostenibilità a Genova

A Genova, esperti e istituzioni del Nord-Ovest si confrontano su innovazione, telemedicina e riorganizzazione della sanità territoriale per migliorare accessibilità, sostenibilità e qualità delle cure entro il 2026.
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A Genova, a Palazzo Ducale, esperti e istituzioni del Nord-Ovest si sono incontrati per discutere innovazione, integrazione territoriale e telemedicina nel sistema sanitario, puntando a una gestione più efficiente e vicina ai cittadini. - Gaeta.it

A Genova, all’interno di Palazzo Ducale, si è svolto un incontro dedicato a esplorare idee e strategie per affrontare le sfide del sistema sanitario. L’evento, promosso da Federsanità Anci nazionale, ha riunito esperti, rappresentanti istituzionali e le federazioni del Nord-Ovest per parlare di innovazione, pianificazione e sostenibilità nella sanità pubblica. Al centro delle discussioni, temi come la riorganizzazione della governance, l’integrazione tra ospedale e territorio e il ruolo crescente della telemedicina nelle cure. Il convegno rappresenta la continuazione di un percorso avviato da queste regioni per condividere esperienze e trovare risposte adeguate alle nuove esigenze sanitarie.

Come le regioni del nord-ovest collaborano per il management sanitario

Il confronto tra le quattro regioni ha messo in luce le difficoltà comuni che il management sanitario si trova ad affrontare, ma anche le prospettive di sviluppo. Luigi Carlo Bottaro, presidente di Federsanità Anci Liguria e direttore generale di Asl3, ha ricordato come questa iniziativa rappresenti la terza tappa di un percorso pensato per migliorare la gestione delle reti sanitarie. Il focus non riguarda solo la medicina ospedaliera tradizionale, ma soprattutto la necessità di un cambiamento organizzativo legato alla dimensione territoriale. Bottaro ha sottolineato l’importanza di condividere modelli di buon governo aziendale e di integrare risorse e competenze per rispondere efficacemente ai bisogni dei pazienti.

Collaborazione e scambio di modelli organizzativi

La collaborazione permette di mettere in comune esperienze e procedure, creando un ambiente favorevole a soluzioni concrete. Questo dialogo interregionale stimola una visione che supera i confini amministrativi, con l’obiettivo di uniformare le pratiche in vista di una sanità più efficiente. Accanto agli aspetti gestionali, la discussione si è focalizzata su come utilizzare strumenti digitali e telemedicina per facilitare l’accesso alle cure e migliorare la qualità dei servizi, specie in contesti meno facilmente raggiungibili.

Evoluzione della medicina territoriale dopo la pandemia

L’assessore regionale ligure, Massimo Nicolò, ha evidenziato come il sistema sanitario stia cambiando profondamente dopo l’emergenza Covid-19. Le riforme attuate puntano a diminuire il peso delle cure ospedaliere, spostando servizi, risorse e attenzioni verso il territorio e la prossimità ai pazienti. La quarta riforma del sistema sanitario nazionale ha fissato le basi per questa svolta, indicando nella realizzazione di nuove strutture territoriali la strada da seguire.

Case di comunità e ospedali di comunità

Nicolò ha spiegato che si sta lavorando all’implementazione delle case di comunità e degli ospedali di comunità, spazi pensati per offrire assistenza sanitaria e sociosanitaria integrata più vicina ai cittadini. Questi servizi permettono di curare condizioni a bassa o media complessità senza ricorrere sempre alla degenza ospedaliera, migliorando così accessibilità e continuità delle cure. Accanto a queste strutture, le centrali operative territoriali svolgono un ruolo importante nell’organizzare e coordinare l’assistenza.

Il piano regionale punta a completare questi progetti entro marzo 2026, quando le case e gli ospedali di comunità saranno pienamente operativi. Le esperienze già in corso nelle varie regioni testimoniano un’attenzione crescente alle esigenze di assistenza domiciliare e a modelli di cura più personalizzati, capaci di tenere conto sia dello stato clinico del paziente sia del contesto sociale in cui vive.

Opportunità e sfide della telemedicina

Il convegno ha dedicato spazio anche al ruolo della telemedicina, che negli ultimi anni ha visto un’accelerazione importante grazie alla pandemia. Questo strumento ha dimostrato di poter estendere l’accesso alle cure, facilitando comunicazioni rapide tra pazienti e operatori e supportando il monitoraggio a distanza. La telemedicina però richiede investimenti tecnologici e una corretta formazione di medici e personale sanitario.

Durante gli interventi è emerso come la sua integrazione al sistema tradizionale debba essere progressiva e attenta alle diverse esigenze territoriali. Servono protocolli chiari e linee guida aggiornate che ne garantiscano un uso efficace, ma senza sostituire totalmente il confronto diretto. Diversi esempi pratici hanno mostrato come, in quelle zone meno servite, la tecnologia possa colmare lacune di assistenza e incrementare la tempestività degli interventi.

Progetti pilota e sostenibilità

Le amministrazioni regionali stanno quindi lavorando per varare progetti pilota e ampliarne la diffusione. Resta aperta invece la questione della sostenibilità di questi servizi nel lungo periodo, tema che richiede confronto continuo tra istituzioni, operatori e cittadini. La telemedicina si presenta così come uno strumento importante, ma che va inserito in un quadro più ampio di riorganizzazione e potenziamento delle cure territoriali.

La giornata di confronto a Genova ha messo in moto un dialogo fondamentale tra regioni del nord-ovest, segnando un passo significativo nella direzione di una sanità più vicina alle persone e capace di adattarsi alle nuove realtà. Dal rafforzamento della medicina territoriale all’uso mirato di tecnologie digitali, questa rete di collaborazioni porta avanti un lavoro con ricadute concrete già a breve termine.

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